Aggiungi valore alla natura ☢

Risparmiare: come fare l'orto da soli

Anche tu sei stanco della frutta e verdura del supermercato, il più delle volte costosa, insapore e la cui provenienza è spesso incerta? Inizia a produrre da te frutta e verdura! Per aiutarti a realizzare il tuo proposito e risvegliare il contadino che c’è in te, stavolta ti mettiamo a disposizione una guida gratuita su come coltivare un orto fertile e rigoglioso senza troppa fatica!

 

CLICCA QUI PER SCARICARE L'E-BOOK GRATIS

Leggi anche 

Autosufficienza alimentare, vuoi risparmiare? Preparati a sudare

Le "idee verdi" e la natura: l'orto sinergico e i suoi vantaggi

 

Continua...

Il riciclo è una risorsa (e produce ricchezza)

Avete mai sentito parlare dell’ “arte del riciclo”? Magari sì, ma non avete approfondito ulteriormente l’argomento? 
E’ sicuramente un’arte che può appartenere a tutti…e soprattutto può essere utile a tutti, diventando una vera e propria filosofia di vita!
Materiali che vorremmo buttare perché considerati scadenti ed inutili, possono invece sorprendervi per il loro nuovo utilizzo…
 
Focus sulla "materia di scarto". Tale materia è da considerare viva, non morta, ricca di potenzialità e di evoluzione: "abbisogna di cura e di rispetto, di studio e di ricerca".  Impariamo in questo modo che il termine "scarto" non vuole essere assolutamente associato con il termine "povero". 
Il riciclo diventa una nuova cultura che si sta positivamente imponendo sempre di più nella vita delle persone, anche se ancora poco compresa ed applicata dai cittadini. 
 
Qualsiasi nostro tipo di avanzo può essere raccolto e su di esso si può lavorare con la fantasia, con un pizzico di buona creatività, per sperimentare e dare vita a materiali alternativi, diversi, appunto di nuovo utilizzo. Il motore che deve spingerci verso l’arte del riciclo è il concetto di sostenibilità, che si sposa con "rispetto e salvaguardia verso il nostro ambiente". 
Da un po’ di tempo a questa parte sono nate numerose iniziative per diffondere l’arte del riciclo. Eventi in ogni città che si sono trasformati in vere e proprie grandi casse di risonanza per divulgare un messaggio chiaramente ecologico. Sull’arte del riciclo si organizzano formazioni, si tengono visite guidate rivolte soprattutto alle scuole di diverso ordine e grado, ci si confronta con intere famiglie, attraverso dibattiti sui rifiuti, sulla loro natura, sulla raccolta differenziata, sulla gestione. 
 
Possiamo parlare ad esempio del “Remida”: un centro di riuso creativo di materiali di scarto aziendale per attività educative e culturali. Alla base del centro vi è la filosofia delle "E", che si fonda su un progetto: Estetico, Etico, Ecologico, Economico. 
Tra i materiali di scarto da ri-utilizzare figurano: carta, metallo, cuoio, tessuti, pexiglass, tappezzeria, plastica. 
 
Perché buttare un barattolo vuoto di caffè quando potremmo con un po’ di fantasia, utilizzarlo per svariati usi come:
 
  • un vaso, magari per un orto verticale; 
  • un porta gioie;
  • un porta penne;
  • un porta spazzolino;
  • romantiche lanterne.
Tra le curiosità: dal riciclo del cartone della pizza è nata la lampada “01Lapmp” realizzata con successo dal progetto di “Design Opensource”, made in Italy. 
Tale lampada può essere realizzata da chiunque, basta seguire gratuitamente le istruzioni pubblicate online sul sito Fattelo.
Buon riciclo a tutti!
 
 

 

Continua...

Autosufficienza alimentare, vuoi risparmiare? Preparati a sudare

Autosufficienza alimentare, è possibile? Beh, mi piace rispondermi di sì. Anche se so che una completa autosufficienza non è possibile.
Il caffè, come lo produci? «Si può vivere senza caffè». 
Voi potete, io no. Mi serve quello sprint dalle quattro alle otto volte al giorno. 
Le banane? Dovete andare al supermercato per averle, non so quanto il clima italiano sia adatto per quel tipo di piantagioni.
 
Ma, bando alle ciance, è possibile come cosa? 
Potrebbe, ma è un lavoro duro.
Qualche stima: volete un maiale per produrvi la carne? Dieci metri quadrati, come minimo, sono necessari.
Per avere piante tutto l’anno, che producano ogni sorta di ortaggio, potrebbero servire 100 mq a persona, quindi un totale di 400 mq se la famiglia è composta da quattro persone. 
 
Perché così tanto spazio?
Beh, ci sono alcune piante che hanno sviluppo verticale e richiedono poco spazio e altre che ne richiedono molto. Un esempio: i pomodori e le patate.
 I primi possono anche avere sia sviluppo verticale che orizzontale, dipende tutto dall’uomo, e possono essere posizionate a una piccola distanza gli uni dagli altri, le patate invece sono tutta un’altra storia. Quelle richiedono tantissimo spazio. E anche tanta pazienza.
Di questi  ipotetici 400 mq, almeno 20 se ne andranno in vialetti, fossette di scolo e rialzi. 
Quindi il bilancio sale a 430 mq.
 
E non pensate di aver ridotto completamente i costi: dovrete comprare i semi o le piantine.
Dovrete vendere il vostro sudore e l’acido lattico a madre Natura, e pregare che vi mandi la manna delle buona raccolta, sennò dovrete essere pronti a rifare tutto daccapo. Magari, anche ammettere il fallimento.
È di questo che si parla, del fatto che alla prima potresti non farcela.
E allora rifai tutto da capo, dissoda nuovamente la terra, massacra le tue braccia a furia di zappate, prega che qualche animale non decida di mangiare i semini appena piantati. Poi aspetta. Giorni, settimane, anche mesi. 

Stai lì ed innaffi diligentemente, come un bravo genitore, il frutto delle tue «maratone agricole».
Ci vorrà tanto tempo e chissà, anche fortuna. 
Per non parlare dello studio che dovrai fare prima, perché anche l’orto non puoi farlo così, con uno schiocco di dita. 
Ti ci devi impegnare e non sempre riuscirai a capire. Mi ricordo che quando a mia madre venne l’idea di cominciare a fare l’orto, chiese a un vecchio contadino delle nostre zone di darle qualche consiglio. Non fu molto d’aiuto. «Che ci vuole, mimma. Dissodi, semini e aspetti che il sole e l’acqua ti aiutino», sono state queste le sue parole in uno strascicato accento senese. 

Risi molto, tutt’ora rido quando ci penso, ma sostanzialmente il suo consiglio è stato d’aiuto quanto quello della
n
onna quando le chiedi quanto sale devi mettere nello sformato e ti risponde: «Vai a occhio!». Ahahah. No, non vado a occhio, perché sono negata con gli sformati e odio il sale. 
Mia mamma ha fatto diversamente: ha cominciato a studiare. Ha comprato libri, mio nonno gliene ha regalato uno, da cui poi è partita la filosofia dell’orto sinergico.
Continua a studiare, a migliorare, ad applicarsi e non sempre tutto è facile. Ma se ce l’ha fatta lei, potete farcela anche voi. 
 
Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci