Aggiungi valore alla natura ☢

Il modo migliore per risparmiare? Non comprare!

Siamo i figli del consumismo: questo è uno dei motivi principali per cui a fine mese non riusciamo ad accantonare una cifra cuscinetto per affrontare gli imprevisti. La nostra vita è governata dalla filosofia usa-e-getta. Si rompe il cellulare? Di corsa al megastore a comprarne uno nuovo. Si guasta la lavatrice? Il tecnico ci convince che non conviene ripararla ma tanto vale acquistarne direttamente una nuova (che puntualmente dopo 2 anni sarà di nuovo da sostituire).
Andiamo al centro commerciale (il regno dei bisogni indotti) con una lista della spesa definita e poi torniamo a casa con dieci buste colme di tutte le fesserie possibili tranne di quello di cui avevamo realmente necessità.

Ci servono davvero dieci prodotti diversi per la bellezza, la lucentezza e la brillantezza dei nostri capelli morbidi e nutriti dalle radici alle punte? Ci servono davvero gli integratori di vitamine dalla A allo zinco per vivere sani e belli? Non basta mangiare frutta e verdura fresche? Cara pubblicità, mi bombardi il cervello con lo spot del nuovo gelato ripieno di caramello con granella di nocciola avvolto da due strati di cioccolato e poi mi vuoi vendere la crema anti-cellulite e la lozione astringente (probabilmente entrambe testate sugli animali, mi sembra giusto sacrificare delle povere bestie per la mia bellezza) per non diventare tutta ciccia e brufoli? Io non ci casco.

Consiglio per risparmiare: spegni la tv, il sabato pomeriggio invece di andare al centro commerciale vai a fare una passeggiata, e parla un po’ di più con i tuoi amici. Dal vivo.

Vale

Spreco alimentare: gettare il cibo è come gettare via soldi

5 consigli per risparmiare, aiutare l’ambiente e vivere più sereni

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Spreco alimentare: gettare il cibo è come gettare via soldi

A fine maggio l’Assemblea Nazionale Francese ha approvato la legge che introduce il reato di spreco alimentare per i supermercati di dimensioni superiori ai 400 metri quadrati: la pena per chi getta merce edibile ancora invenduta può arrivare sino a due anni di carcere.

Un piccolo passo verso una migliore distribuzione del cibo?

I dati della FAO dimostrano che, ogni anno, più del 35% della produzione alimentare finisce tra i rifiuti: ben un trilione (non una grossa triglia, ma 1 000 000 000 000 000 000) di dollari buttati via. Questi numeri impressionanti non lasciano indifferenti, ma quando ci si trova di fronte a cifre talmente elevate pare di affrontare un ostacolo insormontabile. Il male maggiore risiede nella logica perversa della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), ma il male minore si alimenta nelle nostre cucine.

Pensate alla vostra dispensa: quante volte vi capita di accumulare più scorte del necessario -magari perché attratti dalle offerte- e di non riuscire a smaltirle prima della data di scadenza?

Vi è mai capitato di gettare, letteralmente, cibo nella spazzatura perché ormai legalmente scaduto o deteriorato? Non vogliamo qui iniziare la filippica sulle disparità del mondo, sui bambini che muoiono ancora di fame mentre noi ci ingozziamo nei ristoranti “all you can eat e a cuor leggero ordiniamo più cibo di quanto siamo in grado di ingurgitarne perché tanto è compreso nel prezzo anche lo spreco. Nessuna ramanzina, ma a volte siamo degni dei più ingordi crapuloni romani che mangiavano fino a scoppiare, concedendosi poi il lusso di provocarsi il vomito per ricominciare il loro banchetto depravato all’insegna dell’abbondanza.

Buttare cibo significa anche buttare soldi. Fermatevi per un attimo e provate a guardare ogni etto di cibo che state gettando come una monetina che state buttando via. Sacchi e sacchi di soldi in discaricaQuando passeggiate per strada e trovate 1€ a terra, suppongo che vi fermiate a raccoglierlo. Perché allora con la stessa naturalezza con cui vi chinate per afferrare una moneta, ne gettate centinaia nell’immondizia? L’emblema di questa logica perversa si palesa nei programmi televisivi più seguiti che veicolano una venerazione quasi feticista per il cibo. I vari Masterchef et similia mostrano chef affetti da acuto divismo che definiscono MERDA pietanze più che commestibili. E gli ascolti, per merito di queste pittoresche metafore, schizzano.

Ben venga il reato di spreco. E ben venga, soprattutto, il programma di educazione alimentare per i bambini delle scuole primarie previsto dal parlamento francese. Per non dover mai più sentir dire che una bistecca presentata male fa così schifo che neanche un cane la mangerebbe.

Vale

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La lettiera del gatto: come sceglierla eco

Chi condivide l’appartamento con uno o più gatti si ritrova ogni giorno alle prese con un quantitativo variabile di sabbietta da smaltire. In pochi si pongono il problema di smaltire correttamente questi rifiuti, già si è alle pese con procedure di raccolta differenziata così complicate che preoccuparsi dei bisogni del gatto sembra una follia. 


Chi ha un giardino e permette al proprio micio di uscire lascia fare tutto alla natura, ma un consistente numero di gattofili si deve arrangiare con la lettiera. Per monitorare la salute del gatto è sempre consigliabile fargli utilizzare l’apposita cassettina igienica, ma, se possibile, perché non utilizzare una lettiera a impatto zero?

Esistono varie tipologie di sabbietta: argilla a grana grossa della grande distribuzione, granelli fini come sabbia caraibica venduti a peso d’oro, lettiere profumata alla cannella, al borotalco o agli agrumi di Sicilia, quella bianca che segnala eventuali problemi urinari del gatto, il silicio e, tra le innumerevoli varianti in commercio, anche quella ecologica, derivata da fibre di legno, di cocco o da carta riciclata. La lettiera vegetale si presenta a granuli o sottoforma di piccoli cilindri simili al pellet da stufa, ma è realizzata apposta per le esigenze di Sua Altezza: il costo non è proprio irrisorio e varia a seconda della casa produttrice, ma ha il pregio di durare a lungo e trattenere bene gli odori.

Si potrebbe pensare di utilizzare direttamente il pellet, ma è necessario prestare attenzione: non essendo originariamente destinato a tale uso, a contatto con i bisogni del micio può creare una combinazione letale per l’olfatto umano, oltre che contenere sostanze chimiche potenzialmente dannose! La maggior parte delle lettiere vegetali possono essere smaltite direttamente nel wc o insieme ai rifiuti organici, ma è sempre bene attenersi alle norme previste dal proprio comune di residenza.

 Ami gli animali? Ecco un ottimo metodo per arrotondare...

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