Lavorare 2.0

Come guadagnare con le t-shirt senza investire grosse cifre

Si sa, il capo di abbigliamento più venduto al mondo e più cool è la maglietta, più comunemente chiamata t-shirt

t-shirt

Hai mai pensato di farlo diventare un business senza investirci una somma eccessiva? Ora puoi!
 

Gli step da seguire sono

Concept: Nella prima fase dello sviluppo di una t-shirt (e alla base del suo successo) c’è l’idea: bisogna trovare una idea interessante, originale, creativa e singolare che stuzzichi la fantasia del potenziale cliente.
 
Fornitore: Una volta identificato il concept, dovremo rivolgerci a un fornitore
Se ne trovano molteplici semplicemente navigando in internet ma, ovviamente, per contenere i costi, consiglio inizialmente di puntare su un cotone basico e sui multipack dove possiamo trovare 100 pz. anche a soli €2.
Stampa: Se optiamo per piccole tirature (giusto per iniziare e sondare il terreno) la stampa consigliata è quella digitale, dove i disegni vengono prima stampati su una sottilissima pellicola e poi fusi nel tessuto. Inizialmente sconsiglio la stampa serigrafica. 
Per utilizzarla bisogna produrre i cosiddetti impianti di stampa che hanno un costo di circa € 25 a colore e questo, per chi vuole intraprendere questa linea imprenditoriale non è vantaggioso inizialmente.
 

Promozione. Ci sono diversi canali che possono aiutarci nella promozione di una t-shirt.

Possiamo rivolgerci a dei negozi di abbigliamento per provare a distribuire le nostre creazioni, altrimenti (metodo più efficace)  il Web
I social network rimangono un utilissimo canale di comunicazione; un blog o un sito ( ci sono programmi facili da utilizzare anche per chi non è ferrato in materia) o iniziare a girare con addosso le proprie magliette e chiedere opinioni, confronto più diretto che si possa volere! 
 
Cosa aspetti? Inizia anche tu a guadagnare grazie alla tue idee e divertendoti!
 
 

 
 
 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Il sogno di diventare imprenditrice non è mai stato così attuale

Non ci siamo ancora lasciati alle spalle la crisi economica. In questa situazione diventa ancora più importante che la anche donna lavori. Tuttavia, cercare un lavoro nel pubblico impiego ma anche nel privato è diventato sempre più difficile. In questi casi avere  doti di creatività, coraggio e determinazione consentirà di intraprendere una strada alternativa e cioè quella di fare l’imprenditrice.
 
Questa strada diventa più facile se si richiedono i finanziamenti europei il cui vantaggio è quello di sostenere le spese per l’avvio del progetto che si ha in mente.
 
Non tutte le donne però sono a conoscenza delle leggi che finanziano l’imprenditoria femminile. Cercheremo, qui di sintetizzare i punti più importanti per poter ottenere un finanziamento europeo e realizzare il sogno di diventare imprenditrice.
Anche nel 2015 la Legge 215/92 prevede facilitazioni per la “quota rosa” e per le rispettive imprese sia ancora da avviare che già esistenti. Il finanziamento  sarà concesso a fondo perduto (e cioè senza obbligo di restituzione) solo in parte, mentre l’altra parte viene concessa ad un tasso agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.
Nel 2015 potranno usufruire delle agevolazioni le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile, quali:
Le ditte individuali devono avere un titolare donna;
Le società di persone e le cooperative devono presentare almeno il 60% di soci che siano donne;
In caso di società di capitali almeno i 2/3 delle quote devono essere detenute da donne e l’organo di amministrazione deve essere caratterizzato da donne per almeno i 2/3.
Requisiti per le piccole imprese:
Le dipendenti devono essere inferiori di 50
Il fatturato non deve superare i 70 milioni di euro
Il bilancio totale deve essere inferiore a 5 milioni di euro; inoltre le piccole imprese che partecipano al bando dovranno essere indipendenti dalle altre che ne prendono parte.
I settori destinatari dei fondi sono principalmente: industria, agricoltura, artigianato, commercio, servizi e turismo. Esclusi, invece, alcuni campi di attività produttive riguardanti la siderurgia, la produzione di fibre tessili artificiali e le costruzioni e le riparazioni navali.
 
 
Documentazione
Le donne che vorranno richiedere finanziamenti europei dovranno presentare una documentazione che talvolta poi può subire cambiamenti in base al territorio di pertinenza verso il quale sono destinati i fondi e al bando.
Solitamente la documentazione prevede i seguenti incartamenti:
domanda di richiesta agevolazioni;
programma di investimento dell’attività imprenditoriale;
preventivo spesa;
certificazione di iscrizione presso il registro delle imprese;
certificazione della proprietà dell’immobile nel caso l’attività sia già avviata.
L’erogazione dei contributi avviene in due quote: la prima parte, pari al 30% del contributo, viene versata in base alla realizzazione del 30% dell’investimento o in maniera anticipata; la seconda quota, invece, equivalente al saldo del contributo, viene erogata dopo la realizzazione dell’investimento, ma non oltre i 24 mesi successivi alla data del decreto di concessione del contributo.
 
Simona 
 

 

Continua...

Cerchi un lavoro che ti riempia la vita? Scegli il no profit

La nascita di nuove imprese sociali no profit ha cambiato il mondo del lavoro. Queste  imprese, fortemente presenti sul territorio nazionale, offrono molti posti di lavoro anche ben retribuiti.
 
Dall’indagine svolta dall’’Isfol  (Istituto per lo sviluppo della Formazione dei Lavoratori) condotta per conto del Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali è emerso che  le figure professionali di cui hanno maggiormente bisogno le imprese non profit sono: educatori professionali, operatori sociosanitari, figure tecniche delle mediazione sociale ed interculturale, psicologi e assistenti sociali.
 
Il no profit comprende anche quelle imprese sociali e Ong Internazionali come Save the Children, Action Aid e Msf.
Queste organizzazioni hanno offerto circa  1 milione di posti di lavoro e sono alla continua ricerca di nuove posizioni.
 In particolare, la più richiesta in assoluto è quella del Fundraiser.
Fund raising letteralmente significa “raccolta fondi” e Il Fundraiser è colui che si occupa di questa raccolta necessaria a sostenere un'azione senza finalità di lucro.
 
Bellissima professione! se si considera che è connotata da molta creatività e comunicazione. Difatti, il Fundraiser  crea “Investimento sociale”, cerca partner per poter portare avanti “buone cause” e altri progetti a sfondo sociale. I partners in particolare sono sia “ donatori individuali” che aziende.
Egli, inoltre pianifica gli obiettivi della propria “Missione”, gestisce i budget, organizza eventi importanti e campagne sociali.
Ma chi può diventare Fundraiser?
Certamente i freschi laureati in materie umanistiche con doti di comunicazione, ma anche coloro che provengono dal settore For Profit esperti in comunicazione, marketing e vendite che intendono cambiare la loro prospettiva di vita.  
 
Simona
 
 

Seguici su

  

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci