Lavorare 2.0

Non ascoltate i vostri genitori che vogliono per voi il “posto fisso”

La scena si ripete in molte famiglie italiane: il giovane figlio o figlia che ha voglia di fare, di emergere, di realizzarsi non solo economicamente ma anche come persona, ha in mente mille idee che vorrebbe concretizzare, ma deve prima fare i conti con i suoi genitori che li disapprovano  e che cercano a tutti i costi di convincerli a fare  concorsi e colloqui e cercare a tutti i costi gli agganci e le conoscenze giuste  per raggiungere lui, chi? Ma il posto fisso! possibilmente statale.
 
Raccontiamo oggi la storia di  Jacopo Moschini, 27enne di Montecatini che voleva fare l’imprenditore e che credeva nella meritocrazia al punto tale da lasciare il posto fisso  per inseguire il suo sogno. Crea così il “Forum della meritocrazia”.
Probabilmente anche i suoi genitori gli hanno insegnato come lui stesso afferma a tenere la “Testa bassa e pedalare”ma poi lui ha preferito tenere la  “testa alta e correre”.
 
Jacopo corre sempre.
Corre dopo aver studiato per gli esami di maturità ed aver letto i libri per passare i test di ingresso alla Bocconi. Corre anche a Milano città che per lui rappresenta una nuova realtà da affrontare. Corre anche col freddo, perché correre lo aiuta ad “ assimilare le cose che stavo imparando” all’università.
E corre a Roma  quando viene assunto come  Responsabile del canale web di Posteshop e store manager del sito di e-commerce posteshop.it.
 
Ma ad un certo punto Jacopo riflette.
"Ho cominciato a pensare che, per quanto gratificante, non era quel posto fisso il traguardo che volevo tagliare. Giorno dopo giorno, ho deciso di intraprendere l’allenamento necessario per diventare quello che realmente volevo, un imprenditore”.
“Iniziavano così le mie personalissime Olimpiadi. Ho messo su una squadra, tutta giovane: è iniziata una staffetta fatta di telefonate a tarda sera, terminati gli impegni quotidiani; di mail scritte sul treno all’alba, di idee sviluppate ovviamente correndo. Con tutta la fatica, l’impegno e l’entusiasmo del caso.”
Sono fiero di esserci riuscito, e nel momento in cui ho lasciato Poste per dare concretamente vita al mio progetto, MyChicJungle (un sito di couponing dedicato a prodotti di qualità, un portale di e-commerce incentrato sul made in Italy e un servizio di consulting volto ad aiutare le imprese ad emergere nella realtà del commercio on-line), ho capito che avevo fatto la scelta giusta. Ci è voluto un bel po’ di coraggio, molte preoccupazioni e altrettanta pazienza. Non proprio il mio punto forte, ça va sans dire, ma fondamentale per superare i momenti no e arrivare ad avere ben chiaro il percorso. Non si lascia la strada vecchia se non si riesce a immaginarne una migliore: nel mio caso posso dire che ne è valsa la pena.
 
Adesso corro nuovamente.
Passo più tempo di prima in ufficio, e affronto con i miei soci (Fabiano e Paolo, che si sono abituati al mio perfezionismo così come hanno sopportato le telefonate a tutte le ore) una lunga maratona in uno scenario, quello del web, in continua evoluzione. A volte impervio, sì, ma sempre stimolante.
Certo, l’orgoglio di essere start up si scontra con non poche complicazioni. Spesso abbiamo l’impressione di affrontare una corsa a ostacoli, con le difficoltà di ottenere finanziamenti senza impegnare i risparmi dei genitori, l’impossibilità di assumere risorse che tanto ci sarebbero utili a causa dei costi eccessivi e i tanti, troppi vincoli burocratici che a volte minacciano di frenare il nostro entusiasmo. Di mio, oltre alle forze e alla sfida di rinunciare al posto fisso per antonomasia, ho investito la liquidazione, ma questo non basta.
 
Non molliamo mai.
Crediamo che la volontà sia il vero carburante della nostra piccola grande impresa, e quindi non molliamo. Cerchiamo di fare la nostra parte per migliorare le cose: motivo per cui abbiamo aderito al Forum della Meritocrazia, un’associazione che combatte le logiche nepotistiche e sta elaborando un “piano del merito” da presentare alle istituzioni al rientro dalla pausa estiva: un vademecum contenente gli step per un effettivo implemento meritocratico, che porti questo valore in tutti gli ambiti del quotidiano, dall’istruzione all’impresa, passando per la Pubblica Amministrazione.
 
Molti progetti, molta fatica, ma anche tante soddisfazioni.
Le suole delle scarpe sono un po’ consumate, forse perché alla mia corsa quotidiana non rinuncio nemmeno in vacanza. Ma non ho tempo di pensarci. Per fortuna.
Dunque, giovani italiani correte anche voi, riflettete, perché il modo per realizzare i nostri desideri professionali c’è basta solo non mollare ma soprattutto non ascoltare sempre i “consigli dei  vostri genitori”.
 
Simona
 
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Emigrare per un lavoro fa ancora notizia

Riprendiamo una news de Il Sole 24 ore per mostrare quanto gli "italiani choosy" (cit.Fornero) in un epoca fatta di arei low-cost che collegano Dublino a Roma in h.1:50, di Skype che ti permette di videocomunicare con Sidney gratis, e di un Frecciarossa che in meno di 3 ore ti riporta da Milano a Roma, ancora si lamentino di un opportunità di carriera a Copenaghen o a Berlino.

Negli Stati Uniti, dove è prassi spostarsi dalla Virgina alla California (7.000km, 3 volte Roma-Londra, ndr) nessuno si lamenta! Anzi viene vista come un'opportunità per ampliare le conoscenze. Lo stesso Mark Zuckemberg (fondatore di Facebook) per lanciare il famoso social netwok prese un aereo da New-York e con la sua valigia si trasferì a San Francisco, senza battere ciglio.

Tornando all'artico, questa è la (pallosa) storia di  Antonino Pizzuto.

Antonino Pizzuto è un  giovane ingegnere meccanico che appartiene a quelle che vengono considerate le professioni più "solide" del sistema produttivo ma che  ha deciso di espatriare prima dalla Sicilia al Piemonte e poi dal Piemonte alla Danimarca sulla base di una motivazione legata alla propria esperienza professionale in Italia ed al futuro della figlia appena nata.
Antonino viene assunto da una nota azienda metalmeccanica di Torino, nella quale viene selezionato secondo criteri  meritocratici e professionali fa carriera e guadagna di più ma successivamente racconta che « a un certo punto - hanno continuato a crescere solo le responsabilità, ma non lo stipendio - insieme a "straordinari" sempre più pretesi» e che la meritocrazia lascia il posto a scatti di carriera determinati “dall'amicizia” ed ammette che “Il problema è che noi italiani siamo più bravi a costruire relazioni che progetti, e alla fine tendiamo con naturalezza a dare una certa importanza alle prime». 
Ma a parte i problemi lavorativi, con la  nascita della figlia, Antonino, già desideroso di un trasferimento all’estero parla con la moglie ed entrambi si pogono domande del tipo “cosa possiamo offrire a lei, e ai suoi eventuali fratelli? Ed ancora che scuola farle  frequentare  se non possiamo permettercene una privata? Che opportunità, se non siamo ricchi in un Paese dove tutto - ormai - sembra in vendita?»
 
A proporgliela è la Vestas, azienda danese leader nella progettazione e produzione di turbine eoliche. Destinazione: Aarhus, la seconda città del Paese. Antonino fa le valigie: via da «orari assurdi, capi spesso indisponibili al confronto, poca innovazione e molta politica». Presto lo seguiranno altri: «in un semestre, nell'azienda danese dove mi trovo ora, siamo passati da un solo italiano assunto a ben sei. Se vali, sei premiato: io sono stato promosso dopo appena due mesi. Infine, bilancio tra lavoro e vita privata: questa è stata la sorpresa più grande. In Italia si lavora tantissimo, male e per pochi euro.» 
 
Antonino rimpiange il sole della sua Sicilia, ma la qualità della vita e del lavoro danesi lo aiutano a superare i lunghi inverni nordici. Resta però un'ultima, amara, considerazione: «la nostra società non è - da anni - realmente democratica. Per me la democrazia finisce, quando il figlio di un impiegato non ha le stesse opportunità di quello di un ricco. Io vorrei che mia figlia potesse scegliere cosa fare nella vita, con tante possibilità avanti. Onestamente, questo è possibile - oggi - in Italia?».
 
Viviamo in un epoca globale. Viviamo costantemente connessi. Le opportunità ci sono, ma non sotto casa! 
Ragazzi, muovetevi e non rimpiangete il sole della Sicilia o il mare di Napoli, che con Ryan-air a 39€ arrivate a Palermo da Helsinki! 
Piuttosto pensate a cosa volete fare e non alla tipologia di contratto. 
 
Simona
 
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Usa, i 19 mestieri pagati bene e poco stressati

Si può guadagnare bene senza stressarsi?

Sembrerebbe impossibile perché, guardandoci intorno, troviamo solo lavori ben retribuiti ma stressanti al punto tale da rimetterci la salute fisica e mentale, oppure, al contrario, il lavoro di per se non comporta stress ma la paga è veramente bassa. Peggio ancora siamo stressati e guadagniamo male.

Ebbene il portale Business Insider ha stilato una classifica dei 19 mestieri con la miglior combinazione tra guadagno e fatica.

Il consulente alla carriera Laurence Shatkin, effettuando delle ricerche, incrociando i dati a lui pervenuti e creando una scala che misura il livello di tensione da 0 a 100  ha inserito

dalla 19esima alla 15esima posizione l’optometrista, mestiere che come ben sappiamo consiste nell’eseguire visite oculistiche e prescrivere occhiali e lenti a contatto che può  guadagnare oltre 110mila dollari all’anno, con uno stress che si attesta a 70,3 punti.

Guadagna leggermente meno (poco sotto i 98mila dollari) ma è  meno nervoso l’ art director di magazine, agenzie creative e produzioni cinematografiche e tv.

Evidentemente inebriati dalla brezza marina e quindi abbastanza rilassati sono gli ingegneri navali alle prese con la progettazione di yacht, sottomarini o petroliere

Meno punti di stress per i progettisti hardware e per gli odontoiatri: i primi hanno uno stipendio di oltre 110mila dollari, che schizza sopra i 200mila per i secondi.

Ma torniamo alla classifica!

Il loro stipendio è poco sopra  i 100 mila dollari e  non passano notti insonni coloro che sviluppano applicazioni e sistemi software ed i system manager che gestiscono le infrastrutture informatiche e di comunicazione all’interno delle imprese.

Notti tranquille anche per gli statistici , gli attuari di assicurazioni e banche e gli economisti.

Risalgono la classifica dalla nona alla quinta posizione gli insegnanti di  diritto con vita serena e ben 126mila dollari di stipendio, il  geologo, l’astronomo ed il fisico

Vita facile  e frigo pieno anche per il politologo.

In testa alla classifica con oltre 100 mila dollari: il geografo, il matematico, gli scienziati alimentari e gli scienziati dei materiali.

 
 

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