La Start Up

La legge è arabo per te? Iubenda è la startup che ti aiuta

Le normative sulla privacy sono quel genere di cosa scritta il più delle volte in un linguaggio praticamente incomprensibile. Così, da utenti, clicchiamo su “Accetto” affidandoci, sostanzialmente, alla sorte. Iubenda è una startup, nata cinque anni fa e annoverata tra le migliori del 2015, che fornisce i contratti di Privacy Policy  a siti ed app. 
Bastano pochi passaggi per generare l’informativa specifica. Non è necessario avere conoscenze giuridiche, è sufficiente indicare il Paese di riferimento e il settore in cui opera il portale o l’app. 
 
 
 
Iubenda è stata ideata da Andrea Giannangelo, startupper “prodigio”. Le sue prime creazioni, infatti, risalgono a quando aveva 10 anni. La bontà del suo progetto è testimoniata dal fatto che è riuscito a ottenere finanziamenti da Boox, Gianluca Dettori, Andrea Di Camillo e Marco Magnacavallo. 
«Iubenda nasce dal problema pratico di creare documenti legali. Da sviluppatore web quale sono da molto tempo, è maturata la consapevolezza sia della necessità di risolvere questo tipo di problema che dell’esistenza di un mercato, come quello legale, che è enorme». Così Andrea Giannangelo.  «Solo negli Stati Uniti questo frutta circa 200 miliardi di dollari l’anno. Si tratta però di un settore contraddistinto da approcci molto tradizionali e ben poco efficienti. L’idea di fondo è stata quindi quella di creare documenti legali e fornire supporto nel modo più veloce, pratico ed economico possibile».
 
 
 
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My fair city: vedi Napoli e poi muori

Alzi la mano chi conosce a menadito la storia della propria città. 
Quando si impara qualcosa di nuovo su un monumento, una chiesa, un vicolo del proprio luogo di provenienza ci si chiede perchè  non avessimo scoperto prima certi tesori. Il posto in cui sei nato è un parte di identità; perciò è importante che la conoscenza si tramandi di generazione in generazione.  
 
My Fair City  parte da questo pressupposto 
insegnare ai bambini di Napoli, in maniera giocosa e divertente , la storia della capitale partenopea. L’app è stata  realizzata da un network di imprese tra cui molti enti universitari e la Società cooperativa Nuvole.
 
Un Pulcinella digitale guida i più piccoli alla scoperta di Palazzo San Domenico, Palazzo Petrucci, Castel dell’Ovo e tantissimi altri monumenti. La maschera più famosa del teatro napoletano parla un linguaggio adatto ai più piccoli, secondo uno schema più narrativo che didattico. Una fiaba costruita attraverso reti di sensori e Gps.
 
Il racconto viene reso ancora più interessante dall’abbinamento di alcuni punti d’interesse ai meccanismi di realtà aumentata.
Animazioni video vengono perciò sovrapposte alle riprese attraverso la fotocamera di tablet o smartphone. I piccoli turisti potranno decidere inoltre se utilizzare  la modalità whisper,che rende la piattaforma adatta a visite di gruppo. Il sistema è infatti programmato in modo da inviare messaggi vocali all’intera comitiva.  My Fair City è stata sviluppata per Android e pensata per i bambini di età compresa tra gli otto e i tredici anni; si può inoltre scegliere tra percorsi prestabiliti o esplorazione libera.
 
È importante conoscere un pezzo della propria storia . 
E come diceva Luciano De Crescenzo: «Dovunque sono andato nel mondo, ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli».
 
Perciò bambini, imparate e diffondete. 
 
 
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Helpling, la Uber delle pulizie domestiche

La startup delle pulizie on demand vince ed entra anche in Italia

Pulire la casa con un semplice click è possibile! Come? Con Helpling un’app che propone addetti alle pulizie in base alle richieste del cliente, alla posizione geografica e alla disponibilità, il tutto comodamente da pc e da mobile, tramite applicazione disponibile per Android e iOS.

 

Come funziona

HelplingBasta inserire  il proprio indirizzo, scegliere un orario, indicare cosa pulire e un algoritmo troverà la soluzione più adatta alle nostre esigenze.

 Per il servizio di pulizia si pagano in media tra gli 11,90 euro e i 13,90 euro. La commissione del sito è dal 15 al 30%.

Come è nata

La startup è nata a Berlino da un’idea di Benedikt Franke e Philip Huffmann che insieme ad Alberto Cartasegna, un ragazzo di Milano di 26 anni laureato in economia alla Bocconi, ci hanno visto giusto quando ha pensato di entrare in un mercato (quello delle pulizie domestiche) che vale 6 miliardi di euro e coinvolge 1,5 milioni di persone e 2,5 milioni di famiglie.

Helpling, che ha iniziato con un team di 20 persone, oggi ha quasi 400 dipendenti ed è presente in 10 paesi nel mondo compresa l’Italia.

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Il successo

Helpling

Helpling si espande ed ha successo rapidamente raccogliendo in un anno 56,5 milioni di euro da Lakestar, Mangrove e Rocket Internet, dove è sbocciata, oltre che da altri investitori.

Di recente la startup berlinese ha acquistato la piattaforma inglese Hassle creando così il più grande sito per la ricerca e prenotazione online di addetti alle pulizie al di fuori degli Stati Uniti.

Helpling, inoltre, ha vinto il premio come Best sharing economy company al TechCrunch Europa. Si  parla,inoltre, di un accordo da quasi 32 milioni di euro fra cash e azioni.

Simona

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