Quale poke, evviva la pasta! La storia del successo di Miscusi

Riuscite a immaginare un paradosso più macroscopico e amaro?

In tempi come quelli odierni caratterizzati dalla lotta senza quartiere ai carboidrati, e dall’infestante proliferare dei bar eredi naturali degli onnipresenti locali di sushi, tutelare e promuovere la dieta mediterranea è un gesto sovversivo e rivoluzionario.

Eppure siamo in Italia, Paese in cui la quotidianità è letteralmente impastata con farina, olio extra vergine d’oliva e pomodorini freschi

Miscusi-startupLa startup Miscusi ha accolto e rilanciato la sfida del diversamente radicale che torna a essere sinonimo di casa, famiglia, e benessere. Il suo motto? Good for you, good for the planet. Nutrirci dei prodotti donati dalla terra nel naturale alternarsi delle stagioni incide positivamente sulla nostra salute, ed anche su quella dell’ambiente, che non viene inutilmente stressato e sfiancato per produrre qualunque cosa in quantità abnormi ed in qualunque periodo dell’anno.

C’erano una volta due colleghi di università…

Miscusi nasce a Milano nel febbraio 2017 dall’unione delle forze, delle competenze e delle passioni di Filippo Mottolese (ristorazione) ed Alberto Cartasegna (food retail), entrambi nati nel 1989, l’anno del crollo del Muro di Berlino. Data spartiacque, e foriera di conseguenze a lunga gittata per la Germania e non solo.

La startup prende corpo sotto forma del primo pastificio con cucina, e dopo soli due anni di attività conta già cinque sedi a Milano, per un totale di 70mila clienti al mese ed un fatturato superiore a 4,5 milioni di euro. Oggi ci sono ristoranti anche a Bergamo, Pavia, Torino, Padova e Verona. 

Perché Miscusi?

Startup-MiscusiIl nome nasce da una constatazione che, seppur sotto gli occhi di tutti, prima della startup milanese non era stata adeguatamente valorizzata. Come spiega Alberto Cartasegna, la scelta di Miscusi ha una valenza ironica: sintetizza uno degli stereotipi attraverso cui gli stranieri, americani in primis, filtrano la loro esperienza diretta dell’Italia.

Mi scusi, frase utile ad approcciare in modo gentile i clienti in un ristorante, in un bar o in negozio dentro cui c’è molto più del trito luogo comune dell’italiano untuosamente cordiale e mosso da doppi fini, o dall’intento di raggirare lo straniero.

Filippo Mottolese ed Alberto Cartasegna hanno reso il calore genuino, l’accoglienza e la spinta gratuita al dono, la cifra distintiva di Miscusi. Basti pensare ai pranzi di beneficienza organizzati durante le feste con il coinvolgimento di familiari ed associazioni dislocate sul territorio, per consentire anche a categorie fragili o emarginate (minori rifugiati, anziani soli) di assaporare un abbraccio familiare in un momento dell’anno che per tutti - o quasi - è significativo (nel bene o nel male).

Ripartire da (e dopo ) il Covid19? Incredibile, ma vero

Startup-MiscusiMiscusi inanella una sfida vincente dietro l’altra. Non solo ha trasformato il lockdown in un’opportunità di crescita ed espansione attraverso la Bottega, prima online e poi fisica, ma ha preso spunto per esorcizzare la claustrofobica paura determinata dalle innumerevoli restrizioni e da una comunicazione pubblica non sempre efficace e coerente. Sono nate così le magliette DPCM (Due Paccheri Con Miscusi).

E la storia continua oggi, sempre più ricca di dettagli e sviluppi avvicenti. L’ultima arrivata, nella famiglia Miscusi è la Farm di Giussago (Pavia), sorta su un terreno di proprietà della famiglia Natta. Qui il parco Neorurale Hub è stato interessato da ventennali operazioni di ripristino delle biodiversità coronate dal recupero delle condizioni ambientali dell’anno 1000.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

 

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