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TreexOffice: andreste a lavoro sugli alberi?

Un albero che si trasforma in spazio di co-working?

treex-office-formica-argentinaSuccede a Londra , all’Hoxton Square.  TreexOFFICE è  un’installazione temporanea che unisce dimensione lavorativa e naturale. Opera  dello studio londinese Tate Harmer, in collaborazione con gli artisti Natalie Jeremijenko, Shuster +, Moseley e gli ingegneri Tim Lucas Prezzo e Myers, offre l’opportunità di  pensare un nuovo concetto di ufficio. Il design infatti migliora la fruizione di spazi verdi e consente di lavorare a contatto con la natura.
 
La struttura ruota attorno a un tronco d’albero e può essere affittata o treex-office-2-formica-argentinacondivisa tra persone che abbiano bisogno di una postazione, ma anche  sfruttabile da associazioni che necessitano di una sede temporanea. Nel bio-ufficio è presente la connessione wi-fi e otto postazioni per co-workers. La struttura portante, di 25 mq, è stata realizzata con carta pressata e pannelli traslucidi, materiali che consentono di far penetrare una luce completamente naturale. Lo spazio è pensato per essere smontato senza danni all'ambiente circostante. 
 
L’idea si inserisce nel Park Hack Project, iniziativa promossa dalla capitale inglese per incentivare attività all’aria aperta e utilizzo di spazi verdi. I proventi ricavati dalle postazioni sono reinvestiti nel progetto stesso per la creazione di zone di condivisione dei parchi. 
 
Sarebbe bello diventare tanti Tarzan in giacca e cravatta.
 

 
 
 
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Wind tree, il vento ti fa bella

Diciamocelo: non sono piacevoli a vedersi e deturpano l’estetica del paesaggio. 
Le turbine eoliche però, benchè non siano reginette di bellezza, sono una delle fonti eco-sostenibili per eccellenza.  La New Wind, società francese, ha creato il connubio perfetto tra gradevolezza visiva e energia pulita. Si chiama Wind tree, undici metri di altezza per otto di diametro, realizzato interamente in acciaio, altro non è che una turbina a forma di albero. Le 72 foglie artificiali, dalla forma lievemente conica, sono in grado di generare energia (pari a 3,1 KW, se usate tutte insieme) anche con una brezza leggera. Meno delle turbine tradizionali, certo, ma quest’ultime per funzionare hanno bisogno di molto più vento e quindi sono attive un minor numero di giorni all'anno.  L'albero del vento invece  potrebbe funzionare in media 280 giorni l'anno.
 
Wind tree non è per niente rumoroso; emette semplicemente lievi fruscii. Tutti i cavi e i generatori sono sigillati all’interno della

 struttura, che può essere collegata alla rete pubblica o utilizzata per integrare la potenza elettrica di un edificio.  Ogni albero dovrebbe costare circa 30.000 euro, ma se ne  guadagnano altrettanti  in termini di energia senza inquinamento e centrali elettriche.  L’invenzione è in fase di sperimentazione; se il progetto funziona, potrebbero spuntare interi boschetti di wind tree verso Marzo, in piena capitale francese. 

 
Se una rondine non fa primavera, i wind tree forse potrebbero?
 
 
Ecco come funziona Wind tree... Guarda il video
 

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Salmone, ecco perchè dovremmo evitare di mangiarlo

Re di aperitivi e pranzi chic dell’ultimo minuto. 
Vi siete mai chiesti da dove proviene il gustoso pesce che, dalla Norvegia, approda alle nostre tavole? Ormai è sempre più difficile pescare salmone selvatico. Lo stock presente nell’oceano Atlantico è in estinzione, quello del Pacifico in declino. Il pesce che finisce negli scaffali dei supermercati, secondo i dati pubblicati da un reportage di Slow Food,  è al 90% frutto di allevamento intensivo. L' associazione ha  infatti sottolineato i motivi per cui dovremmo evitarlo come la peste.
 
1) Escrementi e rifiuti non vengono mai rimossi e si lasciano semplicemente cadere attraverso le reti, depositandosi  sul fondale delle piscine.   Seicentomila salmoni nuotano in questa zuppa disgustosa che alimenta le mutazioni di agenti patogeni dall’Atlantico fino al negozio sotto casa. 
 
2) Avete presente quella bella sfumatura rosa che fa capolino dal banco frigo? E’ un colorante. Si chiama SalmoFan e viene aggiunto al mangime per esigenze di mercato.
 
3) La Norvegia ha ottenuto, ad Aprile 2013, il consenso per aumentare  le quantità di Endosulfano, pesticida ultra tossico bandito in numerosi Paesi. 
 
4) Il mangime dato ai salmoni contiene derivati animali ( soprattutto suini).
 
5) Foche, uccelli e leoni di mare rimangono spesso intrappolati nelle reti che  delimitano gli allevamenti.
 
6) Sapevate che, per ottenere un kg di salmone ne servono cinque di altri pesci? Ulteriore causa di riduzione dello stock ittico, che ha come conseguenza l’estinzione di molte specie.
 
7) L’aumento di allevamenti intensivi è direttamente proporzionale a un calo drastico dei salmoni selvatici.
 
8) I medici norvegesi lo sconsigliano  alle donne incinta, a causa dell’alto livello di tossine contenute in quelli di allevamento intensivo, sostanze conosciute per provocare danni allo sviluppo del cervello del bambino. La dottoressa Anne-Lise Bjørke Monsen ha rischiato la carriera per aver divulgato  informazioni false, incoraggiando le mamme al consumo .
 
Consiglio? L’etichetta non mente.  È un diritto del consumatore  avere tutte le informazioni necessarie al momento dell’acquisto. Le legge europea ha clausole specifiche che devono comparire sull’involucro del prodotto: nome della specie, se sia o meno pesce da allevamento, nome dello stato membro o del paese terzo in cui si è svolta la fase finale dell’allevamento e l’eventuale zona di cattura.
 
Consumatori, non abboccate. Non diventiamo esche dell’industria intensiva. 
 
 
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