Boyan Slat, il destino del Pianeta è nelle mani di un 19enne
01.02.2016 17:18
Ogni giorno è sempre più evidente la necessità di un cambiamento, una svolta che consenta una miglior gestione delle risorse. Perché allora non smettere di produrre plastica e riciclare quella che abbiamo già? A prescindere dai rifiuti generati quotidianamente a livello mondiale, c'è tanta spazzatura che “naviga” indisturbata, inquinando oceani e mari. Le idee rivoluzionarie non arrivano solo dagli scienziati. «Cos’è il genio? È fantasia , intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione» diceva Gastone Moschin in Amici miei. E si può nascondere anche nella mente di un diciannovenne olandese.
Quattrocento giorni e 530 pagine di dossier per capire che non solo il progetto è fattibile, ma potrebbe rappresentare una soluzione molto concreta. L’idea era già stata presentata al TEDx , conferenza modiale sulle “ ideas worth spreading” ( idee che val la pena diffondere). L’iniziativa aveva riscontrato parecchio successo, suscitando l’entusiasmo di circa cento volontari tra scienzati e ingegneri.
Surriscaldamento del pianeta, eco-sistemi in pericolo, calamità naturali.

Boyan Slat , questo il nome del giovane inventore, ha deciso di avviare una campagna di raccolta fondi chiamata The Ocean
Cleanup. La pulizia degli oceani è sempre stata ritenuta impossibile, costosa e lunga. I metodi convenzionali prevedono l’uso di navi che trascinano reti, provocando non solo una pesca involontaria ma anche emissione di agenti inquinanti, che alla fin fine vanificano i buoni propositi. Boyan ha ribaltato la prospettiva: e se fosse il mare a “venire da noi”, come in fondo ha sempre fatto? Ha così inventato delle barriere fluttuanti che catturano passivamente i rifiuti mentre l’acqua ci passa attraverso. La maggior parte della plastica galleggia entro i tre metri di profondità, ovvero appena sotto la superficie dell’acqua. La fauna marina potrà dunque vivere indisturbata appena sotto le barriere che, grazie a palafitte e àncore , in cinque anni potrebbero raggiungere un dimensione vasta quanto l’oceano.


La campagna di crowdfunding ha come obiettivo la raccolta di due milioni di dollari in cento giorni, soglia che permetterebbe di passare dalla teoria alla pratica. La quantità di rifiuti rimossa è infatti direttamente proporzionale all’entità delle donazioni: con 6, 21 dollari si può alleggerire l’oceano di un chilo di rifiuti, con 750 di ben 120 chili. In una settimana il teenager è già arrivato a 184.000. Parte della somma verrà inizialmente utilizzata per condurre ulteriori test sull’affidabilità della tecnologia e per garantire l’allargamento del team.
La nostra salvezza potrebbe dipendere da un diciannovenne che ha scelto di prendere l’iniziativa, senza aspettare che fossero altri a occuparsi del problema. Grazie Boyan, la salvezza del Pianeta non ha età.
Ecco la presentazione del progetto..Guarda il video
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