Come evitare che un debito si trasformi in condanna a morte?

Lo stalking ha tante facce. Una di queste è il recupero crediti. Spesso infatti le società preposte ricorrono a comportamenti illeciti. Chi ne è vittima può comunque chiedere l’intervento dell’Antitrust e ottenere il risarcimento del danno non patrimoniale scaturito dalla violazione della privacy. A tal proposito, una sentenza del Tribunale di Chieti (la n.883 del 2012) ha accolto le richieste di un cittadino che aveva subito ripetute molestie attraverso telefonate e messaggi recapitati a un’utenza altrui.
 
Recentemente l’Antitrust ha dato il “cartellino rosso” a due srl operanti nel settore del recupero crediti, sospendendone le attività. La prima avrebbe fatto pressioni indebite tramite comunicazioni postali e telematiche avanzando pretese monetarie infondate, da qui la condanna al pagamento di 205.000 euro. Nei confronti della seconda, invece, la sentenza è stata «pratiche commerciali scorrette, in quanto aggressive».
 
Ecco le azioni definite improprie dal Garante della Privacy in quanto lesive della riservatezza, e quindi bandite:
- tentativi di comunicazione con familiari, vicini di casa e datore di lavoro
- chiamate pre-registrate e diffusione di avvisi di mora in luoghi visibili e accessibili da tutti
- solleciti di pagamento notificati a persone con cui il diretto interessato non è in buoni rapporti
 
 

 

 

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