Facebook arriva anche nei campi profughi

Il business di Mark Zuckerberg vuole estendersi anche ai campi profughi.
E’ l’idea che ha lanciato il fondatore di Facebook al Summit of the Americas, New York aprile 2015. 
 
Tutto nasce dalla considerazione che la connessione internet estesa anche a questo tipo di utenti apporterebbe certamente numerosi benefici a Facebook ma, ancora più importante, essa può considerarsi uno strumento di tutela dei diritti umani e di diffusione del concetto di pace. Possiamo, difatti, affermare che la maggiore diffusione di internet comporterebbe un tipo di informazione più dettagliata sui fatti e gli avvenimenti tale da rendere più consapevoli gli utenti dei propri diritti.
Del resto molti profughi e rifugiati hanno testimoniato che la connessione avrebbe facilitato i loro contatti con le famiglie e  consentito di fuggire attraverso percorsi meno rischiosi.
 
In realtà  Zuckerberg fa un vero e proprio appello sul “New York Times” assieme a Bono Vox :“Per unire il mondo, collegatelo!”, ed ancora,“Internet non dovrebbe appartenere solo a tre miliardi di persone, come è oggi. Dovrebbe essere considerato come una necessità per lo sviluppo, e uno strumento che rende possibile cose ancora più grandi”. 
 
Certamente è un business che aumenterebbe il fatturato del “signor Facebook” ma, d'altronde, come egli stesso afferma:
Connettendo più persone nei paesi in via di sviluppo, abbiamo l'opportunità di creare più di 140 milioni di nuovi posti di lavoro, sollevare dalla povertà 160 milioni di persone e dare a 600 milioni di bambini l'accesso a strumenti di apprendimento", con ciò contribuendo a sradicare la povertà nel mondo.  
 
Resterebbe da stabilire soltanto come potrebbe realizzarsi questo progetto in collaborazione con l’Onu  poiché allo stato Zuckerberg non l’ha specificato.
 
 

 

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