Facebook live map, il superpotere del reality

Siamo una generazione di spioni.
Non si sa se i nostri antenati fossero curiosi quanto noi o semplicemente sfogassero la loro fame di affari altrui con mezzi più amatoriali. Tipo le tende della cucina o le chiacchere con la vicina pettegola. Fatto sta che di acqua sotto i ponti ne è passata dai tempi in cui Jeffries, protagonista de La finestra sul cortile, si divertiva a spiare i condomini. Chissà che trama avrebbe elaborato il caro Mr Hitchcock se fosse ancora vivo. 
 
Non più la vita, ma la sua rappresentazione. Selfie, GIF, dirette streaming hanno creato un intreccio indissolubile tra reale e virtuale, rendendo il confine tra i due molto sottile. Forse troppo. Il vecchio dilemma psicosociologico riguardo gli effetti della tv sulla realtà e viceversa, sono stati interamente dirottati sul web, croce e delizia del nostro secolo. 
 
 
L’apice della tendenza è stato raggiunto in questi giorni con l’ultima trovata di Mr Zuckerberg, Facebook Live map. Il tool, che funziona tramite streaming, connette 1,6 miliardi di utenti che mostrano la loro vita in diretta. Si trova nella sezione applicazioni, nella parte sinistra della home.
 
Come funziona 
Stupore e senso di onnipotenza: ecco cosa ho provato all’apertura del neonato strumento. La mappa comprende i cinque continenti; pallini sparsi per il globo indicano i punti della Terra in cui stanno trasmettendo video in diretta. Gironzolando con il mouse, si possono visionare in anteprima contenuto, nome dell’autore,numero di spettatori e da quanto tempo è online . È presente anche la sezione top video, che segnala un contenuto in mezzo al calderone, descrivendone la tipologia ( tv, giornale, media). Grazie allo zoom ci si può poi focalizzare su un particolare Stato o città; nel caso in cui la trasmissione fosse stata interrotta,  il video sarà visibile ancora per un pò con la dicitura “diretta terminata”.
 
 
Il fascino dell'ultra-visione
Sarà che ultimamente i film di supereroi stanno spopolando, ma Facebook sembra far leva ancora una volta su curiosità e desiderio di ognuno di trovarsi dietro le quinte, di sentirsi specie di deus ex machina. I dati parlano: tali video stanno ottenendo un tasso di visualizzazione dieci volte superiore a quelli caricati nativi sul social. Anche i mezzi di informazione possono usufruire di questa grossa spinta a loro vantaggio, creando un rapporto più immediato con il pubblico.
 
Questi nuovi strumenti vanno usati con attenzione. La sensazione di sentirsi iperconnessi e collegati con il mondo dà una scarica di adrenalina. Tuttavia, al di là dell’aspetto ludico, mi viene da immaginare scenari poco rassicuranti. La percezione del qui e ora è fittizia. Se qualche fanatico, come è già successo con altri strumenti, cominciasse a sfruttare quest’applicazione per mostrare violenze in diretta? Non è una furbata, perché verresti smascherato in un nanosecondo. Però dall’altro lato, la sensazione di onnipotenza dello spettattore svanirebbe lasciando il posto alla frustrazione della mancanza di presenza fisica.
 
Nonostante le preoccupazioni degenerative, mi appello all’intelligenza delle persone, secondo il vecchio detto che chi origlia e spia non sempre è destinato a sentire e vedere cose positive. D’altronde, anche Clark Kent, dopo aver usato la vista supersonica, si rimette gli occhiali. 
 
 
 
 
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