Stanchi della solita, triste e dispendiosa pausa pranzo? Allora connettetevi a Solunch

Startup: Solunch, la community online per la pausa pranzo

sololunchOgni giorno chi è costretto a magiare fuori per lavoro o per studio si ritrova nel solito bar-tavola calda a consumare panini e pietanze riscaldate, pagando un occhio della testa e in più senza godere della compagnia di qualcuno.  

Di contro, 17 milioni di persone, che lavorano a casa o temporaneamente disoccupate,  tutti i giorni pranzano a casa da sole. 

E allora perché non farli incontrare? E’ da queste considerazioni che è nata l’idea di creare una startup che propone una cucina condivisa.

Che cos’è Solunch?

E’ una piattaforma digitale  “una sorta di ecosistema in cui ci si ritrova a tavola, mangiando e socializzando. Chi lavora, invece di andare in un bar affollato e costoso, va in una casa e migliorano qualità della vita e produttività. Inoltre, chi ospita arrotonda: con il contributo alla spesa si arriva a circa 150 euro al mese”.

Questo progetto, inizialmente partito in contemporanea a Roma e Milano, è ora attivo in tutta Italia attraverso un sito che si ispira al concetto di sharing economy e che mette in contatto coloro che sono a casa a cucinare con quelli che sono costretti a pranzare fuori.

Come funziona?

Ci si iscrive gratuitamente. Chi decide di ospitare pubblica l’offerta: tutti i giorni, due volte alla settimana, per piatti speciali… 

Si apre la porta a due-tre “SoDinner” che si registrano gratis caricando gli estremi di un documento. Poi avviene la transazione e, dopo il pranzo, il feedback.

La startup

foundersA idearlo sono state due amiche, l’una manager, l’altra imprenditrice rimaste senza lavoro. 

Si chiamano Elena Seccia e  Luisa Galbiati (Oscar Figus per il sito). 

Il sito è stato selezionato tra i 30 semifinalisti (su 1.400 progetti) allo European Social Innovation Competition 2015, ed avvalendosi del patrocinio della Lega nazionale consumatori, ha conquistato il premio "Il coraggio di Innovare Digital Awards 2015" di Regione Lombardia e UnionCamere e attualmente partecipa allo StartUp Training dell’Università Bocconi. 

In più  Palazzo Marino l’ha inserito, su centinaia di progetti, nell’ambito del primo bando di crowdfunding civico del Comune di Milano.

Quali sono i prossimo passi secondo gli ideatori? 

Consolidare la presenza nelle città già presidiate: questo perché come tutte le piattaforme di sharing economy ha necessità di buoni numeri per permettere un’interazione soddisfacente per tutti, a maggior ragione nel nostro caso visto che si tratta di un’interazione di prossimità. Nel frattempo svilupperemo anche la App per rendere più agevole l’utilizzo. Nel 2018 l’intento è quello di arrivare all’estero.

Simona
Blogger in pausa pranzo

 

 

 
 
 

 

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