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Rivolto alle mamme di maschi…

Cara suocera.

suoceraIn questi giorni mi hai indirizzato una simpatica lettera che mi ha fatto divertire e sorridere, ed è col medesimo intento che mi rivolgo a te e a tutte le suocere effettive e potenziali.

 Pensando di raccogliere le voci di tante altre giovani nuore, effettive e potenziali, approfitto dei poteri di cui mi insignisce la tecnologia per rispondere virtualmente a te che sei la mamma di un maschio.

 Avendo un fratello maggiore  ben comprendo le faticose giornate che hai speso tentando di instillare un minimo di grazia in quel piccolo teppista. E ti stimo per le montagne di panni insozzati all’inverosimile che hai affrontato a colpi di dixan, con la lavatrice stipata in funzione anche di notte.

Ma se mi permetti, cara suocera, in tante occasioni ti sei complicata la vita da sola.

Sostieni di avergli insegnato ad aiutare in casa.

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uomini che stiranoAllora perché dovresti storcere il naso davanti ad una camicia stirata in maniera non impeccabile (da me, presumo)?

Perché non gli hai insegnato a stirarsele da solo? Glielo sto insegnando io, e credimi, lo sa fare meglio di quanto immagini. Certo, nei punti di giuntura fatica un po’, ma sta migliorando. E poi, come ha giustamente sottolineato il tuo pargolo e come sostengo anch’io, basta sedersi in auto per vanificare lo sforzo speso per appianare ogni piega.

Forse non si dovrebbe insegnare ad aiutare in casa, ma si dovrebbe far passare il concetto che svolgere piccole mansioni domestiche è un’attività normale, ordinaria amministrazione, non un atto di bontà.

Credimi, anch’io sto spendendo ogni giorno preziose energie.

Sapevi che il tuo maschietto è un cuoco provetto? Scommetto che tu però non gli hai mai permesso di avvicinarsi alla cucina perché temevi il disastro post-nucleare riverso sui fornelli, con spargimento di salse e intrugli fino al soffitto. Ma fidati, il maschio sa anche pulire! Ah, passa anche l’aspirapolvere, e ormai ha imparato a farlo autonomamente, senza che sia io a ricordarglielo. Devo ammettere che a volte non si ricorda (o forse finge di non ricordare) che la polvere si annida anche sotto il divano, ma imparerà, sono fiduciosa.

Fare le mamme di maschi è un lavoro duro perché, (so che questa frase ti farà storcere il naso, di nuovo) forse un po’ vi piace viziarli. Perché per la figlia femmina stirare e cucinare sono attività scontate, dovute, ma col maschio siete un filo più indulgenti.

camicia

Forse sarebbe il caso che padri e madri di maschi e femmine trasmettano ai propri figli un bagaglio completo di competenze per essere autonomi.

Ora mi rivolgo ai padri di femmine: perché non insegnate alle vostre figlie a sporcarsi le mani, a sostituire le gomme dell’auto con disinvoltura, per esempio?

Cara mamma di maschio, tornando a noi due, io ti ringrazio e ti rispetto per l’uomo meraviglioso che stai crescendo, ma per favore, non viziarlo troppo, adegua i tuoi metodi educativi ai tempi che cambiano, preparalo, perché sarà improbabile che trovi una donna disposta a stiragli le camicie. Poi tanto esistono già le camicie “no stiro”, una benedizione per tutti, suocere e nuore comprese.

Con affetto,

Valentina

 

 

 

 

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Il lato B dei Social Network

Viviamo nell'era della digitalizzazione, dove ogni informazione e curiosità può essere affidata alla rete. 
Le relazioni sociali sono ormai gestibili attraverso applicazioni o piattaforme, ma quali sono i pro e i contro? 
Pensate: un tempo per mantenere i contatti con un amico residente all'estero scrivevate lettere o vi preparavate all'aumento della bolletta telefonica causa "chiamata internazionale", ora ci "logghiamo" su Skype o Facebook e abbiamo risolto il problema. Semplice e economico. 
 
Anche l'interculturalità può essere annoverata fra i meriti della piattaforma Facebook che garantisce la condivisione di pensieri e interessi (tutto ciò nel rispetto delle regole). 
 
Facebook si è reso anche mezzo di comunicazione per campagne di vario tipo alle fasce sociali più disparate con utilizzo di hashtags
 
Ma l'altro lato della medaglia?
I contro possono e sono sconcertanti: il cyberbullismo ha raggiunto livelli inimmaginabili, la tutela dei minori è andata svanendo è sempre più sono i giovani vittime di malintenzionati come nei video di questa pagina Risse da Strada.
 
La privacy dei dati personali è messa a repentaglio, poiché dati anagrafici, luoghi frequentati sono facilmente individuabili da molti.
 
Concludo domandando: "Questi social network, che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana, sono veramente ciò che appaiono?".
 
 
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Haamble, l’Urban Social made in Italy

Quante volte vi è capitato di varcare la soglia di un locale e di provare l’immediata sensazione di sentirvi come pesci fuor d’acqua e di ripetervi in testa una sola frase: “ma che ci faccio qui?" 
Grazie ad Haamble, applicazione lanciata da una startup italiana, ora è possibile scegliere in maniera ragionata il contesto in cui inserirsi e trovare altre persone con interessi affini.

Come funziona?

Una volta scaricata l’app gratuita, al momento disponibile per iOS, Android e presto anche per Windows Mobile, si compila il form di registrazione, ma è anche possibile accedere alla piattaforma collegandosi con il proprio account Facebook. Si può personalizzare al massimo il proprio profilo, inserendo informazioni relative ai propri gusti musicali, hobby, sport preferiti e molto altro. Ogni utente è geolocalizzato ed è visibile sulla mappa, così si può sapere in tempo reale quante e quali persone si trovano in un dato posto.

Perché dovrei iscrivermi?

Sono le persone che fanno i luoghi, questo è il motto di Haamble. Grazie a questa app è possibile stringere amicizie più facilmente e vivere appieno la realtà della propria città, restando costantemente aggiornati sui luoghi di ritrovo più in voga dei nostri potenziali amici.

Il pregio maggiore di Haamble è quello di essere un social che incoraggia le relazioni interpersonali e che non conduce gli utenti all’isolamento o alla mera interazione virtuale, ma li spinge a conoscersi dal vivo e a costruire un sano dialogo faccia a faccia.

E voi cosa ne pensate? Vi fidate delle amicizie nate dai social oppure preferite imbastire relazioni in maniera più tradizionale? Lasciateci un commento!

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