Adotta un olivo abbandonato e ricevi l'olio fresco: l'idea di Ager Oliva

Salvare l'oro verde toscano

Ottima per un regalo agli amanti del cibo genuino o per coloro che adorano sentire il profumo dell’olio appena spremuto ogni volta che aprono una bottiglia. 

Oppure, semplicemente, un’ occasione per chi vuole contribuire a tenere in vita i quindici ettari di terreno da restituire al patrimonio paesaggistico toscano. 

È l’idea alla base di Ager Oliva, neonata startup pistoiese, la cui idea è tanto semplice quanto vincente: regalare nuova linfa agli alberi abbandonati per renderli di nuovo utilizzabili per la spremitura e la produzione di oro verde. 

Il progetto ha già decine di sostenitori, pur essendo nato solo da qualche mese, riportando in vita 600 piante in quattro mesi.  Indizio che Tommaso Dami, intraprendente trentenne CEO della startup, ha colto nel segno.  

Come funziona Ager Oliva 

ager oliva10È sufficiente andare sul sito e adottare una pianta di ulivo selezionandola dalla lista disponibile. 

Da quel momento quella pianta prenderà il nome prescelto e si potrà andare a visitare quando si vuole. In tempi di raccolta e frangitura, infine, si riceveranno due litri di olio d’oliva toscano biologico, spremuto a freddo appena dopo che sono state colte le olive. 

Sembra che il progetto nasca in partenza con l’influenza benevola del grande Leonardo, dal momento che gli ulivi vengono coltivati esattamente a Vinci, patria del grande artista e scienziato. 

La procedura è rigorosa: dopo il taglio di eventuali rami secchi, viene falciata l’erbaccia attorno alla pianta, sistemati gli argini e le fosse limitrofe. 

Poi si passa alla concimatura organica delle piante. Molto spesso gli ulivi abbandonati presentano varie malattie e un’evidente mancanza di nutrimenti. Per questo si interviene con trattamenti biologici per eliminare il problema. Con la potatura poi, si rinverdisce la chioma.  

Si porta così la pianta nella situazione ottimale per dare il frutto. Tra ottobre e novembre si raccolgono le olive e, in giornata, vengono trasportate in frantoio per la spremitura a freddo.  

Tra cultura e gastronomia 

L’obiettivo è rinvigorire quattro milioni di ulivi abbandonati. «Non possiamo lasciare all’incuria le colline e gli ulivi dando un calcio alla storia, alla cultura e alla tradizione che contraddistinguono la nostra comunità come popolazione mediterranea» afferma Dami. 

Purtroppo, i tempi sempre più ristretti, il trasferimento dalla campagna alla città e l’allontanamento dall’agricoltura sono solo alcune delle ragioni che hanno portato all’abbandono del suolo. 

Tuttavia, Ager Oliva sta lottando strenuamente per evitare di perdere una grande ricchezza regionale e nazionale. 

«A oggi abbiamo oltre dieci collaboratori –afferma Dami -età media 35 anni: tutti affiatati e disponibili. Possiamo dire di aver creato un'onda di emozione in un settore che si sente da troppo tempo in crisi».
 

Una startup con un fine nobile che rimanda a un bisogno sempre più impellente: il ritorno alla natura e alla genuinità dei suoi frutti.  

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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