+Alter … + Ego

C’è stato un tempo in cui mi sarebbe piaciuto essere una di quelle che regala il suo cuore a buon mercato, al miglior offerente. Una di quelle che si specchia in occhi sempre diversi. Un giorno un volto, pochi giorni dopo uno nuovo, con la velocità con la quale si sceglie di indossare un vestito piuttosto che un altro.
Baciare delle labbra o delle altre.
Senza differenza. Senza sentirne il sapore.
Scaldarsi in un abbraccio o in uno nuovo senza neanche accorgersi del differente odore della pelle.
Come se necessariamente debba esserci qualcuno al nostro fianco per dare un senso alla nostra esistenza.
Il che non è del tutto sbagliato se guardiamo il concetto nella giusta proporzione. 
 
La ricordate favola di Eros Ramazzotti? Il cantante, riferendosi ad una scritto di H.Hesse, nel testo dice: “la felicità non è mai la metà di un infinito”.
Certo per la nostra felicità abbiamo bisogno dell’amore, dell’altra metà della mela di Platoniana memoria, anche se- personalmente- ho compreso che occorre cercare sempre una “mela intera”, una individualità che si muova prescindendo dall’alter. 
Ciò che mi lascia perplessa è la facilità con la quale si pronuncia questa parola che è una delle più piene di senso e significato che esistano: AMORE!
I “ti amo” si trovano ormai al mercatino dell’usato.
E “i ti voglio bene” ???
Quelli poi neanche hanno più un peso! 
E’ importante non essere mai soli, essere popolari, riconosciuti, ricercati, desiderati…
E, sui nostri amici social, che meraviglia modificare il proprio status sentimentale da ‘single’ a ‘fidanzato/a ufficialmente’!
Non si vede l’ora di poterlo fare…Che poi duri un giorno, una settimana, un mese…che differenza fa…?
Che peso può mai avere?
“Taggamenti” melensi a iosa purché il mondo virtuale sappia.
 
Oggi un nome…domani un altro… chi se ne frega…. !!!
Tanto l’anima non ce la si mette mai…quella è assopita… e nessuno si prende la briga di sollecitarla…perché se si desta, beh allora il problema diventa serio!
 
Già, lei, l’anima, pretende di essere ascoltata, di vivere l’autenticità, di ricercare quell’amore che è talmente raro che non è possibile confonderlo in volti differenti.
E chi è mai quel folle che vuole correre il rischio di intraprendere una ricerca che forse non porterà mai a nessun risultato?
Chi può mai essere così pazzo da metterla nelle mani di un altro piano piano la propria anima? Correndo poi il rischio che questo ci passeggi su come se fosse il più comodo dei tappeti persiani!
L’intessere delle relazioni diventa un machiavellico piano dell’inganno, non solo verso l’altro…ma prima di tutto verso se stessi.
Questa percezione di controllo fa sentire forti in fondo.
Che sciocchi siamo… 
Il dispendio energetico che impieghiamo nell’autoinganno diventa senza misura.
Tuttavia, talvolta, ho  creduto che in realtà fossero molto più semplici questo autoinganno e questa assenza di verità.
D’altra parte la via dell’autenticità comporta prezzi alti da pagare. 
La voce fuori dal coro risulta nota stonata (seppur in realtà dovrebbe essere melodia armonica)
Troppo spesso comporta il versare lacrime amare.
Eppure, ‘’vox populi’’ insegna, chi nasce quadro non può certo morire tondo…
Indi per cui…se stai stretto in queste ciniche dinamiche…rassegnati… o ti ci adatti o sarai destinato a quelle lacrime…
Visione in effetti non al top dell’ottimismo…ma suvvia, siamo realisti…. Non ci prendiamo in giro…. 
Oggi chi è disposto a mettersi in gioco senza riserve in nome di una emozione vera che solleciti il cuore?
 
Senza volerci soffermare sul fatto che molto è mosso dalla forza del dio-sesso (ossimorica associazione ma necessaria per rendere l’idea).
Ora non voglio fare la moralista, sarebbe finto e stupido, non sono certo la santa della situazione, ma mi chiedo come sia possibile riuscire a passare da un corpo ad un altro senza mai lasciare che venga toccata l’emotività.
Anatomicamente il corpo di un uomo e di una donna sono creati in modo tale che la loro…come dire, integrazione, produca piacere. Il che giustifica la ricerca di questo ‘allietamento’ dei sensi. Ma mi piacerebbe ricordare che non siamo animali che obbediscono solo all’istinto.
 
In questo probabilmente c’è da fare anche una distinzione tra uomo e donna.
Proprio l’anatomia dei corpi la dice lunga.
Per un uomo la sessualità è qualcosa di esterno, per una donna qualcosa di interno.
Il che potrebbe spiegare un bel po’ di dinamiche (anche se oggigiorno saltano tutte le regole e riflessioni che non sono comunque mai generalizzabili).
Ciò che credo è che quando tra due individui c’è un incontro dei corpi si genera un campo di forze che implica il donarsi in qualche modo.
Solo che, il più delle volte, questo donarsi viene castrato subito dopo e limitato ad esercizio ginnico che, seppur generatore di piacere fisico, inaridisce l’animo volta per volta…spingendo sempre un gradino più giù. Ma nell’autoconvinzione fittizia che ‘‘fare numero’‘ ci renda dei grandi...
 
 
 

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