Il gap generazionale? Si risolve davanti al pc

Siamo animali sociali: sottrarci alla relazione con l’altro è una violenza verso noi stessi

Ciò non significa, però, che pur di schivare la solitudine, si debba interagire con chiunque. Il primo e più importante discrimine tra un legame che arricchisce e nutre ed uno tossico, che svuota una o entrambe le parti coinvolte è la reciprocità.

Un rapporto è sano e funzionale se fondato sullo scambio, se ciascuno è predisposto a donare qualcosa di sé (in termini di tempo, di vissuto), ed è aperto ad accogliere dall’altro qualcosa che potrebbe diventare il seme di un cambiamento.

Così, la reciprocità dispiega al massimo le sue potenzialità, se esiste un certo margine di complementarietà. Due persone (fin) troppo simili, infatti, difficilmente possono aiutarsi l’un l’altra a crescere, a migliorarsi. È molto più probabile che si risolvano ad essere solo lo specchio (fintamente) rassicurante e confortevole in cui rivedersi.

Gap generazionale: se “scocca la scintilla” vincono tutti

Nonni-al-pcL’incontro ed il confronto tra  individui caratterizzati da una grande differenza di età può sprigionare una sorprendente quantità di energie. L’interazione tra giovani ed anziani determina un’atmosfera di curiosità mista ad un certo margine di diffidenza e aspettative.

A influenzare l’evolversi degli eventi è l’empatia, la leva più efficace per scardinare le riserve interiori (timidezza, scetticismo, snobismo) e far emergere la fiducia, l’ingrediente “segreto” da cui dipende spesso l’esito dei rapporti umani.

Ciò spiega perché negli ultimi anni si sono diffusi sul territorio progetti ed iniziative che puntano sul trasferimento di competenze tecnologiche dai giovani agli anziani. L’intento è scongiurare emarginazione, solitudine e malattia, “mostri” a cui non sempre gli over 65 riescono a opporre resistenza senza un aiuto esterno. Specularmente i giovani hanno modo di ampliare il proprio bagaglio di esperienze attraverso la condivisione di quelle di una persona più grande, e liberarsi da stereotipi, “assoluti” e idealismi ingessati.

Giovani e anziani si incontrano davanti al pc

Due progetti finalizzati a ridurre sia il gap digitale che quello generazionale sono stati avviati nei mesi scorsi in Toscana ed in Liguria. Il primo, denominato Gioia+, ha visto la partecipazione di molteplici associazioni dislocate sul territorio. Giovani e anziani si sono incontrati online condividendo a distanza letture, esercizi di ginnastica, e visite virtuali ai musei. Gli appuntamenti sono stati preceduti da una formazione ad hoc di entrambe le parti coinvolte.

In Val di Vara, invece, sono entrati in gioco i facilitatori digitali (ragazzi che hanno aderito al Servizio Civile), sostenendo e affiancando gli anziani nel disbrigo di molteplici pratiche burocratiche, spesso irragionevolmente complesse anche per i nativi digitali .

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 


 

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