Indovina chi viene a cena (e guadagna) con l’home restaurant

Cucina è condivisione … e comunicazione

Home_restaurantIl matrimonio con i social, quindi, è stato quasi obbligato, ma non per questo infelice. Al contrario, non smette di dare alla luce figli. In origine erano le food blogger a monetarizzare la passione per il cibo, oggi l’obiettivo è a portata di mano di tutti (o quasi) quelli che uniscono disinvoltura ai fornelli con una spiccata curiosità per l’umanità. È la sharing economy, bellezza: la sua ultima declinazione, in ordine di tempo, è il cosiddetto home restaurant, che ha contagiato rapidamente varie parti d’Italia, trovando, in ciascun luogo, una declinazione particolare e fortemente connotata.
 
 
 

Di cosa si tratta?

Home_restaurant

Se sai cucinare, ti piace conoscere persone nuove, confrontarti con esperienze di vita diverse, e hai sufficiente spazio in casa per “ospitare” qualcuno a tavola, sei il candidato ideale ad aprire un home restaurant. Si tratta, in breve, di un modo divertente e stimolante per arrotondare le proprie entrate mensili. Generalmente il primo contatto si instaura tramite il passaparola o via Internet. Prenotazione e pagamento si perfezionano su apposita piattaforma social o attraverso sito/profilo Facebook dell’home restaurant.
 
Ovviamente, l’altra faccia della medaglia è che bisogna rinunciare all’idea classica di svago nel weekend. È materialmente impossibile uscire e andare per locali … ma il divertimento e le novità, sostanzialmente, arrivano a domicilio!
 

…quante tasse devo pagare?

L’attività, essendo svolta in casa, non ha carattere commerciale; inoltre non è necessario richiedere un’autorizzazione sanitaria, ma è comunque consigliabile farsi rilasciare un attestato sulla sicurezza alimentare. Dal punto di vista fiscale, fino a un massimo lordo di 5.000 euro annui, è inquadrata come lavoro occasionale, quindi non bisogna né fare una dichiarazione, nè avere la partita IVA. Qualora invece i guadagni superino questo importo-soglia, bisogna aprirla; la disciplina, entro 30.000 euro all’anno, è quella del regime agevolato dei minimi.
 
Roma Vs Milano
Home_restaurantUno degli aspetti più interessanti del social eating è rappresentato dal fatto che la sua declinazione è fortemente determinata dal background e dal carattere dei padroni di casa. Chiaramente, anche il contesto geografico gioca un ruolo importante. Così, nella Capitale impazza l’home restaurant del giornalista Michele Ruschioni e della moglie Daniela Chiappetti, imprenditrice del settore turistico. Con venti euro ci si gode un menù fisso rigorosamente ancorato alla tradizione romana (spaghetti all’Amatriciana, rigatoni alla carbonara, cacio e pepe, gricia, puttanesca, abbacchio alla romana, baccalà e scamorze), in uno scenario impregnato di storia (Porta Pia) impreziosito dal clima rustico e familiare. Una proposta che ha conquistato turisti, ma anche figli della Città Eterna. 
 
Ma’ Hidden Kitchen Supper Club è diventato un punto di riferimento nel capoluogo lombardo. Gestito da Lele, 40enne art director, e dalla moglie Melissa, impiegata nel settore della moda, è nato come associazione culturale, e ha coinvolto dapprima blogger e conoscenti, quindi turisti e professionisti di ambiti quali la finanza e i lavori creativi. Chi vuole cenare nel loro loft, deve prima di tutto armarsi di pazienza e tenacia: la lista d’attesa, infatti, conta 3.000 persone. 
 
Vuoi metterti alla prova? Ci vorrà poco, per prenderci gusto! 

 
 
 

 
 
 

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