Inspire, un trio al femminile per i fondamentali di una vita a impatto zero

Un team in rosa, a onorare la natura e la Madre Terra.  

Una natura che, ormai dal 2017, continua ad ispirarle. Alice, Veronica ed Eleonora, appassionate di attività outdoor e sostenibilità, hanno creato Inspire, associazione no profit capitolina che si pone come obiettivo insegnare a vivere una vita a impatto zero, all’insegna della gentilezza verso l’ambiente, il pianeta e degli esseri umani gli uni con gli altri.  

Unite nell’amicizia e negli intenti, le tre ragazze hanno scelto di dare vita a una rivoluzione gentile, nella consapevolezza dell’influenza che ciascuno di noi ha sul pianeta e su chi lo popola.  

«La prima idea di Inspire era di sensibilizzare sul tema rifiuti. Organizzavamo trekking in montagna per ripulire i sentieri, ma con il tempo abbiamo deciso di fare di più, perché non ha senso raccogliere i rifiuti con una mano se poi si producono con l’altra» afferma Alice Bellini.  

Educare nelle scuole

Così Inspire decide di aprirsi ad ulteriori progetti. Il cuore pulsante diventa ReFRESH - Free from Trash, programma con l’obiettivo di portare gratuitamente nelle scuole le buone pratiche dello Zero waste, dell’autoproduzione e dell’orticoltura. 

Attraverso servizi di informazione e sensibilizzazione, attività all’aria aperta, riconnessione con la natura e didattica ad hoc, si vuole indurre a diminuire il più possibile i rifiuti usa e getta e gli sprechi di ogni tipo nella vita quotidiana. 

«Durante le attività che proponiamo, i bambini sono molto entusiasti perché scoprono sempre cose nuove. Le domande più frequenti che ci fanno sono relative allo stupore che hanno nei confronti degli stili di vita sbagliati che sono dannosi per noi e per l’ambiente. Ci domandano sempre per quale motivo i grandi non sappiano mettere in atto le accortezze giuste per seguire una vita più sostenibile. Un feedback interessante perché vuol dire che si accende nei bambini uno spirito critico tale da porsi queste domande» racconta ancora Alice. 

L’entusiasmo con cui i più piccoli affrontano i discorsi e le attività che vengono proposte denotano come questi laboratori siano effettivamente un’attività necessaria. «C’è un grandissimo interesse da parte loro e questo genere di attività è molto più coinvolgente, non frontale come le lezioni classiche» hanno dichiarato le ragazze di Inspire ad un’intervista a StartupItalia.  

Inoltre, ogni scuola può decidere se raddoppiare la sua influenza con un vero e proprio "effetto domino", scegliendo di coprire le spese del percorso ReFRESH per un numero equivalente di studenti meno fortunati, consentendogli di poter imparare altrettanto, creando una sorta di gemellaggio. 

«Il motivo per cui investiamo le nostre energie e il nostro tempo nella realizzazione di ReFRESH è perché crediamo che l’educazione sia alla base di un cambiamento concreto e duraturo di cui tutti abbiamo bisogno. Vogliamo dare a tutti l’opportunità di ottenere gli strumenti e le soluzioni per risolvere le problematiche che minacciano il nostro pianeta e la nostra salute» dice Veronica. 

Il potere e l'esempio del singolo

Dalla loro esperienza nasce anche Guida Zero Waste, per informare, comprendere e aiutare chi vuole abbracciare uno stile di vita simile. Nonostante sembri il contrario, è ancora responsabilità del consumatore fare scelte consapevoli. Bisogna tornare a dar valore all'individuo e al buon esempio come motore di diffusione. 
 

Certo, non è sempre facile conciliare la vita quotidiana con tutte le attività e le energie investite per Inspire. Serve tempo e dedizione, come per ogni progetto importante.  

«Mi auguro che la collettività scelga sempre di acquistare materiali più sostenibili, in modo da poterne favorire la produzione abolendo quelli più nocive per l’ambiente» afferma sempre Veronica «Mi auguro che, ove possibile, possa comprare prodotti sfusi in modo da poter vedere aprire più punti vendita similari e di prodotti sempre vari. Perché al contrario di ciò che si pensa, è il mercato che si adegua alle richieste del consumatore».

Irene Caltabiano 

 

 

 

 

 

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