Io sto con Chiara Ferragni

La bellezza c’entra e su questo nessun dubbio.

Ma non credo che arrivare a fatturare oltre dieci milioni di euro l’anno sia una casualità. Tempismo, passione, perseveranza associate a un pizzico di fortuna hanno fatto di Chiara Ferragni, con il suo The Blonde salad, uno dei personaggi under 30 più influenti d’Europa. 

Vogue le ha dedicato almeno venti copertine in diversi paesi, le griffe la pagano profumatamente per indossare le loro collezioni, due milioni di follower su Facebook, 1,37 milioni su Twitter, 2,5 su Instagram

L’ "insalata bionda" più amata d’Italia ha tenuto recentemente una lezione agli studenti di Harvard. Ed ora è anchela moglie di Fedez, con figlio a carico. O forse sarebbe più giusto dire che lui è diventato da poco suo marito, dal momento che la fama della ragazza a livello internazionale oltrepassa di gran lunga quella del rapper.  Ma come ha fatto Chiara, la nuova "tigre di Cremona", a venir fuori dal calderone del web?

L’amore per i selfie

Anche gli autoscatti evidentemente sono una passione che si può far avanti già in tenera età. La blogger dagli occhi azzurri cielo confessa che le è sempre piaciuto fotografarsi; hobby che ha indiscutibilmente ereditato dalla mamma Marina, che immortalava di continuo le figlie ( Chiara ha due sorelle, Valentina e Francesca) e successivamente metteva in ordine le immagini, scegliendo primi piani e dettagli. «Diceva che un giorno le saremmo state grate per tutto questo lavoro e aveva ragione. Io, poi, sono diventata come lei».

 

Una laurea in giurisprudenza alla Bocconi e una gran passione per il mondo della moda hanno portato Chiara ad avvicinarsi al mondo delle prime community online, su cui ha raggiunto da subito un gran seguito con le foto dei suoi outfit. 

Fondamentale è stato il tempismo: nel 2009 i blog non erano ancora diventati fenomeno di massa soprattutto quelli di moda. The Blondesalad.com oggi conta uno staff di venti persone. La Ferragni ha realizzato diverse capsule collection, ( Yamamay, Guess, Levi’s), una sua linea di scarpe ed ora è anche testimonial per Pantene. Scusate se è poco.

Io sto con Chiara 

Un vero è proprio fenomeno, diventata in soli sei anni una voce influente e strapagata del mondo del fashion. Ovviamente, come per ogni personaggio che ha raggiunto il successo in tempi relativamente brevi non sono mancate le malelingue: gli « ma se non fosse stata bella»,accompagnato dai relativi «è solo un fenomeno gonfiato dalla rete, presto si appiattirà» insieme a troll, haters, parodie e commenti al veleno per screditarne l' immagine.

Io sto con Chiara.  Probabilmente se ci conoscessimo non potremmo essere amiche, per il semplice fatto che il mio concetto di fashion si ferma ai tacchi alti messi rigorosamente e unicamente ai matrimoni (e tolti dopo la prima mezz’ora). 

Perché se la gente mi vedesse girare allo stesso modo con cui la star del web è atterrata all’aeroporto di Cambridge chiamerebbe il 112. Perché se riesci ad essere trendy anche in vestaglia e pantaloni di acetato, classico outfit da domenica-male-di-vivere, hai vinto.

Non gli invidio il fatto che probabilmente deve passare metà della mattinata a sbrogliare i capelli dai piercing di Fedez. Ma la apprezzo. La stimo perché ci ha provato e ci è riuscita. Perché è sempre così evergreen criticare le persone che hanno raggiunto i loro obiettivi e poi guardare quanto velocemente giri i tuoi pollici in senso orario e anti-orario. Perché forse siamo talmente disillusi e crediamo così poco al mito della self made woman che preferiamo la valanga di pregiudizi anziché esser contenti per lei e cercare di carpirne i segreti come hanno fatto gli americani.

L’invidia è una brutta bestia (ma anche le pellicce leopardate non scherzano).

 

di Irene Caltabiano

 

 

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