Keep life, frutta secca da plasmare

Lunga vita alla frutta secca

Quanto è vero che le migliori idee, spesso, derivano da un semplice cambio di prospettiva. Un materiale normalmente considerato di scarto che può tornare a nuova vita, ad esempio. 

Avete presente tutti quei gusci di frutta secca abbandonati sulle tavole natalizie o lasciati sparsi dopo un rapido spuntino? 

Pietro Petrilli, giovane designer ma soprattutto persona estremamente curiosa, ha capito che quel materiale, disponibile in abbondanza, non era destinato alla spazzatura ma rappresentava un’opportunità per nuove creazioni, originali business.

La scintilla è scoccata durante il Natale di qualche anno prima, quando Petrilli vede tutti quei gusci abbandonati sulla tovaglia, di varie forme, colori e consistenze. Così, insieme alla designer italiana Ilaria Spagnuolo, ha creato Keep Life, il cui obiettivo è già presente all’interno del nome stesso: tenere in vita.

Keep life, design dalla frutta secca

Materiale composito, di natura lignea, plasmabile e autoindurente. Il processo di lavorazione di Keep Life segue fasi ben precise. Dopo una prima stagionatura dei gusci della frutta secca, questi vengono selezionati e setacciati. Ogni tipologia di guscio infatti si differenzia per consistenza e colore. «Ad esempio i gusci delle arachidi, per le loro peculiarità granulometriche, vengono utilizzati soprattutto per colmare i vuoti» precisa Pietro.

Una volta selezionati i gusci, questi vengono impastati a mano, usando un legante privo di sostanze tossiche, solventi e formaldeide. A questa fase segue l’essiccatura, che viene attuata attraverso degli stampi progettati e realizzati con filamenti naturali, tramite stampanti 3D.

Keep Life non è un semplice materiale, ma un’esperienza materica, disponibile in quattro cromie, tutte un omaggio alla terra campana. Si va dal nero Vesuvio, al Rosso Pompeiano, passando per il Giallo Tufo e il Bianco Fiano. 

Materiale esclusivo

keep lifeKeep Life si impegna inoltre a seguire una filiera sostenibile. «Per un discorso di prossimità, la maggior parte dei nostri gusci proviene dalla Campania, la Puglia, la Sicilia e la Calabria. Spesso pub e ristoranti raccolgono per noi gusci e scarti, che non sono tutti uguali. Ciascuno, in base alla provenienza, racconta un pezzo di territorio». 

Ci sono addirittura materiali che provengono in esclusiva da luoghi specifici, introvabili in altre location. «Ad esempio un’azienda agricola sarda ci fornisce i gusci di una mandorla autoctona che cresce solo lì». E così la materia prima arriva a plasmare l’identità dell’oggetto finale.

Ottenere la fiducia di artigiani e fornitori richiede però attenzione e cura.«C’era una cerchia di scettici e titubanti. Nessuno avrebbe mai scommesso che un materiale così granuloso si potesse lavorare come il legno. Ma tutti, poco dopo, hanno dovuto ricredersi» ha raccontato Pietro al magazine online Startup Italia, con una punta di soddisfazione.

Inoltre il giovane designer vorrebbe creare uno spazio di co-working da dedicare a tutte le fasi di lavorazione di Keep Life, per valorizzare al meglio la sua regione.«Mi piacerebbe soprattutto che questo materiale entrasse nelle case di tutti, magari realizzando delle piccole produzioni in serie per essere sempre più competitivi sul mercato». 

irene caltabiano

 

di Irene Caltabiano 

 

 

 

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