Kiddle e Qwant, quei motori di ricerca "gender-fobici"
09.03.2016 17:09
Chiamateli come volete ma ormai la soglia di utilizzo della tecnologia si abbassa a una velocità vertiginosa. Trovare un bambino che rimane stregato dal suo ditino che muove immagini e apre nuovi mondi sugli smartphone di papà e mamma, è sempre più frequente.
Nativi digitali, millenials, messi al mondo nell’era di Internet.

Così facendo però, il piccolo nerd potrebbe incappare in qualche contenuto non adatto alla sua età. Google ha perciò deciso di schierarsi a favore del parental control creando Kiddle, motore di ricerca indirizzato ai più piccoli. Google Safe Search e un team di editor sono costantemente al lavoro per offrire un web più sicuro. Kiddle funziona così: i primi tre risultati vengono selezionati da siti per bambini ad hoc, mentre i successivi, dal terzo al quarto, sono caratterizzati da contenuti semplici e alla loro portata. Dall’ottavo in poi ci sono invece quelli più complicati ma sempre selezionati secondo i parametri di Google Safe Search.
La grafica è adatta alla fascia d' età con font più leggibili e anteprime più grandi e visivamente accattivanti. Nonostante
l’iniziativa lodevole non sono mancati i primi commenti negativi riguardo ai contenuti oscurati. Termini come transgender o bisessuale sono il male; Kiddle mostra infatti un messaggio che identifica i termini come bad words. Stessa cosa per ovaie, ciclo e mestruazioni (?!?).

Nonostante la giovane età dell'ultimo nato di Google, sono già apparsi i primi rivali; Qwant Junior è stato presentato alla stampa come l’anti-Google. La priorità è sempre la tutela della privacy, ma il team di Qwant non esercita un vero e proprio monitoraggio sui termini. Ciascun utente può segnalare un contenuto giudicato illecito con un modulo di contatto, che verrà successivamente vagliato dal team.
I contenuti “illeciti” sono diversi da Paese a Paese. Ad esempio la parole bisessuale si trova in italiano, ma bandita in inglese; presenti aborto e pubertà ma in generale ciò che emerge è che molti Paesi hanno problemi con tutto ciò che richiama il termine sesso. Masturbazione? Neanche la traccia. È pur vero che certi argomenti, tendenzialmente, sono esclusiva dei genitori . Ma anche quando i motori di ricerca non esistevano, i nostri Google erano gli amici più grandi.
I siti di contenuti hard è giusto censurarli. Ma perchè nascondere certi fenomeni per crescere bambini disinformati in partenza?
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