La disoccupazione giovanile. Riflessioni di un imprenditore

Gestisco una società e sono un imprenditore. Cerco di creare valore, soddisfare i miei clienti, di generare fatturato e utile.

Per farlo ho bisogno continuamente di avvalermi di personale competente, sveglio, determinato e motivato.

La storia di Emanuele M. (imprenditore)*

Emanuele è un imprenditore di 46 anni che compete in uno dei mercati più ostici del mondo. L'Italia. Un paese dove la tassazione è al 60%, dove la burocrazia è il primo concorrente da abbattere, dove i giovani che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro provengo da percorsi di studi inutili.

Come assumi il tuo personale?

In linea di massima, dopo aver pubblicato annunci online sui principali siti di job search, seleziono i CV scritti meglio. Quelli con troppi "fronzoli" mi infastidiscono. Mi colpiscono quelli sintetici, possibilmente con la foto e con i punti salienti della vita del candidato. 

Dopo un breve colloquio conoscitivo, in genere di 30-40 min., anche qui dipende dalla noia o vivacità del candidato, mi rendo conto della totale incompetenza o non conoscenza della materia. Spesso non hanno idea di come funzioni Excel, o cosa sia Paypal, nonostante la maggiorparte di essi sia laureata in materie scientifiche o in scienze delle comunicazioni e possieda uno smartphone. Le loro conoscenze informatiche si fermano alla scrittura di base su Word. Stop.

L'offerta di lavoro

A questi candidati quanto offri di stipendio?

Sono totalmente a zero. Non conoscono nulla. non sanno cosa sia un F24, una riga di Html, una addizione di 2 celle in Excel. Quindi parto con uno stage formativo di 400€ al mese lordi. Dopodiché, alla fine del 2° mese, se mi rendo conto che la risorsa è valida, ha grinta e voglia di cambiare le cose, lo assumo a tempo indeterminato.

La grinta è tutto

E poi cosa succede?

Succede che dopo 2 mesi di grinta, motivazione e determinazione, appena raggiunto lo status di dipendente a tempo indeterminato la risorsa si "ammoscia". Mi rendo conto che culturalmente siamo cresciuti in una società che vede come realizzazione personale il "posto fisso" (Checco Zalone docet), ma vedere giovani di 25 anni che nel 2016 ancora ambiscono a questo status sociale mi fa tristezza.

Sfortuna vuole che ho l'azienda a Roma, dove il costo delle case è triplo rispetto a qualunque città d'Italia. Una stanza, dico una stanzetta, costa 500€ al mese. 

Da qui nascono le prime frustazioni che influiscono sulla "grinta" e sulla "motivazione"?

Sembra assurdo, ma anziché spronare il dipendente a fare di più, ad ambire a salari maggiori, responsabilità più alte, questa situazione deprime ancor di più il personale. Appaiono sfiduciati, stanchi, senza idee. Già a 24 anni. Pazzesco!

All'estero come funziona?

Ho avuto l'oppurtunità di vivere e lavorare 3 anni a Londra e a Cardiff. Non per fare il solito "esterofilo" ma li le cose sono differenti. Innanzitutto in UK hanno un vantaggio competitivo enorme: la lingua!

I ragazzi sono competitivi fin dalle scuole. Il sistema scolastico insegna la competizione, la crescita, l'espansione

I dipendenti britannici (ne avevo 6) pensano globale. quando fanno una scelta, o svolgono un compito, o in alcuni casi, lanciano un idea, pensano a come venderla al mondo intero. Sono geneticamente modellati per fare business worldwide. In Italia se ad un giovanne di Salerno gli proponi di studiare il mercato Rumeno, va in tilt. Vivono l'esperienza globale come uno sradicamento traumatico!

Che consiglio daresti ad un neo-laureato per avere successo?

Grinta, fame, e curiosità. Stare sempre a mille, pensare a come crescere e a come far crescere l'azienda per la quale lavori. Non pensare al posto fisso, ma a cosa stai imparando. Essere disposti a trasferirsi prima di aver messo su famiglia ti apre la mente. Ma soprattutto avere coraggio. Avere il coraggio di proporre idee, cambiamenti. Perché pensare che il tuo lavoro sia fatto di 8 ore al giorno è da falliti!

*Emanuele M. è il titolare di un azienda grafica di Roma. Fattura 5 milioni di euro e vende i suoi servizi e prodotti in Italia e in alcuni stati Europei. Il personale dipendente alla data dell'intervista è di 16 unità.

Duccio
Digital media instigator

 
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