La lotta alla mafia? Vivila con un'escape room

La sensibilizzazione verso temi importanti come la battaglia contro le mafie non è impresa facile.

Il rischio di cadere nella retorica è dietro l’angolo, così come di creare un’eco breve e sterile. Altra cosa è vivere l’esperienza “sulla propria pelle”, ancor meglio se attraverso il gioco.

I ragazzi del gruppo Agesci Genova 13 hanno abbracciato al 100% questa filosofia, scegliendo di contrastare la criminalità organizzata... con un’escape room.

L’escape room è un’esperienza immersiva diffusasi a macchia d’olio negli ultimi anni, che consiste nel riuscire a uscire da una stanza entro un tempo limitato, grazie alla risoluzione di diversi indovinelli. 

EnigMalavita, vivere la lotta alla mafia

L’idea iniziale di EnigMalavita si deve inizialmente a Stefano Matricardi, appassionato di giochi di logica, capo scout e punto di riferimento per molti all’interno del gruppo Genova 13. Stefano però, dopo un primo allestimento, si ammala di tumore al cervello e viene a mancare lo scorso marzo. 

Le sue idee “continuano a camminare” sulle gambe di tutte le persone che gli hanno voluto bene e che condividono i suoi ideali. Si decide dunque di portare comunque avanti il progetto in suo onore. In primis c’è da trovare lo spazio adatto. Gi amici di Stefano partecipano a un bando del comune di Genova e, attraverso il patrocinio della zona Tre Golfi, a luglio 2021, riescono a ottenere la gestione di un bene confiscato alla mafia. 

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Genova, a dispetto del sentore comune che vede la mafia concentrata al Sud Italia, è un punto di raccordo tra vari paesi, dove la criminalità organizzata ha spesso trovato terreno fertile. Infatti, nel 2009, sono stati confiscati circa 115 beni alla famiglia Canfarotta, la maggioranza depositi e palazzine all’interno del centro storico, in vie nelle quali gran parte dei genovesi passeggiano quotidianamente. 

Un crowdfunding vincente

enigmalavita6Dopo aver ottenuto l’assegnazione dello spazio in via dell’Umiltà, i ragazzi si sono scontrati con il bisogno di ristrutturare l’immobile che, come impostazione, si presta benissimo alla costruzione di un’escape room.

 Ed è da qui che è nata la campagna di crowdfunding su Produzioni dal basso, raccolta fondi vicinissima all’obiettivo prefissato. Il denaro servirà infatti alla ristrutturazione e all’organizzazione degli spazi per il gioco.

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La donazione è libera, ma chi decide di donare determinate cifre otterà, come da copione, un regalo in cambio, che va dalla semplice menzione sui sociali (20 euro) al ringraziamento sul muro dell’escape room più entrata per 4/6 persone (200 euro). 

«Il nostro intento è trasmettere a chi sceglierà questa esperienza la sensazione di aver vissuto in prima persona le dinamiche legate alla mafia” scrivono sulla piattaforma gli amici di Stefano “la consapevolezza del suo potente ruolo nel nostro territorio e soprattutto l’importanza che la lotta alla criminalità organizzata ha avuto, ha e avrà per tutti noi».

di Irene Caltabiano

 

 

 

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