Le paure dei ventenni di oggi la dicono lunga su quanto siamo cambiati

Un whatsapp visualizzato senza ricevere risposta.

bufferingUn film in streaming che non carica, non trovare il telecomando quando sta per inziare la serie preferita. Se ci si dovesse basare sullo studio della Htc, azienda di tecnologia, condotto  insieme a un’equpe di ricercatori della Goldsmiths University, si direbbe che stia crescendo una generazione di pigroni pc-dipendenti.

E forse è vero. Emerge infatti un confronto interessante con la generazione precedente. Penso ai miei genitori: si sono sposati a venticinque anni. Secondo i miei modesti calcoli dunque erano tre anni più piccoli di me quando hanno cominciato a vivere insieme e creare una famiglia .

Se per loro i problemi dunque erano avere una relazione felice, guadagnare abbastanza da pagare affitto e bollette, possedere sufficiente denaro per crescere i figli con serenità, oggi le preoccupazioni dei twenties sono di ben altra  categoria: essere costretti ad aspettare l’arrivo del corriere in casa, non trovare i condimenti sul tavolo quando si mangia fuori, dover uscire dal letto per spegnere la luce.

 

ultimo-bacio

Sembrano battute ma, ahimè, è tutto vero. Notate qualcosa tra l’atavico terrore di aver dimenticato di comprare la carta-igienica e lasciare in casa l’ombrello quando fuori piove? Una progettualità che non va oltre le 24 ore.  Se va bene, conosciamo il mercoledì i programmi del fine settimana.

Forse anche un film come L’ultimo bacio (2001), dramma generazionale che raccontava l’incapacità di crescere di un gruppo di trentenni, non funzionerebbe prodotto nel 2017. Perché? Anche se eterni Peter Pan, i protagonisti avevano già moglie incinta e lavoro stabile.

Oggi, alla loro età, se va bene cerchiamo di dividerci tra uno stage e l’altro, facciamo tre lavori, cercando anche di risparmiare quattro spicci per il viaggetto del weekend e la cena all’all you can eat.

netflixSiamo felici se riusciamo a trovare una stanza singole in affitto che non vada oltre le 350 euro, spese incluse. Se single in cerca di compagnia, apriamo Tinder. Se in coppia, la maggioranza dei miei coetanei convive e vede il matrimonio come qualcosa di piuttosto remoto. E, quando torniamo a casa, siamo spesso talmente stanchi da voler semplicemente anestetizzare il cervello con una puntata dell’ultima serie Netflix.

Siamo forse la generazione del “c’è sempre tempo per”? Quando l’illusione coincide con l’immaturità, il voler inseguire le proprie aspirazioni con l’illusione, la libertà con "non hai più l’età per fare il super giovane" e "forse dovresti trovare un compromesso con i tuoi sogni"?

Non è una critica , ma una riflessione aperta. Anche io, nemmeno trentenne, ci sono dentro fino al collo.

irene-caltabiano

di Irene Caltabiano

 
 
 

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