Musangwe, il fight club africano
15.03.2016 09:55
«Non sono ancora un uomo e non sono più un bambino. Quando diventerò un uomo sarò forte. Nessuno potrà fermarmi. Mi chiamo Tsumelo, ma per tutti sono Killer».
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«Nella nostra cultura se sei un uomo adulto devi prenderti cura di tutti i bambini come se fossero tuoi figli, e hanno bisogno di una persona forte, che sappia combattere».
Una adolescente e un uomo di una zona remota del Sud Africa. Cosa li accomuna? Sono atleti di musangwe, una lotta tradizionale della tribù venda.
A metà tra capoeira e pugilato, non ci sono mezzi per difendersi, né guantoni né caschi. Uno scontro corpo a corpo che termina solo quando uno dei due combattenti si arrende. La lotta ha origine nel 1829, quando i capi bestiame facevano lottare i tori tra loro. «Non è una battaglia con lo scopo di farsi male-dice Tsumelo-è per mettersi alla prova. Quando combatti non puoi vincere sempre. So accettare la sconfitta».
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