NoMa: si può sconfiggere la mafia con un'app?

Mafia.

Può una sola parola evocare così tante immagini e suggestioni? La realtà criminale con cui molti (purtroppo) ancora identificano la Sicilia è un cancro che continua a serpeggiare.  Come ogni tumore, bisogna almeno provare a sconfiggerlo. E i “medici” che hanno tentato di estirparlo si chiamano Giorgio Boris Giuliano, Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.

Nomi che dovrebbero rimanere stampati nella nostra mente e presi continuamente ad esempio. Spesso però non regaliamo la giusta importanza a individui fondamentali per la memoria storica. Come dare nuovo peso a determinati eventi e personalità?

NoMa, guardare Palermo con occhi diversi

Niente lapidi o commemorazioni, ma NoMA (No Mafia), un’app che grazie alla realtà aumentata e alla voce di personaggi dello spettacolo rigorosamente siciliani, permette di visitare Palermo alla scoperta  dei luoghi in cui sono avvenuti attentati o episodi importanti legati alla lotta alla mafia. Sulla piattaforma presente anche una sezione in cui vengono proposti itinerari pizzo-free, suggerimenti per visitare il capoluogo siciliano passeggiando tra ristoranti, alberghi negozi, che promuovano un turismo pulito e sostenibile. Neanche un euro andrà a finire nelle mani sbagliate.

I promotori dell’app non sono sconosciuti. In occasione della festa di Addiopizzo (famosa organizzazione anti-mafia) Tiziano di Caro, famoso architetto e organizzatore di eventi palermitano, incontra Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. L’idea dell’irriverente iena, al cinema in questi giorni con il nuovo film In guerra per amore, era organizzare un museo dell’anti-mafia.

«La proposta mi incuriosì» racconta Tiziano. «Era però un periodo in cui ero particolarmente interessato alla realtà aumentata e così, un istante dopo, sono stato io a proporre a Pif un nuovo progetto: perché pensare a un solo luogo fisico e chiuso quando Palermo è un museo a cielo aperto, dove si trovano, per le strade, lapidi di vittime della mafia? Perché non sviluppare un’app che guidi cittadini, turisti e ragazzi in quei luoghi, per far sapere loro cosa è successo?».

Purtroppo la mafia significa anche intimidazione, paura, omertà. Si deve perciò spingere, soprattutto le nuove generazioni, a camminare a testa alta e capire l’importanza della testimonianza. Nasce così l’associazione culturale Sulle nostre gambe fondata da Pif, Emanuela Giuliano (figlia del capo della squadra mobile Boris), Roberta Iannì (figlia dell’imprenditore alberghiero Carmelo Iannì) e naturalmente, Tiziano. Il progetto NoMa è stato patrocinato dal comune di Palermo mentre lo sviluppo tecnico curato dal TiLab, laboratorio di ricerca e sviluppo di Tim.

Fondamentale la partnership con le Teche Rai, che ha reso possibile recuperare immagini di repertorio per una fruizione a 360 gradi. NoMa mescola foto, animazioni digitali e materiale audiovisivo per raccontare le dinamiche di un attentato mafioso,  consultare note biografiche, immagini d’epoca e interviste ai parenti delle vittime; il tutto accompagnato da voci d’eccezione: Pippo Baudo, Giuseppe Tornatore, Luigi Lo Cascio, Leo Gullotta, Teresa Mannino, Nino Frassica e tanti altri.

22 storie per 22.000 download

Le storie da scoprire sono tantissime, anche di eroi meno conosciuti, come Mario Francese, Pietro Scaglione, Paolo Giaccone. Il dato importante non è tanto il numero di download, ma piuttosto chi ha scaricato l’app: tantissimi ragazzi che, grazie a un linguaggio più vicino alla loro realtà quotidiana quali gli smartphone,  hanno scoperto personalità che non si studiano sui libri di storia, ma sono comunque  parte importante del vissuto collettivo.

NoMa è riuscita nel suo intento: creare un circolo virtuoso che portasse il pubblico, grazie a questi piccoli semi, a informarsi, conoscere, acquisire sempre più consapevolezza.  Fino a far camminare “le loro idee sulle nostre gambe”.

 

di Irene Caltabiano

 

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