Perché imparare inglese e tedesco (o francese) previene l’Alzheimer (e non solo)

Studiare una o più lingue straniere?

Sì, e non solo per lavoro e per conoscere nuove culture

Si susseguono, infatti, gli studi che dimostrano che questa scelta rappresenta anche un ottimo investimento di salute nel lungo periodo. Imparare (e utilizzare regolarmente) due o più lingue previene il declino cognitivo, ma anche qualora si sia già manifestato, ne attutisce i sintomi e ne riduce la gravità. È infatti possibile cimentarsi con le lingue straniere anche DOPO l’insorgere di patologie come l’Alzheimer.

Apprendimento lingue straniere e funzionamento del cervello

Lingue-riserva-cognitivaUtilizzare spesso ALMENO UNA lingua straniera per comunicare incide sulla Riserva Cognitiva, il “tesoretto neuronale” a cui il corpo attinge in caso di danni cerebrali.

Mantenere una certa dimestichezza con lingue diverse da quella nativa, infatti, comporta una continua stimolazione mentale in quanto l’individuo deve passare da un set linguistico all'altro. E questa ginnastica influisce sul benessere psicofisico al pari di palestra, jogging e ciclismo.

Gli studiosi hanno ipotizzato che chi padroneggia una o più lingue straniere benefici di connessioni cerebrali centralizzate e altamente specializzate.  Ciò determinerebbe minori sollecitazioni ed “usura”, per così dire, a carico delle regioni frontali del cervello, che sono le prime vittime dell’invecchiamento.  Un medesimo effetto protettivo si osserverebbe anche in persone che parlano correntemente un dialetto equiparabile ad una lingua straniera (ad esempio il sardo). Il bilinguismo determinerebbe un potenziamento del controllo cognitivo, abilità indispensabile a gestire la competizione semantica che si genera tra madrelingua e lingua straniera.

Bilinguismo e declino cognitivo: gli studi più recenti

Lingue-riserva-cognitivaNel 2019 è stato reso noto uno studio condotto dall’Unità di Neuroimaging molecolare e strutturale in vivo nell’uomo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele che ha evidenziato come lo studio delle lingue straniere scongiuri l’insorgere dell’Alzheimer, e che i sintomi di altre patologie senili si manifestino mediamente 5 anni dopo rispetto a chi parla una sola lingua.

Il gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Daniela Perani (direttrice dell’Unità di Neuroimaging) aveva rilevato che i pazienti bilingue dell’Alto Adige avevano conseguito risultati migliori nei test di memoria verbale e visivo-spaziale.

Nel 2020, invece, una ricerca spagnola ha evidenziato che nei Paesi in cui si parlano almeno due lingue, le patologie connesse al decadimento cognitivo si presentano circa il 50% di volte in meno.

Gli studiosi hanno analizzato la situazione della città di Barcellona, dove la popolazione utilizza sia il catalano che lo spagnolo, ed in alcuni quartieri si parla esclusivamente l’uno o l’altro.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)


 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci