Perchè NON sentirsi indispensabili e (troppo) impegnati è una benedizione

Chi non ha (mai avuto) un amico stile Barone Rosso?

Inafferrabile in quanto impegnatissimo. Poco convincente nel tentativo di dissimulare l’autocompiacimento per la sua agenda traboccante di impegni (?) dietro al flebile dispiacere di non vederci.

Che tu gli proponga una gita fuoriporta domenicale, una pizza infrasettimanale, o un semplice caffè post-ufficio, poco importa: la sua risposta è sempre la stessa: “guarda, mi farebbe tantissimo piacere, ma…”

Poi apri il suo profilo social, e ti accorgi che, a parte le ore trascorse al lavoro, condivide continuamente post di qualunque tipo. E la domanda – o meglio, la constatazione – sorge spontanea: e questa sarebbe la persona che ha mille ed una cose da fare?”. Quasi sempre segue il ridimensionamento del rapporto, o il definitivo allontanamento: nessuno vorrebbe scoprire che un presunto amico rinunci alla sua compagnia non per mancanza di tempo, bensì di voglia, preferendogli, addirittura, l’ozio sterile.

La tendenza a rappresentarsi al mondo oberati di impegni pur non essendolo ha un nome ben preciso: busy bragging, espressione inglese che traduce letteralmente questo comportamento (occupato a vantarsi).

Busy bragging: può essere involontario?

Busy-braggingLa risposta è sì: viviamo infatti in un momento storico in cui chi ha (molto) tempo libero viene guardato con un misto di commiserazione e disprezzo, in quanto etichettato come loser. Così, non essere sottoposto ad un bombardamento quotidiano di telefonate, email, commenti social significa non valere un granché.

Tuttavia, per svincolarsi da questo inganno è sufficiente porsi poche domande: quante ore dormo a notte? Quante volte a settimana riesco a vedere amici e parenti? Guardo la tv regolarmente?

Le risposte potrebbero stupirci: una rapida “autodiagnosi” potrebbe dimostrarci che, nonostante percepiamo la nostra vita quasi claustrofobica, dormiamo 7-8 ore a notte, incontriamo spesso le persone care, e siamo aggiornati sui reality e le serie più popolari del momento.

Non sono così impegnato come credevo: e adesso?

Il passo successivo a questa sorta di test non è quello che potremmo pensare. Avere un po’ di tempo libero, riposare a sufficienza e riuscire a rilassarsi NON sono colpe o disfunzioni da correggere.  Al contrario, sono abitudini sane da presidiare, coltivare ed a cui affiancare un ulteriore elemento: prendersi del tempo per non fare nulla. Silenziare il cellulare, spegnere la tv, e, semplicemente lasciar fluire le proprie emozioni. Ascoltarle ed abbracciarle. Anche per diventare impermeabili al dilagare tossico del busy bragging.

La redazione 

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

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