PoreUp, l'innovativa plastica made in Italy che cattura CO2

PoreUp, la plastica che salva la plastica

PoreupOgni volta che faccio un giro su Produzioni dal basso rimango sempre stupita dalla creatività e dall’ingegno racchiuso nei vari progetti in vetrina, da quanta voglia ci sia di fare la differenza nel mondo.

La sezione green è piena di idee e proposte per combattere l’inquinamento e riciclare i rifiuti che produciamo quotidianamente in grandi quantità, alcune vere e proprie ancore di salvezza, un manifesto d’amore verso l’ambiente e l'umanità stessa.

Una delle campagne di crowdfunding che hanno attirato maggiormente la mia attenzione e che ha quasi raggiunto gli obiettivi di finanziamento prefissati è PoreUp.

Un team internazionale di giovani ricercatori, Sergio Piva, Charl X. Bezuidenhout, Jacopo Perego e Irene Santambrogio, dottorandi e laureati in Scienza dei materiali presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca, che hanno in comune la passione per la ricerca e la voglia di scoprire, studiare e capire come funzionano i materiali e le nuove tecnologie.  

Qual è l’obiettivo di PoreUp? 

  Sviluppare una nano-spugna capace di catturare l’anidride carbonica emessa dalle attività umane, utilizzando plastica di scarto o di riciclo, valorizzando un materiale già di per sé difficile da smaltire come nuova risorsa e lotta al cambiamento climatico.  

Purtroppo, dagli anni ‘60 in poi, la produzione di anidride carbonica è aumentata di circa il 33%, soprattutto a causa della crescente richiesta energetica a livello globale.

 La conseguenza più immediata della maggiore concentrazione di CO2 in atmosfera è l’effetto serra, che causa il conseguente riscaldamento dell’atmosfera 

Come funziona PoreUp 

Poreup La cattura di Co2 permette di assorbire selettivamente anidride carbonica da fonti concentrate, come scarichi di impianti per la produzione di energia, cementifici, industrie pesanti e produzioni industriali, in modo da limitarne la dispersione dell’atmosfera. 

Una volta in funzione dunque, tecnologie di questo tipo permetteranno non solo di diminuire l’impatto ambientale delle singole fabbriche, ma anche di recuperare anidride carbonica ad alta purezza, che potrà essere utilizzata come risorsa all’interno di processi industriali. 

Un'operazione doppiamente utile dunque, dal momento che non solo si mette in moto la macchina del riciclo della plastica ma potrà essere incamerata CO2 come nuovo bene primario.  

Le plastiche, nate per essere resistenti, sono infatti il materiale più difficile da riciclare. Bottiglie e confezioni grazie a PoreUp, non dovranno più essere smaltite o trattate. Le nano-spugne si rigenerano con facilità, garantendo una durata nel tempo e senza perdita di efficienza.  

Un progetto che speriamo raggiunga presto il budget richiesto. Come in tutte le campagne di crowdfunding, si può inoltre partecipare alla riuscita con importi già stabiliti, che vanno dai dieci euro con ringraziamento sui canali social e condivisione dei risultati della ricerca, fino ai trecento, con incontro in esclusiva con il team del progetto e dimostrazione pratica dei materiali. 

Non possiamo che fare il tifo per questo team nostrano di giovani scienziati che potrebbe apportare una piccola rivoluzione nel mondo del sostegno ambientale.  

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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