Silver cohousing: perché la vita può ricominciare a 65 anni

Avere un corpo sano ed energico non è solo una questione medica

Soprattutto quando le primavere vissute sono più di 65. Perché condivisione, partecipazione e progettualità sono veri e propri farmaci salvavita. Con la sola differenza che, rispetto a quelli approvati da AIFA, non comportano alcuna controindicazione.

Anziana-solitudine-Formica-ArgentinaOgnuno si salva da solo. Al cospetto di lutti, difficoltà professionali e malattia ciascuno può (anzi, deve) far affidamento innanzitutto sulle proprie risorse interiori, sull’accettazione del dolore in chiave trasformativa, sulla capacità di attivare il pensiero laterale e rovesciare la definizione di limite ed ostacolo.

Sapersi autodeterminare, però, NON significa dimenticare che l’essere umano è un animale sociale: non siamo “progettati” per vivere come isole. Valorizzare questa consapevolezza equivale a munirsi di un’ancora di salvezza, disseminando di nuove nascite (felice definizione di Guido Petter) un periodo della vita troppo a lungo considerato temutissima ultima spiaggia.  Ecco perché è auspicabile che il silver cohousing (letteralmente argentea coabitazione)/senior cohousing prenda piede in Italia.

Cohousing over 65: perché?

Over-65-Formica-ArgentinaLa speranza media di vita si è progressivamente allungata negli ultimi 50 anni, stabilizzandosi intorno agli 80 anni. Contestualmente sono cambiate fisionomia e dinamiche evolutive delle famiglie. Ormai è praticamente la norma che i figli vadano via da casa all’indomani della maturità per intraprendere il percorso universitario: così il loro raggio d’azione si sviluppa tanto ed in pochi anni, finchè non decidono in quale città stabilirsi, e raramente questa coincide con quella in cui hanno trascorso infanzia e adolescenza.

Eurostat ha stimato che in Italia gli over 65 nel 2009 erano un quinto della popolazione totale, diventando il 22,8% nel 2019, e proiettandosi al 30% nel 2060.

A questo si aggiunge il costante aumento di over 75 in buona salute (+5% negli ultimi 10 anni, dati Istat), e la sostanziale tenuta degli 80enni (la metà di loro è autosufficiente).

Allo stato attuale, quindi, la priorità, per un over 65 non è ricevere assistenza, ma coltivare la propria autonomia moltiplicando le occasioni di fare esperienze gratificanti e costruttive per prolungarla il più possibile. Garantendosi anche la serenità di sapere che, in caso di bisogno, avrà qualcuno accanto su cui fare affidamento.

Quando è nato il cohousing e dove si è diffuso

Il termine è comparso negli anni Ottanta, ad utilizzarlo per primi sono stati due architetti statunitensi in occasione di un viaggio di studio a Copenhagen. In Danimarca, infatti, la pratica di condivisione abitativa si era diffusa a partire dagli anni Sessanta grazie ai contributi teorici dell’architetto Jan Gødmand Høyer.

L’ampio spettro di ricadute positive del cohousing per gli over 65 è stato illustrato in numerose conferenze internazionali da parte dell’architetto Grace H. Kim.

Condividere casa per ridurre le spese, e aumentare le comodità quotidiane

Senior-Cohousing-Formica-ArgentinaSi possono riassumere così i punti di forza del senior cohousing. La coabitazione consente di tagliare i costi relativi al mantenimento dell’abitazione (risparmio stimato: 30%), pur mantenendo uno spazio di privacy (ognuno ha la sua stanza) e la propria autonomia (è sempre possibile uscire a fare quattro passi da soli, decidere di andare a trovare un figlio).

A tutto questo si aggiunge la possibilità di condividere attività domestiche e parte del tempo libero con i coabitanti, di usufruire di supporto tecnico per attività casalinghe impegnative, e ricevere tempestivamente assistenza medica in caso di necessità. Secondo stime effettuate negli Stati Uniti, dove il silver cohousing è una realtà consolidata, questo consentirebbe agli over 65 di restare autosufficienti dieci anni in più rispetto ai coetanei che vivono da soli.

Il senior cohousing favorisce il mantenimento dell’intelligenza emotiva e sociale, in quanto richiede (e sviluppa al tempo stesso) competenze emotive e relazionali ben precise: empatia, predisposizione all’ascolto ed al lavoro di squadra in ottica di problem solving.

Insomma, le opportunità di crescita, apprendimento e movimento sono ancora così tante, se il corpo “collabora”, che restare dentro 4 mura trascorrendo le giornate a coltivare l’arte del rimpianto e del lamento sarebbe più di un peccato. Sarebbe un reato: pensare a quanti non hanno avuto - loro malgrado – la fortuna di arrivare a 60 anni per credere.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci