Tutti pazzi per i prodotti ecofriendly. E le aziende ringraziano…

Verde è sano. Forse

EcofriendlyFormicaArgentinaCertamente, fa rima con cool. Indiscutibilmente, negli ultimi anni è diventato una vera e propria tendenza, uno stratagemma per accreditare come friendly il proprio modo di stare al mondo, qualunque cosa significhi.

Tradotto in termini di marketing ciò significa che i prodotti green (o sedicenti tali) movimentano un volume d’affari cospicuo. Sono diventati, dal lato dell’offerta, un vero e proprio business. Secondo un report dell’Osservatorio Immagino, assorbono infatti il 5,5% di quanto spendono gli italiani per la cura della casa.

 Cinquanta sfumature di verde

 

GreenFormicaArgentinaSenza fosfati, biodegradabile, nickel free. Le declinazioni possibili sono in continuo aumento, come ha rilevato la suddetta ricerca, che offre tra l’altro una disamina delle etichette di prodotti quali detersivi per bucato, per stoviglie e superfici, e deodoranti per ambiente.

Un dato spicca su tutti: i prodotti corredati dalla dicitura “meno plastica” hanno registrato un vero e proprio boom di vendite (+30% circa). L’Osservatorio Immagino ha peraltro rilevato sette categorie ecofriendly, alcune delle quali spesso utilizzate simultaneamente.

L’intento delle aziende è accrescere sensibilmente agli occhi del consumatore la percezione della propria autorevolezza e qualità, così da avere ricadute positive sul fatturato. Un esempio? Quando sull’etichetta compaiono più di tre categorie green, le vendite segnano un’impennata del 60% circa.

Quali fattori rendono un prodotto davvero ecofriendly?

Come ha sottolineato l’associazione Altroconsumo, a fare la differenza non sono solo gli ingredienti dello stesso, e le materie prime che compongono la confezione, ma anche – anzi soprattutto – l’utilizzo finale.

GreenFormicaArgentinaNelle scorse settimane l’organizzazione di tutela dei consumatori ha diffuso i dati relativi ai test effettuati su alcuni prodotti presentati come green. È così emerso che solo 3 su 12 detersivi per pavimenti erano effettivamente privi di elementi nocivi per l’ambiente. Altroconsumo ha inoltre suddiviso in tre categorie i prodotti analizzati: detergenti verdi (contenenti tensioattivi naturali e biodegradabili), parzialmente green (ai tensioattivi naturali se ne sommano altri di derivazione petrolchimica) … ed ecofriendly solo nel packaging.

Il volume di affari movimentato da questi ultimi è da attribuire in larga parte al greenwashing, e cioè al fatto che, tanto sapientemente quanto genericamente, il marketing li presenta come genuini e naturali. Espressioni quali “rispetta l’ambiente” equivalgono ai classici ombrelli semantici in grado di racchiudere talmente tanti (ed eterogenei) concetti, da non significare nulla.

Per evitare di cadere nella trappola, quindi, è necessario leggere attentamente le etichette, e cercare simboli quali FSC ed Ecolabel, il marchio di qualità ecologica che fa riferimento all’Unione Europea.

Vuoi verificare che il detersivo per pavimenti che hai comprato sia davvero green? Consulta il database dell’ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale).

Peggio di un detersivo pieno di tensioattivi nocivi c’è solo quello che si “veste” da buono, che paghi l’equivalente di una pizza capricciosa…e che se disgraziatamente entra in contatto con la tua pelle ti trasforma in Pimpa.

Francesca Garrisi

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 
 

 

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