Villa pignorata, villa devastata…

Mi togli la casa? E io la faccio a pezzi (letteralmente). Questa, in breve, la vicenda che ha visto coinvolti, nei giorni scorsi, due coniugi risiedenti a Cerro Maggiore (Milano). A seguito dell’atto di esecuzione giudiziaria, Gaetano e Graziella non ci hanno pensato due volte. Hanno divelto piastrelle, tegole, porta blindata, infissi, termosifoni, tubature, fili elettrici e persino i tombini. Sono rimaste soltanto le mura dell’immobile.
 
«La villa ci è costata circa 200mila euro, tra mutuo e lavori di ristrutturazione. Molti avrebbero reagito come noi, probabilmente, anche perché, all’origine di tutto, c’è una vera e propria ingiustizia. Lo Stato Civile ha infatti annotato con clamoroso ritardo (dieci anni) l’atto relativo a un fondo patrimoniale per cui sarebbero state sufficienti poche settimane».
 
 
Dal canto suo, il Comune di Cerro dichiara di essere nel giusto. «Non è vero quanto sostengono i due. La procedura è stata determinata unicamente dai loro comportamenti. Difatti, la costituzione di un fondo patrimoniale non rende i beni che ne fanno parte del tutto impignorabili». 
 
 

 

 

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