L’altro giorno non avevo niente da fare.
«Bello!»
Direbbe qualcuno.
A cui di solto segue un: « Aaah, se potessi stare tutto il giorno sul divano..»
e finisce con: «… a guardare serie tv a mangiare patatine!»
Io le patatine le avevo finite e ahimè non posseggo un divano. Vedete, è proprio questo il problema, quando non ho niente da fare, non ho voglia di fare niente. Una formula matematica precisa che anestetizza il mio corpo liberando la mente.
All’apparenza una cosa positiva se non si trattasse del sottoscritto, e modestamente, io, il sottoscritto, lo conosco bene!
E per descrive questo processo al meglio userò la terza persona singolare.
Quando la mente di Marco si libera, succedono cose strane.
Il suo cervello viene bombardato da una serie di curiosità inutili che escono fuori tramite quelle che lui chiama...flatulenze intellettuali.
In una catatonia quasi perfetta, l’unica parte del suo corpo che riesce a muovere sono le dita, che spingono tasti sul pc appagando la necessità di sapere cose, del tipo: come mai gli elefanti sono gli unici animali a non poter saltare?
Lo sapevate che per ricoprire la facciata dell'Empire State Building ci sono voluti più di 10 milioni di mattoni? Il coccodrillo ha 106 denti, e tutte le volte che un dente cade vien rimpiazzato da uno nuovo, all’infinito (molte curiosità riguardano animali, chissà perchè).
Solitamente l’aerofagia mentale si stabilizza quando il cervello di Marco si sofferma su una curiosità che vale la pena essere approfondita. In questo caso si tratta della tafofobia, la paura di essere sepolti vivi.
Insomma, una cosa che può succedere, magari quando meno te lo aspetti.
Se non fosse che lui ha visto Kill Bill di Tarantino e sa benissimo che grazie all’insegnamento del maestro Pai Mei è possibile rompere con una serie di colpi precisi e sempre più forti le assi di legno della bara e uscire scavando con le mani.
Sia chiaro, non senza una certa fatica e sporcandosi un pochino con il terreno fresco, ma cosa si farebbe pur di sopravvivere!
Ed ecco che l’aerofagia aumenta di nuovo perchè l’argomento fobia gli apre un altro cassetto. Le dita si muovono velocemente e trovano un sito in continuo aggiornamento (così c’è scritto) che elenca ogni tipo di paura.
C’è l’ablutofobia, la paura di lavarsi; l’afefobia, paura di toccare gli altri e di essere toccati; l’aulofobia, la paura dei flauti; l’autodysomofobia, la paura di chi puzza… e siamo solo alla lettera A!
Un archivio infinito che provoca la fobia di arrivare fino in fondo perché è in continuo aggiornamento…anzi no, l’ultimo è del 2011.
Ed è così che la curiosità si sgonfia, quando Marco si sente deluso e l’aerofagia termina. E il ragazzo ricomincia a fare cose.
Marco Lombardi
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