Amici animali

Stasera mangiamo a domicilio? Sì, ma anche cani e gatti!

L’impero del food delivery colpisce ancora.

Da Just eat a Moovenda, i fattorini viaggiano rapidi per garantirci pranzo o cena direttamente a casa. E se i beneficiari non fossimo solo noi ma anche i nostri amici a 4 zampe?

Gli USA stanno creando versioni sempre più raffinate e target oriented del servizio a domicilio. Sul mercato sono già presenti un pugno di startup che promettono sostanziosi guadagni. Meal kit, già specializzata nel food delivery ( consegna ingredienti per le ricette pronti da cucinare) ha creato la divisione per animali. Ollie invece ha dato il via ad un servizio super premium, aggiudicandosi finanziamenti da 4,4 milioni di dollari da Primary Ventures e Lerer Hippeau Bentures insieme a Canaaan Partners. Consegnerà pasti bio e salutari in tutto il Paese.

Come?

Esaminerà le esigenze di ciascun esemplare tramite un profilo online, calcolando valori nutrizionali e fabbisogno calorico. Una volta elaborati i dati, i pasti arriveranno già porzionati. Il giro d’affari del cibo di qualità per cani promette bene: in America vale già 13 miliardi e in Italia potrebbe trovare un discreto riscontro: i 4 zampe da compagnia nel Bel Paese sono circa 60 milioni, il 51, 8 % cani e il 48, 2% gatti.

Le nuove piattaforme partono dal presupposto che gli animali possono avere gli stessi problemi degli uomini in campo alimentare. La cattiva nutrizione può portare a problemi come il cancro e il diabete. Se Ollie e Meal Kit hanno dato il la, una vasta gamma di startup si sono buttate nella mischia. Da PetPlate, simile ad Ollie, a Farmer’s Dog, nella quale si compila il profilo del cucciolo, dall’età alla corporatura fino alle preferenze alimentari, consigliando ricette da preparare con alimenti buoni anche per i padroni.

La diffusione sarà frutto della sempre maggior attenzione a uno stile alimentare sano che dalle persone si riflette anche sugli animali? Si sa che gli americani sono esagerati in qualsiasi cosa. Sarà una moda hipster destinata a fallire o un mercato in espansione?

 

di Irene Caltabiano

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I nuovi San Francesco? Si trovano in Mozambico

"Dalla comprensione dell’unità della vita deriva la compassione, un senso di identità con la vita in altre forme".

Gli Yao, popolazione del Mozambico, sembrano aver fatto proprio questo principio fondamentale del buddhismo. In natura di frequente specie diverse si aiutano vicendevolmente per migliorare le proprie possibilità di sopravvivenza . Gli uomini sembrano aver dimenticato questa capacità. Ma non dappertutto.

Il golanera, piccolo volatile che emette una vasta gamma di cinguettii, scambia informazioni con gli uomini. Li porta dove c’è il miele e loro, per ricompensarlo, gli regalano la cera d’api, di cui va ghiotto. Peraltro, sono una delle poche specie a possedere un enzima particolare che li aiuta a digerire il favo. 

I novelli San Francesco hanno imparato una serie di richiami per comunicare e farsi condurre al "tesoro". I golanera, 

dal canto loro ottengono il cibo che, in caso contrario, non riuscirebbero a estrarre da soli, rischiando di essere punti mortalmente dalle api. Un sodalizio stretto da molto tempo, ma solo adesso venuto alla luce grazie ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, guidati dalla biologa Claire Spottiswoode. Nello specifico i cacciatori di miele richiamano l’attenzione attraverso un particolare suono della bocca, un trillo subito seguito da una specie di grugnito. Il segnale per far capire agli uccelli che sono pronti per andare alla scoperta dei nidi.

La professoressa Spottiswoode ha intervistato una ventina di cacciatori Yao che vive all’interno della riserva naturale diNiassa. «Il richiamo raddoppia fino al 66% la possibilità di essere guidati dagli uccelli ed aumenta le chances di trovare i nidi di api fino al 54%, dall'iniziale 17 che si otterrebbe usando altri tipi di richiami, suoni animali o umani per attrarli. Gli uccelli usano il suono come un’informazione per scegliersi questo speciale partner nella ricerca del miele» continua l'autrice dello studio. «Bisogna ricordare che negli anni Ottanta gli scienziati ebbero modo di documentare che, in alcuni casi, erano gli stessi uccelli a manifestare la volontà di cooperare con gli uomini, emettendo un suono ben distinto e svolazzando da un albero all’altro per attirare l’attenzione» 

Non si tratta dell’unico caso di interazione collaborativa tra uomini e animali. Anche i delfini cooperano a volte con i pescatori nella ricerca di branchi di pesci. Potrebbe essere lo spunto per tentare una connessione con altre specie e trovare un nuovo equilibrio del cosmo?

 

di Irene Caltabiano

 

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I cani? Capiscono il tono dei nostri discorsi

Nonostante sia il miglior amico dell'uomo spesso sottovalutiamo le sue capacità cognitive.
 

Così uno studio dell'Università di Budapest li ha finalmente riscattati. Sembra che i nostri amici pelosi riescano a distinguere le intonazioni di voce e dunque il significato emotivo di ciò che gli stiamo dicendo.

L'esperimento
 

Il team,guidato dal dottor Attila Andics (Eötvös Loránd University) ha sottoposto tredici cani, precedentemente addestrati a rimanere immobili, a risonanza magnetica. È stato così possibile verificare le reazioni celebrali degli esemplari alla pronuncia di una stessa parola in tono diverso.

Non solo i cani sono in grado di distinguere termini differenti, ma anche l'intenzione della frase.«Durante l’elaborazione di un discorso, c’è una distribuzione ben nota del lavoro nel cervello umano. Per esempio, è soprattutto l’emisfero sinistro a processare il significato delle parole mentre il destro si occupa di interpretarne l’intonazione». Il cervello canino integra i due aspetti, esattamente come avviene nel nostro sistema nervoso. Ad esempio è stato infatti riscontrato che il centro di ricompensa si attiva solo quando le parole di elogio si accompagnano a un tono complimentoso.

I cani dunque capiscono perfettamente cosa gli stiamo dicendo. Non si può escludere che questa capacità si sia sviluppata grazie all' inserimento in ambiente domestico. Tuttavia tale scoperta rivoluziona il punto di vista sul linguaggio umano. Che, evidentemente, non è un sistema di suoni e significati esclusivo. 

                                                  

di Irene Caltabiano

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