Lavorare 2.0

Adori leggere? Così lavori divertendoti

Da grande voglio fare il lettore professionista

Come-diventare-lettore-professionistaSembra un ossimoro ma non lo è. Per concretizzare questa immagine bisogna trasformare la lettura da hobby, e quindi attività praticata esclusivamente per il proprio diletto e comunque da autodidatta, a competenza specialistica remunerata, e cioè lavoro a tutti gli effetti.

Diventare lettore professionista richiede NON solo una forte base di passione per la lettura, ma anche la predisposizione ad apprendere una serie di nozioni professionalizzanti (ad es: critica letteraria), e ad effettuare un periodo di apprendistato che potrebbe essere a titolo gratuito, se svolto presso una piccola casa editrice.

Cosa fa in dettaglio il lettore professionista

Il suo compito è esaminare approfonditamente i manoscritti degli scrittori in cerca di pubblicazione. Deve infatti esaminarne la struttura, la forma, la qualità contenutistica secondo specifici parametri, e poi dare un giudizio attraverso la compilazione della cosiddetta scheda di valutazione

Il background e la formazione del lettore professionista

Le lauree più affini a questo profilo sono Lingue, Lettere e Scienze della Comunicazione, a cui devono seguire master o corsi specialistici finalizzati a conseguire competenze mirate nell’ambito della scrittura e dell’analisi letteraria.

Come entrare nel mercato del lavoro?

Come-diventare-lettore-professionistaSi parte nel modo più classico e semplice, inviando il proprio curriculum al maggior numero possibile di case editrici.

Per testare le effettive capacità dell’aspirante lettore professionista, generalmente viene richiesto lo svolgimento di un esercizio scritto cui segue un colloquio. 

Se l’esito è positivo, nel caso di prima esperienza, è necessario un periodo di apprendistato.

Lettore professionista: quello che insegna l’esperienza

I valori aggiunti, i veri punti di forza di questa figura sono la capacità di gestire due o più letture in contemporanea/in parallelo, e la lungimiranza: saper prevedere i gusti del pubblico, magari anche incanalarli in una certa direzione, e non, semplicemente assecondarli.

Entrambi, come frutti, maturano grazie al tempo ed al suo uso proficuo, coltivando sistematicamente la possibilità di crescere e migliorare traendo spunto anche (anzi, soprattutto, dagli errori).

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

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Non puoi finanziare i tuoi studi? Ci pensa Habacus

Investire in formazione?

Il mondo dei prestiti studenteschi è frequentemente considerato un affare d’oltreoceano. In Italia a momenti non c’è il coraggio di puntare su chi è già inserito nel tessuto lavorativo, figuriamoci su chi rappresenta “una risorsa in potenza”. 

Eppure, c’è qualcuno che si rende conto dell’importanza del capitale umano, di quanto sia fondamentale puntare sulla formazione dei giovani. 

Individui che credono in un futuro più roseo, che può essere garantito, checché se ne dica, solo dalla formazione e dalla crescita delle competenze individuali e collettive.  

Per questo motivo Habacus, in tempo di crisi, sceglie di dare credito a talento e impegno, in senso non solo figurato. 

Cos’è Habacus? 

Habacus è una startup che facilita i finanziamenti per il percorso universitario, senza chiedere alcun tipo di garanzia se non l’essere in regola con gli studi.  

Il progetto nasce dall’esperienza di Paolo Cunimberti, da trent’anni nel mondo della finanza e (al momento, ma si creeranno nuovi accordi) Intesa San paolo, istituto bancario sempre vicino alle proposte culturali e sociali.  

L’idea nasce dall’assunto che lo studente, secondo la mentalità nazionale, non viene mai considerato come un soggetto finanziabile. Anzi. È frequente lo stazionamento in facoltà per anni (tanto pagano papà e mamma), oppure, ipotesi ben peggiore, ci sono talenti che non hanno possibilità di sviluppare competenze adeguate proprio per mancanza di liquidità. Finale della storia? Diventano magari degli adulti frustrati e che non apportano niente di nuovo al tessuto sociale.  

Come funziona Habacus 

habacus4Habacus finanzia gli studenti post diploma senza alcuna garanzia. Come? Certificando il superamento su base semestrale dell’80% dei crediti universitari, a prescindere dal voto d’esame.  

È rivolto a tutti gli studenti dai 18 anni, dal diploma in poi, per avere un sostegno economico per studi universitari compreso anche dottorato e master. Il prestito è rimborsabile in 30 anni e si inizia a ripagare dopo i primi 12 mesi.  

Ma c’è di più. In caso di interruzione degli studi cessa l’erogazione, ma non c’è un accanimento nei confronti dello studente, come invece succede negli States, dove in molti si indebitano per riuscire a pagare i prestiti del proprio percorso di studi. 

Habacus, attraverso una piattaforma di proprietà che mette in comunicazione studenti, banca e università, monitora l’andamento del candidato per garantire l’accesso al credito. Questo sistema responsabilizza gli studenti sull’importanza di investire in sé stessi, sia in termini di formazione di alto livello, ma anche per insegnare a credere nelle proprie capacità per essere competitivi nel lavoro. 

Una diapositiva della situazione attuale 

habacus6In Italia, a dispetto di ciò che si pensa, la percentuale di dispersione scolastica è molto alta. Il Bel paese si colloca infatti al penultimo posto per numero di laureati fra 25 e 34 anni, davanti solo alla Romania.  

La formazione però è ancora una strategia fondamentale per la crescita di un Paese. Con questo strumento «si monetizza la capacità di studiare dello studente, che è una persona responsabile già solo per il fatto di contrarre un’obbligazione, e che avrà dopo gli studi una migliore probabilità di essere inserito nel mondo del lavoro. Non vendiamo prodotti finanziari» ci tiene a specificare Cuniberti «non è questo lo scopo che si vuole raggiungere ma creare condizioni per creare successo. Bisogna investire nella formazione e nell’alfabetizzazione finanziaria. Il vero investimento è nel capitale umano». 

irene

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

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Digital è bello: guadagnare 40mila euro all’anno senza laurea

Democrazia e opportunità. Si può riassumere così la rivoluzione del mondo del lavoro innescata dallo sviluppo tecnologico

Come-diventare-webmasterSe vuoi, puoi non è più solo uno slogan, una frase fatta falsamente rassicurante. È qualcosa di incredibilmente vicino alla realtà, uno scenario la cui concretizzazione è a portata di mano. Basta essere tenaci, appassionati e curiosi. Non ci sono quasi più limiti, per chi è motivato a sviluppare – e monetizzare – un talento, soprattutto se connesso con la creatività.

La prima e macroscopica conseguenza? La laurea non è più l’irrinunciabile lasciapassare per raggiungere la realizzazione professionale. In ambito digital, infatti, ormai un ruolo preponderante è giocato dall’esperienza, e dalla formazione continua, tramite tutorial, manuali, e post, il tutto reperibile in Rete.

E se fino a qualche anno fa gli esperti in creazione di siti web o di grafica erano costretti a ingoiare bocconi amari (il classico mio cugino con 20 euro lo fa meglio) e cercare un lavoro meglio pagato anche se poco stimolante, oggi, finalmente, vedono riconosciuta (anche economicamente) qualità e competenza…

Sei incuriosito dalla struttura delle pagine web? Questo lavoro potrebbe fare per te

Codici-HtmlDietro ad un sito Internet ben fatto (o, al contrario, disorganizzato e/o povero di contenuti utili) c’è un webmaster degno di questo nome (o uno del tutto improvvisato).

Una figura professionale, che, partendo dall’interesse e dalla conoscenza approfondita delle stringhe di istruzioni, ha sviluppato la capacità di creare pagine che soddisfino la richiesta di informazioni da parte degli utenti. Attualmente lo stipendio medio di un webmaster è circa 40mila euro lordi annui (1500/2000 mensili).

 

Come si diventa webmaster?

Il punto di partenza è lo studio, da autodidatta (sfruttando la miniera di contenuti Internet e testi cartacei), o frequentando corsi propedeutici al conseguimento di certificazioni come Cisco o Microsft. Chi si avvicina a questa professione deve essere consapevole che la formazione è continua, spesso in itinere, che gli algoritmi dei programmi cambiano rapidamente, quindi non si può coltivare l’illusoria speranza di costruire una carriera intorno alle nozioni acquisite inizialmente.

Il webmaster deve padroneggiare i principali linguaggi di programmazione (HTML, Java Script, CSS, PHP), e saper interpretare i dati estrapolati da Google Analytics, SeoZoom e SemRush, così da individuare gli elementi da ottimizzare/modificare nelle pagine del sito.

Quale inquadramento contrattuale?

Anche qui la parola d’ordine è dinamismo e flessibilità; il webmaster può scegliere se proporsi come dipendente o freelance, in base alle proprie esigenze personali o familiari. Oppure alternare le due opzioni in base alle priorità di quel momento specifico della vita. o, ancora, conciliarle  traendo il meglio da entrambe le modalità di lavoro.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

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