La Start Up

E’ possibile attaccare un giardino ad un edificio? La risposta è si

Due architette italiane inventano Green4all, il primo giardino da agganciare in corrispondenza delle finestre

green4all architettureNasce alla Sapienza di Roma il primo “giardino pensile” con lo scopo di diffondere verde , benessere e qualità ambientale nelle città spesso fatte di palazzoni senza finestre. 

Due architette romane hanno ideato Green4all

Una serra da installare sugli edifici che non hanno spazi esterni per fa si che le persone possano godere di un giardino pensile dove poter coltivare piante e passare un po’ del loro tempo nella natura.

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L’idea di Green4all

fondatrici green4allLe due architette Francesca Perricone e Roberta Rotondo, sono partite dal presupposto che i numerosi palazzoni costruiti senza balconi non possono certamente essere abbattuti, ma si può lo stesso dare la possibilità a chi ci vive di poter godere del verde e del benessere collegato ad esso. 

Come? 

Attaccando i giardini a tutti gli edifici senza balconi e spazi esterni. Si posizionano dove c'è una finestra e vengono sfruttati anche d'inverno visto che la serra pensile è fatta per essere chiusa nei mesi invernali.

L’aspetto green dei palazzi

I giardini progettati dalle due architette sono realizzati  con materiali riciclati e sono pensati per migliorare le prestazioni energetiche della casa, facendo da “cuscinetto termico”. Migliorano le strutture sia dal punto di vista funzionale, sia da quello estetico, architettonico e ambientale

Nel futuro

Partendo da questo progetto il vero obiettivo che si pongono le sue ideatrici è quello di cambiare il nostro modo di pensare cercando di cambiare il mondo a partire dalla nostra abitazione. 

Secondo loro anche nel nostro piccolo possiamo provare a migliorare le condizioni ambientali in cui tutti viviamo “Siamo cresciuti con delle convinzioni che ci sono state imposte, la logica dei palazzoni ci è stata imposta. Noi non possiamo abbattere il palazzone, ma lo miglioriamo, diffondendo un po' di verde e un po' di consapevolezza in più sulla cura del nostro pianeta”.

Simona
blogger green

 

 

 
 

 
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Desuup: dare una (seconda) mano al lusso made in Italy

deesup10Deesup è una nuova piattaforma che rende disponibili ad un prezzo abbordabile prodotti di design con grandi firme in una fascia di mercato prima destinata soltanto a pochi.

Il settore del design made in Italy era davvero per pochi. Grazie all’arrivo di Deesup, adesso è possibile promuovere il proprio brand abbassando i costi di vendita e, allo stesso tempo, permettere a marchi di qualità di poter ricevere grande visibilità e commerciare a prezzi competitivi.

Deesup si basa sulla compravendita di prodotti di grandi e piccoli marchi dalla rinomata qualità grazie al second hand, ovvero mettendo in commercio oggetti di seconda mano. Ovviamente, il processo di selezione è rigoroso e la modalità di acquisto è resa chiara, trasparente e sicura. Ma come funziona nel dettaglio?

Come vendere e comprare prodotti su Deesup

deesup3Su Deesup chi vende e chi compra non deve far altro che registrare i propri dati sulla piattaforma e procedere alla navigazione e alla scelta di quello che più interessa per i compratori;

Lato venditore, basta caricare quattro immagini e aggiungere una descrizione informativa del prodotto. Con questo semplice sistema, come già detto si riesce a ricevere una visibilità sul territorio nazionale e i vantaggi, in questo senso, sono netti.

Lo conferma anche la fondatrice di Deesup Valentina Cerolini, che assicura un’esperienza assolutamente appagante che permette sia al cliente che al venditore di gestire in sicurezza la compravendita. 

Com'è nato il business di Deesup

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deesup9Deesup è una startup tutta italiana che in poco tempo ha composto un catalogo sulla piattaforma online con oltre 350 prodotti: dai primi dati, risulta che più del 50% degli acquisti proviene da acquirenti europei: l’azienda riesce ad ottenere simili risultati attraverso un approccio alla commercializzazione moderno e aperto all’incontro, con il gusto di un pubblico ampio, che sa apprezzare la qualità, l’arte e la possibilità di potersi permettere prodotti di valore nel settore del design.

Alla base del progetto sono state individuate due principali tipologie di clientela: la prima è alla ricerca costante del miglior rapporto qualità/prezzo (criterio che Deesup riesce perfettamente a soddisfare), la seconda è composta dai tanti clienti  alla ricerca del prodotto made in italy,. In poche parole, clientela internazionale.

Abbiamo fatto visita al sito ufficiale della startup ed effettivamente, nonostante i prezzi a primo impatto possano risultare piuttosto elevati rispetto ad un classico mercatino dell’usato di quartiere, si nota l’effettiva qualità dei prodotti messi in vendita e le grandi firme che fanno la differenza.

Stiamo parlando di design dal richiamo internazionale, mica bruscolini.

felice-catozzi

 

di Felice Catozzi

 

 

 

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Creare un business di viaggi originale? Fai reverse engineering con Tripoow!

Tripoow: partire dal budget

tripoowOggi avrei proprio voglia di… prenotare un viaggio!

Ma, ohibò, ho appena pagato affitto, bollette e rata dell’assicurazione. Forse è meglio aspettare il mese prossimo.

Quante volte ci si è prospettato questo scenario? Rinunciare a una settimana fuori porta per mancanza di pecunia ci sembra la scelta più logica.

E se invece facessimo reverse engineering? Se esistesse una piattaforma che programma i viaggi in base al budget di partenza?

Cos’è Tripoow

tripoow17 Rettifico: esiste. Tripoow, app che consente di organizzare un viaggio ( hotel, volo e itinerario) a misura di portafogli.

Una piattaforma che sovverte le logiche del booking tradizionale, in cui è l’utente a decidere come, quando e dove andare.

Flykube, la piattaforma di viaggi super economy...a sorpresa!

Con Tripoow basterà invece inserire il budget a disposizione e l’aeroporto di partenza: automaticamente  la piattaforma stilerà una lista di pacchetti relativi a soggiorni che rientrano in quello specifico range di spesa.

Al momento il pagamento viene fatto reindirizzando all’operatore o alla compagnia aerea di riferimento. «In un futuro prossimo -  dicono i fondatori - sarà possibile invece pagare direttamente sulla piattaforma».

Com’è nata Tripoow

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tripoow20Sergio Serafini e Salvatore Ambrosino, menti alla base di Tripoow, entrambi studenti di giurisprudenza, erano stati selezionati per un concorso relativo ai progetti di altre due startup.

Galeotta fu la competizione: durante un pomeriggio in cui i due, per un evento speciale, sono stati affiancati da un’agenzia di viaggi, è nato Tripoow.

Un sodalizio lavorativo che non si è mai più spezzato. Il punto forte rispetto ad altri competitor? Riuscire ad ottenere il prezzo più basso, per ogni destinazione, nel minor tempo possibile, in un arco di 365 giorni.

L’app è stata lanciata nel febbraio del 2016, raccogliendo durante il corso dell’anno tutte le informazioni per migliorarla. Risultato? La piattaforma ha raggiunto e superato i 10000 download senza praticamente essere pubblicizzata.

Travel designer, il sarto dei viaggi su misura

Volare alto mantenendo le radici

travelPeraltro la scelta di basare e sviluppare la propria startup nel cuore della Sicilia è coraggiosa. «Io sono nato a Catania» dice Serafini «e, nonostante abbia girato il mondo, continuo a scegliere di stare nella mia città per le opportunità e l’amore. Con tutti i suoi problemi è una città con delle caratteristiche morfologiche, sociali e culturali uniche»

Tripoow si pone dunque come polo di innovazione e opportunità in una terra in cui portare avanti un progetto di startup è una sfida.

«Il nostro obiettivo è rendere l’app uno strumento a 360° per la pianificazione, prenotazione e gestione del viaggio. In ottica multimodale  consentirà ai viaggiatori di ottimizzare i loro viaggi e di spostarsi con maggiore facilità, prenotando e acquistando con un click biglietti per treno, aereo, metropolitana, autobus, servizio di car sharing e posteggio»

La difficoltà maggiore? Sviluppare u team efficace, con una professionalità che faccia la differenza. Le figure più richieste? Social media, copywriting, SEO e PR.

Io non perderei tempo.

 

di Irene Caltabiano


 

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