Mastri biscottai, il pet food dei ragazzi disabili si fa impresa

In principio era PizzAut.

La pizzeria bolognese gestita interamente da ragazzi autistici è stata un successo, suggerendo a realtà simili che fosse un business replicabile e applicabile a tanti settori. Magari coinvolgendo persone che hanno a che fare con problematiche differenti e non meno importanti.

E, nel momento in cui c’è la possibilità di aiutare a concretizzare attività di questo tipo, non solo si deve diffondere il modello etico alla base ma c’è bisogno di tutto il sostegno possibile. 

Mastri Biscottai, tra solidarietà e business

Mastri Biscottai è un laboratorio di cibo per animali artigianale, nato grazie a YAS (Ylenia e gli amici speciali), associazione di familiari e persone con disabilità intellettiva. Una comunità in cui, come dentro una famiglia allargata, genitori e figli si sono attrezzati per realizzare un business, che, nelle loro intenzioni, si facesse anche luogo di incontro. 

Chi ha un familiare che ha questa problematica conosce bene il senso di solitudine che si prova quando non c’è una comunità o un gruppo di persone, “nella stessa barca”, pronte a sostenerti. Dunque, attraverso il lavoro, YAS punta a creare rete e a costruire un futuro per questi ragazzi, garantendogli una stabilità duratura. Molti genitori infatti sono terrorizzati al pensiero di dove finirebbero i loro figli nel momento in cui loro non ci fossero più.

Abbattere i pregiudizi

Dare vita a un’attività significa analizzare il mercato, costruire un business plan efficace e, certamente, nel caso di YAS, persino superare le barriere del pregiudizio. 

Infatti Maria Rosaria, presidente dell’associazione e professoressa di sostegno in pensione, insieme al marito Carlo, ingegnere ed esperto in progettazione europea, avevano già avuto delle esperienze negative con servizi di catering e matrimoni gestiti dai ragazzi. Eventi che, purtroppo, hanno dimostrato come ci sia ancora un forte stigma e scarsa fiducia nei confronti delle persone con disabilità inserite in un contesto professionale.

Così hanno ipotizzato che forse, con prodotti alimentari destinati ad animali domestici, le remore sarebbero risultate inferiori. Senza togliere il fatto che il settore del pet food sembra uno dei pochi rimasti immuni alle recenti crisi finanziarie. Anzi. È stato addirittura registrato un aumento considerevole di adozioni di animali da compagnia.  

Alla luce di questi dati, genitori e figli hanno cominciato a produrre i primi biscotti, con impasti di vario tipo (banana, menta, tonno, zucca) distribuendoli in vari mercatini artigianali. Il riscontro è stato immediato e la gente è entusiasta. 

Aprire un laboratorio grazie al crowdfunding

YAS decide quindi di fare sul serio. Il 21 aprile l'associazione acquista un locale commerciale di due piani in via Luigi Kossuth a Roma, per dare stabilità al progetto Mastri Biscottai, nato anche grazie a un finanziamento della Regione Lazio. 

Gli obiettivi diventano poi sempre più ambiziosi, con l’intento di creare una vera e propria cittadella del lavoro per le persone con disabilità intellettiva.

Per questo motivo, il progetto approda come crowdfunding su Produzioni dal basso, con un obiettivo di 30.000 € (sulla pagina relativa al progetto vengono illustrate tutte le voci dei costi), che vanno dalla cifra per comprare i macchinari, ai materiali di rivestimento e i vari interventi di pittura dei locali, fino ai costi di ristrutturazione e all'acquisto di impianti per la cucina professionale.

L’obiettivo è rendere produttivi i contesti dei servizi sociali, troppo spesso vissuti come laboratori e non come esperienze professionali vere e proprie, gestendo il lavoro in piccoli reparti aziendali in costante comunicazione tra loro. 

Dunque non solo, sostenendo il progetto, potremmo fare un regalo ai nostri amici animali ma con una donazione si potrebbe contribuire a qualcosa di ancora più importante: la rottura di importanti barriere sociali.

Infatti, nelle aziende italiane, sussiste l’obbligo di assunzione di persone con diabilità ma il vero problema è l’integrazione dei ragazzi in un contesto lavorativo profittevole, dove si possano sentire utili e, nello stesso tempo, tessere quella rete di rapporti umani di cui tutti abbiamo bisogno.

 

di Irene Caltabiano

 

 

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