Perché l’economia collaborativa può salvare il nostro portafoglio e non solo

Guerra in Ucraina, impennata del costo delle materie prime, precarietà esistenziale “gentilmente” offerta dalla pandemia…

È ancora possibile, o dobbiamo accontentarci di sopravvivere, andando avanti per inerzia?

Possiamo ancora avere una quotidianità decente: non siamo costretti a rinunciare anche ai più piccoli piaceri, a patto di tenere conto del contesto in cui ci troviamo…e ricalibrare aspettative ed esigenze.

VintedNon siamo costretti ad andare in giro con maglioni bucati o jeans sdruciti solo perché non possiamo permetterci il totale rinnovo del guardaroba autunno/inverno. È sufficiente iscriverci ad un sito come Vinted, per trasformare in soldi i vestiti che, pur essendo in buone condizioni, non mettiamo più, o che non abbiamo MAI indossato. E chi ha problemi di liquidità scaturiti da imprevisti che richiedono una soluzione tempestiva non è più ostaggio di banche e finanziarie. Nel recente passato queste hanno beneficiato del monopolio del settore creditizio, decidendo spesso – letteralmente – della vita dei singoli e della tenuta psicologica di intere famiglie. L’avvento del social lending (il prestito tra privati) ha quindi messo in crisi un sistema consolidato, liberando dalla famigerata lettera scarlatta migliaia di persone che si vedevano preclusa ogni possibilità perché liberi professionisti, o perché impossibilitati ad avvalersi di plurimi garanti anche per ottenere un prestito di 3mila euro.

Cos’è la sharing economy e perché sta crescendo

Social-lendingAd accomunare due realtà apparentemente molto distanti (oltre che diverse) come Vinted e le piattaforme di social lending (Smartika, Soisy) sono i principi di condivisione e consumo collaborativo. Si raccolgono e convogliano beni o risorse economiche da mettere a disposizione degli aspiranti utilizzatori.

Siti come Vinted e Soisy rappresentano quindi il ponte che mette in comunicazione proprietari/finanziatori e consumatori/clienti. Questo modello prende il nome di sharing economy (economia collaborativa) ed è alla base anche di piattaforme come Airbnb, BlaBlaCar, Glovo, Deliveroo. Il loro successo è determinato dall’aumento degli introiti e dalla concomitante riduzione dei costi. L’economia della condivisione moltiplica le possibilità di integrare lo stipendio con piccoli lavori da svolgere occasionalmente (in pratica quando ne abbiamo bisogno, magari perché vogliamo fare un viaggio o concederci un acquisto extra).

Piattaforme come Vinted consentono di ridurre la mole globale di consumi (e di conseguenza anche i rifiuti tessili prodotti), attenuando l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento.

Economia collaborativa: quali sono le prossime sfide?

Il suo successo di lungo periodo dipenderà dalla capacità degli operatori di settore di colmare due lacune che attualmente sono i principali punti di debolezza: l’assenza di regolamentazione, che si ripercuote sui lavoratori cronicizzandone la precarietà, e l’incapacità di offrire sufficienti garanzie di qualità agli utenti. Piattaforme come Vinted, Soisy e Glovo, infatti, si limitano a creare l’occasione di contatto tra fornitore e consumatore: non sono responsabili della qualità del servizio erogato.

E questo, purtroppo, crea una zona franca di impunità se il fornitore non opera in modo trasparente.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 


 

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