Lavorare 2.0

Lavoretti part-time: la baby-sitter si sceglie online

Quante studentesse (ma anche studenti) hanno svolto la mansione di baby-sitter durante gli studi alzino la mano. Fino a qualche anno fa, per trovare questa tipologia di impiego perfetta per arrotondare, si preparavano i volantini da appendere alle bacheche di biblioteche e cartolerie. Oggi è sufficiente scaricare un’App.

Stiamo parlando di Le Cicogne, la rivoluzionaria piattaforma nata dall’ingegno di un gruppo di giovani laureati che mette in contatto la domanda e l’offerta di lavoro come baby-sitter.

Come funziona?

I genitori inseriscono l’offerta di lavoro, fornendo informazioni sull’età dei bambini, luogo e orari di lavoro e quali compiti si aspettano vengano svolti dalla cicogna. Le aspiranti cicogne, previo pagamento di un’esigua quota d’iscrizione, possono scansionare le varie offerte e candidarsi alle proposte che ritengono di poter soddisfare. Il genitore seleziona il profilo che giudica migliore e sarà compito della cicogna mettersi in contatto con il datore di lavoro per concordare un colloquio faccia a faccia.

In alternativa al classico servizio di baby-sitting, possono essere richieste mansioni quali il baby-tutoring (ripetizioni) e il servizio di baby-taxi, per accompagnare bambini e ragazzi a scuola o in palestra.

È sicuro?

L’identità delle cicogne viene verificata dallo staff tramite un incontro conoscitivo ed è possibile esprimere un feedback sull’operato svolto dalla baby-sitter. Inoltre, è attiva una copertura assicurativa fino a 1.000.000€ per danni alla casa o infortuni del bambino.

E voi cosa ne pensate? Noi pensiamo che si tratti di una preziosa opportunità per tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro a breve (e anche lungo) termine, ma anche per tutti quei genitori che hanno urgente bisogno di una baby-sitter e vogliono visionare più candidate possibili per scegliere la persona più adatta ad occuparsi dei loro figli.

Ami gli animali? Ecco un ottimo metodo per arrotondare...

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Quale facoltà scegliere dopo il diploma?

L’anno scolastico 2015/2016 è ormai agli sgoccioli e per circa 500mila maturandi si sta avvicinando la fatidica domanda “e dopo cosa faccio”?

Questo non sarà il solito articolo sulla classifica delle facoltà più proficue per la ricerca del lavoro e bla bla bla. Nessuno vuole mettere in discussione l'importanza dello studio, ma credo che alle spalle di queste graduatorie ci sia un ragionamento ormai obsoleto, frutto di una mentalità che oggi non può più sopravvivere.

C’è chi accontenterà il padre avvocato e si iscriverà a giurisprudenza per portare avanti l’avviato studio di famiglia. C’è chi inseguirà la propria vocazione e profonderà il massimo impegno per diventare medico. C’è chi, nonostante le scoraggianti statistiche, si iscriverà alla facoltà di Lettere per amor di cultura e chi si iscriverà a una facoltà a caso per decidere, nel frattempo, cosa fare della propria vita. E c’è chi invece dovrà cercarsi un lavoro subito.

Qualunque decisione prenderanno questi ragazzi, mi preme comunque ricordare che alcuni personaggi hanno cambiato il mondo e sono diventati miliardari senza Laurea. Giusto tre nomi: Steve Jobs, Bill Gates e Mark Zuckerberg. Ci sono poi youtubers di successo poco più che maggiorenni che fatturano migliaia di euro al mese pubblicando video. 

Vorrei riprendere il significativo dialogo tra Mark Renton e Diane, due dei protagonisti di Trainspotting, capolavoro cinematografico targato anni ’90 tratto dall’omonimo romanzo di Irvine Welsh. Quando Mark si stava faticosamente liberando dalla sua tossicodipendenza, Diane cercava di motivarlo a guardare al futuro:

"Diane: Non è che ringiovanisci Mark. Il mondo sta cambiando. La musica cambia, anche le droghe cambiano. Non puoi startene qui tutto il giorno a pensare all'eroina e a Ziggy Pop.
Mark: È Iggy Pop...
Diane: Quello la, insomma, tanto ormai è morto.
Mark: No, no, non è morto. Ha fatto una tournée l'anno scorso, Tommy è andato a vederlo.
Diane: Il punto è che ti devi trovare qualcosa di nuovo.”

Parafrasando Diane, il lavoro sta cambiando. Al bando le classifiche! 

Vivete il vostro tempo: una delle opportunità più straordinarie che offre l’era digitale è quella di poter vivere delle proprie passioni…alla faccia di chi definisce youtuber e blogger solo come smanettoni.

Simona
Blogger per caso

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Handmade, su Internet la creatività è di casa

Hai l’hobby di confezionare orecchini, anelli e oggettistica varia? Trasformare questa passione in fonte di guadagno è più semplice di quanto pensi, grazie a Internet. Infatti, mentre la vetrina di un negozio tradizionale comporta una serie di spese, quella online è gratuita e ti fa risparmiare un sacco di tempo. Ecco qualche consiglio per “lanciarti” in Rete senza farti male.
 
Blog o siti specializzati?
Se stai pensando di muovere i primi passi nel mondo dell’e-commerce, meglio chiedere “ospitalità” ai siti-vetrina handmade, piuttosto che creare un blog personale. Generalmente chi va su Internet per acquistare oggetti fatti a mano preferisce rivolgersi a realtà consolidate e conosciute, in quanto ritenute sufficientemente affidabili.
 
Ma quali sono le migliori “vetrine” online?
Sicuramente Etsy è un punto di riferimento per gli amanti del genere. Nato nel 2005 negli Usa, è riuscito ben presto a costruire intorno a sé una solida community capace di superare i confini nazionali. Infatti, attraverso un apposito motore di ricerca interno, è possibile filtrare gli oggetti venduti in base al Paese d’origine di chi li propone.
 
«Quando compro un prodotto so che è unico, ma preferisco non comprare cose che arrivano da troppo lontano; inoltre, ogni volta che entro nel sito rischio di passarci delle ore; proprio qualche giorno fa ho comprato una bellissima sciarpa creata da una signora inglese». A parlare è Laura, studentessa universitaria ormai “innamorata” di Etsy.
 
«La prima volta non ho capito bene lo scopo del sito, ma appena ho iniziato a darci un’occhiata più approfondita è stato un colpo di fulmine: qui non solo posso cercare prodotti unici, ma dare spazio alla mia creatività e guadagnarci qualcosina senza dover passare giornate dentro mercatini. Mettere un oggetto in vendita costa solo una decina di centesimi. Dopo 8 mesi di attività sono riuscita ad acquisire uno stile tutto mio e la soddisfazione di riuscire a vendere un oggetto fatto da me è grandissima». Questa è l’esperienza di Giada, venditrice part time.
 
Se vendo devo pagare le tasse?
I redditi provenienti dall’e-commerce sono equiparati a quelli tradizionali, e quindi “assoggettati” anch’essi a periodica dichiarazione. Come procedere quindi? È necessario aprire la partita Iva? Dipende dalla frequenza con cui questa attività viene praticata. Se è occasionale, ovvero richiede un massimo di 30 giorni all’anno per un compenso inferiore a 5000 euro, è sufficiente emettere ricevute con codice fiscale
 

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