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La vita cittadina ti logora? C'è la casa nella prateria...

Tendiamo sempre più verso una casa nella prateria: piccola, essenziale, funzionale e soprattutto...sana
 
Tra caos, traffico, solito tran tran, quante volte avete pensato: «mollo tutto e vado via?». Un calcio alla vostra vecchia vita, al lavoro, alla casa immersa in città, alla vostra identità alla maniera del Mattia Pascal. E poi? Spazio al sogno, al desiderio di trasferirsi in una casetta, magari tutta di legno realizzata sul mare o perchè no, in una prateria.
Brad Kittel (Tiny Texas Houses) e Jay Shafer (Tumbleweed Tiny House Company) sono due architetti un po’ speciali. Amano infatti progettare piccole case. Il secondo, ad esempio, ha dichiarato: «l’attenzione verso le case nella prateria deriva da più fattori, tra cui un cattivo mercato immobiliare, una cattiva economia ed una maggiore consapevolezza verso il riscaldamento globale che stiamo vivendo». 
 
Tra i progetti di Brad Kittel, la realizzazione di una casa colonica in stile vittoriano, fabbricata con materiali di recupero e “impreziosita” da un esterno verde,. Nonostante le piccole dimensioni, l’immobile si compone di cucina, bagno, soppalco con camera da letto e zona soggiorno con soffitto a volta. 
La filosofia di Kittel e Shafer nasce dalla volontà di far riflettere le persone su quanti metri quadri di casa hanno realmente bisogno. Da qui scaturisce Il Movimento Piccola Casa, partito in sordina ma che pian piano si sta guadagnando la fiducia e l’attenzione dell’opinione pubblica.
 
 
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Monitor da giardino e microchip da sera

 Computer, gli immancabili compagni delle nostre giornate. 

Ci sembrano eterni ma in realtà anche loro hanno un ciclo di vita e possono abbandonarci da un momento all’altro. Che fare quando il nostro pc decide di ammutinarsi, magari nel bel mezzo del salvataggio di un documento importante da consegnare in tempi brevi al nostro capo?

Dopo la salutare e più che giusta crisi, le vie del riciclo sono infinite.
Esistono infatti tante fantasiose idee per  salvare dal cassonetto la nostra tecnologia quotidiana.
 

Intanto i computer fanno parte dei rifiuti chiamati RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche) e devono essere smaltiti in maniera corretta.  Vi sono dei centri di raccolta specifici  che si impegnano a individuare gli elementi ancora funzionanti per il riutilizzo. 

Per conoscere il più vicino si può consultare  il sito web del Centro di Coordinamento RAEE.
 
Tuttavia, se il computer non è ancora del tutto distrutto, può essere donato  a una scuola, un carcere o a una onlus che si occupano di progetti di recupero.
 
Geek jewerly
Se invece siamo creativi e vogliamo cimentarci nel riutilizzo home made, le possibilità sono veramente tante:

1. La chiamano geek jewerly: microchip, tastiere ed altri componenti vengono trasformati in gioielli e accessori. Dai braccialetti agli orecchini per arrivare agli anelli di fidanzamento personalizzati e ironici (un pulsante ESC o quello del lock al posto di un trilogy). È stata anche creata una linea di borse, le key bag, realizzate con le vecchie tastiere e totalmente eco-friendly.
 
2. Il case e il monitor, svuotati dai loro componenti, sono ottimi contenitori, che si prestano ai più svariati scopi. Dal box per l’armadio alla cuccia per il gatto. Il trend più amato della Rete è il vaso per fiori. I fori a lato, pensati per l’aerazione, diventano comodi tunnel per l’espulsione dell’acqua. Per i più intraprendenti, i pesci potranno nuotare nel case trasformato in un originale acquario.
 
3. Il disco fisso può essere quasi sempre riutilizzato. Dopo aver stabilito qual è la connettività richiesta e aver scelto uno dei tanti case disponibili su eBay,  si può trasformare il vecchio disco in archivio esterno. O addirittura in un simpatico juke box: è sufficiente un server collegato in rete, e tutti potranno accedere ai file mp3.
4. Se il computer è dotato di lettore dvd, questo può essere posto vicino al televisore e collegandoli sarà possibile guardare i propri film preferiti. 
 
5. Le ventole, di cui il pc è pieno, possono diventare dei comodi miniventilatori. Prima però è necessario verificare se queste sono a velocità fissa o variabile, per evitare di superare il voltaggio consigliato, con annesso surriscaldamento e cortocircuito. Un’idea potrebbe essere anche un’ulteriore ventola di raffreddamento per rinfrescare il proprio laptop.
 
6. Infine, se il pc non risale alla preistoria tecnologica, potrebbe tornare in vita con qualche ritocchino dell’ hardware. Si potrebbe, ad esempio, aumentare la memoria ram per renderlo più reattivo oppure aggiungere un altro hard disk. Si può anche sostituire il sistema operativo e installare un software open source come Ubuntu o Linux. L’aiuto di qualsiasi amico smanettone sarà sicuramente ben accetto.
 
 
Non credo il suo obiettivo fosse il riciclo...guarda il video!
 
 
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Più bella risparmiando: tutto quello che devi sapere prima di cominciare

 
Un po’ per il bene dell'ambiente, un po’ per quello del portafogli, un po’ per la salute, sempre più persone affollano Internet alla ricerca di ricette fai da te di shampoo, sapone, creme, deodoranti, struccanti.
 
Appena ho scoperto che chiunque poteva giocare al piccolo chimico, mi sono dedicata anima e corpo all’autoproduzione cosmetica, trasformando casa in un laboratorio.
 
Collezionare ricette è ormai uno dei miei hobby preferiti, e sempre più siti Internet offrono esperienze dei loro utenti e/o i “segreti” della nonna. È fondamentale, quindi, capire come muoversi, cosa scartare e cosa seguire, nel mare magnum del web. In particolare bisogna stare attenti a due aspetti.
 
Prima di tutto, diffidare delle ricette che prevedono l’uso anche minimo degli ingredienti di cui intendiamo fare a meno. Ad esempio, per la preparazione di una crema fai da te potremo trovare ricette che suggeriscono di usare un'altra crema come base, dicendo cose tipo: «attenzione, usate un prodotto biologico». O più semplicemente, potrebbe essere consigliato di aggiungere zucchero al burrocacao. Questi metodi possono essere annoverati tra le tecniche di riciclo, più che di autoproduzione. Certamente si risparmia, ma a discapito delle naturalezza. 
 
Questa riflessione ci riporta alla questione più importante: quella degli ingredienti. Trovare quelli più indicati per produrre i nostri cosmetici, spesso, è semplice: mela, latte, miele, acqua distillata, glicerina. A volte potremo scoprire ricette che riportano 

elementi di cui non ignoravamo l’esistenza, come il tea tree oil o la ghassoul. In altri casi, pur conoscendoli, non essendo cuochi provetti, ne siamo, al momento, sprovvisti. Olio di cocco, polpa di avocado, farina di avena e radice di angelica non rientrano, infatti, tra le cose che comunemente si usano. Eppure, a dispetto degli apparenti svantaggi, posso garantire in prima persona che, grazie alle ordinazioni online e all'impiego anche culinario, i vantaggi superano di gran lunga le “controindicazioni, soprattutto quando diventiamo bravi. Perciò, cosa aspettiamo a creare qualcosa di nostro e allo stesso tempo divertici un po’ ?
 
 
 
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