Lavorare 2.0

Hai scelto di laurearti in lingue o in lettere?

Troppe critiche negative sulle lauree umanistiche

Ecco 10 casi di successo e come hanno fatto per svoltare nel mondo del lavoro
 
Sono le due facoltà più gettonate dalle donne ma spesso giudicate inutili perché ad esse vengono preferite le discipline economiche e scientifiche. 
 
Non offre sbocchi lavorativi!
Ci viene detto. Ma non è sempre così, tutto dipende da cosa si vuol fare e ci sono persone che sono riuscite a realizzarsi con le lauree umanistiche. 
 
Riportiamo le interviste (tratte da Attualità Repubblica) di donne al di sotto dei 40 che con le loro testimonianze ci indicano i possibili percorsi che possiamo intraprendere.
 
Ecco chi ce l'ha fatta:
 
Ilaria Gemma, 32 anni, addetta affari culturali e comunicazione all'Ambasciata dello Yemen
Laurea: triennale in mediazione linguistica e culturale indirizzo arabo e inglese e magistrale in interpretariato di conferenza, Università degli Studi Internazionali di Roma (2007).
Come hai ottenuto il lavoro? "Con una candidatura spontanea, tramite l'invio del curriculum cartaceo e un colloquio, seguito da un periodo di prova".
 
Virginia Prato, 34 anni, guida turistica libero professionista
Laurea: triennale in traduzione e interpretariato, Pisa (2002).
Come sei arrivata a fare questo lavoro? "Dopo la triennale ho vissuto a Dublino per migliorare l'inglese, lavorando come cameriera. Tornata in Italia, ho iniziato ad accompagnare gruppi di croceristi che approdavano a Livorno, prima come secondo lavoro, poi a tempo pieno. Ho fatto un corso per guide turistiche per la città e la provincia di Firenze e nel 2008, dopo l'esame, sono diventata guida turistica. Poi ho aggiunto il patentino per Pisa e Lucca e rispettive province".
 
Ilaria Severi, 24 anni, foreign language teaching assistant di italiano presso l'Oberlin College, in Ohio, Stati Uniti
Laurea: lingue e comunicazione Interculturale, con curriculum in mediazione linguistica, Università di Siena, sede di Arezzo (2014)
Come hai trovato il lavoro? "Grazie all'università: il campus di Arezzo è affiliato con l'ateneo dove lavoro e ogni anno riceve studenti dell'Oberlin College. Già in passato avevo lavorato come interprete e accompagnatrice".
 
Arianna Dellacà, 32 anni, general manager per Octopux Consulting, società di progettazione europea, Bruxelles
Laurea: specialistica in comunicazione internazionale, curriculum lingue orientali, Torino (2008); master in general management, Torino (2013); master in european studies, Bruxelles (2014).
Come sei arrivata a ricoprire questa posizione? "Dopo un tirocinio retribuito alla Camera di Commercio Italiana in Cina, a Pechino, sono tornata in Italia e ho lavorato nel settore dell'europrogettazione con grande entusiasmo ma con contratti precari. Allora ho fatto domanda per un master in studi europei a Bruxelles. Sono stata ammessa e ancora prima di terminarlo ho ricevuto diverse proposte di lavoro nell'europrogettazione. Oggi lavoro a Bruxelles per una società di consulenza specializzata in Fondi Europei, la Octopux Consulting. Dopo il programma 'Erasmus for Young Entrepreneurs' mi hanno offerto il ruolo di general manager".
 
Rebecca Suter, 39 anni, senior lecturer in japanese studies presso l'Università di Sydney
Laurea: studi comparatistici (1999) e dottorato in letterature comparate (2004), specializzazione in studi giapponesi e americani, Università di Napoli "l'Orientale"; post dottorato in studi giapponesi, Harvard University (2006).
Come hai ottenuto il lavoro? "Avevo già insegnato lingua e cultura italiana in Giappone e letteratura giapponese a Harvard. Prima ancora avevo lavorato come interprete e traduttrice di manga. Finito il post dottorato ho fatto domanda per posizioni accademiche in varie università in tutto il mondo. Da Sydney mi hanno fatto colloqui via Skype, dal salotto di casa mia, e mi hanno invitato a conoscerli dopo avermi offerto il lavoro".
 
Francesca Tabarrani, 33 anni
Laurea: lettere, specializzazione in editoria e giornalismo, Università di Roma (2007). Master in giornalismo, Roma (2008).
Lavoro attuale: ufficio stampa per Emons audiolibri.
Come hai ottenuto il tuo lavoro? "Ho mandato un curriculum. Non avevano una posizione aperta, ma ci speravo comunque. Mi ero laureata con una tesi sulla piccola e media editoria, per la quale avevo inoltrato un'intervista a tutti i piccoli editori per conoscere meglio questo mondo. Così, dopo uno stage retribuito in Piemme a Milano, ho fatto una selezione delle realtà che mi interessavano e ho mandato il cv".
 
Valeria Calzolari, 24 anni
Laurea: lettere e filosofia, corso in storia e tutela dei beni culturali, Università di Padova (2013). Corso avanzato in contemporary art market, Naba, Milano (2013).
Lavoro attuale: tirocinio retribuito presso Oca, Office for contemporary art of Norway (ente che organizza mostre e conferenze di arte contemporanea ad Oslo, Norvegia).
Come hai ottenuto il tirocinio? "Ho vinto una call trovata su internet: ho fatto due colloqui, uno per telefono e uno su Skype. Negli ultimi due anni, quelli della specialistica, non sono mai stata ferma, ho cercato di cogliere ogni occasione ritenessi interessante, cambiando cinque città in due anni fra studio e stage. Per di più ho fatto lavori nei quali sono sempre stata pagata, anche se non molto: in gallerie, musei, organizzazioni no profit".
 
Valentina Pagliai, 40 anni
Laurea: lettere moderne, indirizzo discipline dello spettacolo, Università di Pisa (2003). Master in educazione alla pace, diritti umani, cooperazione internazionale e politiche Ue, Università Roma Tre (2011).
Lavoro attuale: responsabile per l'Italia dei progetti educativi sui diritti umani per il Robert F. Kennedy Center for Justice & Human Rights.
Come hai trovato il tuo lavoro? "Dopo la laurea, durante uno stage in un'agenzia di comunicazione, ho organizzato il lancio in Italia del programma educativo di Kerry Kennedy 'Speak Truth to Power', di cui mi occupo ancora oggi. Tre mesi stressanti ma divertenti. Il lancio ebbe successo. Un gruppo di imprenditori legati alla famiglia Kennedy decisero di stabilire la sede europea del Rfk Center a Roma e così mi trasferii nella capitale. Credo di aver avuto una fortuna sfacciata, di essermi trovata al posto giusto al momento giusto".
 
Elisa Tarzia, 27 anni
Laurea: lettere, corso in comunicazione sociale, Università di Pisa (2010). Laurea magistrale in cooperazione internazionale, Università di Pisa (2012).
Lavoro attuale: senior press officer per il Festival Internazionale Sete Sóis Sete Luas.
Come hai ottenuto questo lavoro? "Durante gli studi ho sempre lavorato, facendo qualsiasi cosa: cameriera, barista, noleggiare barche di lusso, copywriter in un'agenzia pubblicitaria. Ci sono cose che sui libri non si imparano: essere veloci, organizzati, saper parlare con le persone, negoziare. Caratteristiche che ho sviluppato dandomi da fare anche con i lavori più umili. Poi ci sono le lingue: le ho imparate viaggiando e coltivando amicizie con persone di altri paesi. Parlo e scrivo in italiano, inglese, portoghese, francese e spagnolo. Tutte queste cose, unite alla laurea in comunicazione sociale, sotto la facoltà di lettere, mi hanno portata dove sono oggi, a lavorare per un festival internazionale di musica e arte contemporanea".
 
Federica Ugliengo, 44 anni
Laurea: lettere moderne, indirizzo filologico moderno, Università di Torino (1996)
Lavoro attuale: licensing manager e responsabile brand per Naj Oleari
Come sei arrivata a ricoprire questo lavoro? "Ho messo a frutto le conoscenze e competenze pluriennali come giornalista, ufficio stampa e pr. Come copy sono entrata a lavorare nel gruppo Bottega Verde, di cui Naj Oleari fa parte. Dal 2006 sono stata incaricata di seguire il Licensing di Naj Oleari. Il piacere della scrittura riveste una parte importante nella mia vita e, ultimamente, come passatempo, ho avviato due blog, uno per chi desidera ospitare ragazze alla pari e uno in cui raccolgo aneddoti della vita dei miei figli".
 
 
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Alice e il portale dei pet sitter che raccoglie 400mila euro

Nasce “Pet me”, nuovo sito per trovare pet sitter: anche questa è una start up!

I numeri ci sono se consideriamo che in Italia ci sono circa 60 milioni di animali domestici!

Possedere un animale è una gioia per tutti ma, allo stesso tempo, comporta una serie di responsabilità che non avevamo considerato. Prima fra queste, accertarsi che in nostra assenza permanente ricevano tutto quello di cui hanno bisogno!

Ed è qui che entra in gioco Alice e la sua start up.

Alice, spiega il quotidiano Millionaire, è una 40enne abruzzese che, con suo marito Carlo Crudele, diventa l’ideatrice di Pet me, un sito che si occupa di trovare il pet sitter “più adatto ad accudire i nostri amici a quattro zampe mentre siamo fuori per lavoro o vacanza”.

Com’è nata l’idea: «Nel 2013 volevamo partire per un viaggio negli Stati Uniti per un mesetto e cercavo su Internet qualcuno a cui affidare i miei gatti. Mi sono detta: “Sul web c’è tutto, ci sarà anche un servizio del  genere”. Eppure, malgrado le mie ricerche non c’era nulla di simile» spiega Alice a Millionaire.

Alice decide di cambiare la sua vita lavorativa che si svolgeva all’interno di agenzie di pubblicità e di creare qualcosa di suo: «Ho deciso di fare un salto di qualità nella mia vita. Mi ero sempre occupata di business e strategia per altri progetti e avevo deciso di iniziare con qualcosa di mio. Allora ho parlato dell’idea a mio fratello. Gli è piaciuta e ha deciso di aiutarmi a finanziare l’avvio della startup».

Come funziona PetMe? «L’iscrizione è gratuita. I proprietari inseriscono le info dei loro animali e i pet sitter hanno delle schede ad hoc per inserire le loro esperienze e competenze. Un calendario online indica i periodi in cui sono a disposizione. Chi ha bisogno di affidare il proprio animale a qualcuno può così trovare persona più adatta e nella zona in cui abita grazie alla geolocalizzazione».

L’idea ha avuto subito successo

Il successo dell’idea è stato immediato al punto che si che si sono fatti avanti i primi finanziatori: «Abbiamo 20mila utenti con 7.500 pet sitter in tutta Italia. L’ostacolo maggiore è superare la diffidenza degli utenti: chi ha un animale lo considera alla stregua di un figlio e ha paura di affidarlo a un estraneo. Per superare in parte il problema il sito ha un sistema di recensioni per garantire l’affidabilità dei pet sitter».

Le tariffe per i pet sitter sono in media 15 euro l’ora: il sito prende una percentuale del 10% e offre una copertura assicurativa gratuita.

Simona

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Dovete fare un colloquio di gruppo?Ecco come superarlo

Essere se stessi e non barare 

Se siete alla ricerca di lavoro e dovete affrontare lo scoglio principale, e cioè il colloquio, sappiate che in molti casi non vi ritroverete  a tu per tu con colui che si occupa della selezione, bensì farete un colloquio di gruppo.  

Questa recente forma di selezione consiste, infatti, in una sorta di “Gioco” in cui il gruppo dovrà risolvere un caso preciso e implica la partecipazione di tutti. Questo gioco può avere a che fare con il tipo di lavoro che si dovrà svolgere oppure può basarsi su di una situazione “fittizia”da risolvere creata apposta per il colloquio. 

Vi è ancora un’altra forma di colloquio di gruppo e cioè quella in cui il gruppo si “autogestisce”e, prendendo spunto da un argomento qualsiasi, 
Perché il colloquio di gruppo
Ce lo dice Roberto D’Incau esperto di selezioni in un’intervista a Vanity fair che qui riportiamo parzialmente «I colloqui di gruppo solitamente sono molto utilizzati dalle aziende soprattutto per valutare gli alti potenziali, cioè i giovani laureati che si affacciano al mondo del lavoro, su temi come la capacità di lavorare in squadra, le competenze comunicazionali, la capacità di influenzare, l’assertività».
 
In questa intervista è lui a dare i 5 consigli (+1) per superare  un colloquio di questo tipo:
 
  1. Usare l’ascolto attivo: parlare sì, ma ascoltare anche gli altri, non interrompere sempre.
    Un colloquio di gruppo non è un talk show politico, non vince chi urla di più, anzi. 
  2. Dare in ogni caso il proprio contributo, senza avere paura di dire cose sbagliate e coinvolgendo a parlare anche chi parla poco. 
  3. Essere assertivi, cioè dire quello che si pensa, senza essere però autoreferenziali:
    meglio dire “noi” che dire sempre “io”. 
  4. Non uscire dal tema assegnato, non parlare a ruota libera, ma riportare invece il gruppo sul tema oggetto del task. 
  5. Essere attenti al proprio linguaggio del corpo:
    dire che ci piace il lavoro in team e poi dare le spalle agli altri, ad esempio, lancia un messaggio distonico, non funziona. 
+1. Il vero asso pigliatutto, però, quello che consiglio per qualsiasi colloquio, è rilassarsi e essere se stessi: ad un occhio attento come quello di un headhunter “barare”, presentarsi per quello che non si è non serve, anzi è del tutto controproducente.
 
 

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