Lavorare 2.0

Voglio essere uno Sfinzer! Ma è un vero lavoro?

Anche se ad oggi possiamo ritenerci fortunati ad avere un lavoro, per molti arrivare a fine mese col proprio stipendio è diventata un’ardua impresa. Nei centri urbani ma oramai anche nei piccoli paesi “il necessario” per sopravvivere non basta più. Serve l’auto, la moto, il computer e allora cosa fare per respirare un pò?
 
All’estero è da tempo che esistono i” mini job” o lavoretti che danno la possibilità di arrotondare lo stipendio senza troppo stress e velocemente.
 
Ne elencheremo 10 tratti dalla rivista Vanity Fair in un articolo del 19/2/2015
 
1. Scrivere per il marketplace O2O.
Si tratta di un sito di contenuti sul quale previa registrazione si possono scrivere articoli su argomenti attinenti al lavoro, cinema, cucina, soldi ecc... Il contenuto, prima della pubblicazione, deve essere approvato dal team di O2O (non è difficilissimo) e quando il credito maturato sarà di almeno 25 euro, potrà essere riscosso. I pagamenti variano, in base ad alcuni parametri ben spiegati sul sito (il compenso medio è sui 4,76 euro).
 
2. Fare il controllore.
Scaricando l'app BeMyEye, potremo diventare “occhi” di chi è da un'altra parte. Facciamo un esempio: un produttore di pasta vuole sapere com'è effettivamente esposto il suo prodotto in un determinato supermercato, allora quello che si chiede è che si vada a fotografargli scaffali e che si descriva la situazione. Vengono mandati degli alert sui lavori disponibili e si aggiudica il lavoro chi lo prenota per primo (conviene prenotarsi solo se si è in zona). Il  compenso si aggira sui 10 euro a "spedizione".
 
3. Vendere i libri usati.
Basta accumulo. Si legge un libro, e poi? Lo si tiene per i posteri che tanto leggeranno solo sugli e-reader? Meglio incassare subito: il mercato del libro usato ha ancora un buon seguito. In Italia c'è il Libraccio, che funziona benissimo, ma onestamente ritira solo libri abbastanza recenti o vere chicche. C'è invece un sito che fa incetta: è Cash4books. Vi sarà richiesto di fornire le 10 cifre ISBN (quelle del codice a barre) e il sito valuterà in un attimo il prezzo del volume che volete vendere. Se sono interessati, la spedizione la pagano loro e in un paio di settimane a voi arriverà un assegno postale o un bonifico sul conto Paypal. Funziona.
 
4. Inventare una app.
Alzi la mano chi non ha uno smartphone. Alzi la mano chi non ha mai scaricato una app. Bene, siamo dunque certi che la richiesta sul mercato c'è. E allora perché non provarci? Non serve essere sviluppatori altamente specializzati: oggi ci sono diversi supporti su Internet che ne facilitano la realizzazione, rendendola accessibile praticamente a tutti: Good Barber, Como o  Corona SDK per esempio. Seguendo passo passo quello che vi dicono, arriverete a montarne una da soli. Se è l'idea vincente (vedi CandyCrush, vedi Ruzzle, vedi Whatsapp...) può cambiarvi la vita, altrimenti guadagnerete quel che meritate! Google, Apple e Microsoft per la vendita sui loro marketplace si tengono il 30%, il resto va a voi. Vi servisse un ulteriore supporto, leggete "Objective-C. Il primo passo per creare applicazioni per i Phone, iPad, Mac" di Massimiliano Bigatti (Apogeo).
 
5. Partecipare a una trasmissione in tv.
Ma chi lo sa: magari toccano a voi proprio quei 500mila euro che vedete rimbalzare, di giorno in giorno, nel quiz preserata. Mai dire mai. Una premessa, però: la fase di selezione è lunga e prevede di solito un test telefonico e un test video, e poi comunque c'è spesso la noia della trasferta (anche se si riceve un rimborso spese). Comunque può essere divertente e rompe la routine. Oltre ai quiz ci sono anche i vari talent, le comparsate nelle trasmissioni... La casa di produzione Magnolia fa spesso casting aperti e interessanti.
 
6. Diventare uno Sfinzer.
Strano nome, ovvero? Uno "sfinzer" è un lavoratore part time, un pensionato, una mamma che ha del tempo libero o un professionista che vuole fare anche altro rispetto a quello che fa. C'è un sito italiano, Sfinz, dove ognuno ha un proprio profilo personale e si candida per una serie di lavoretti che sa fare (torte, idraulica, falegnameria, dog-sitter... qualsiasi cosa), non appena un altro utente inserirà una richiesta in quell'ambito professionale, si riceverà una notifica via email e si farà la propria offerta per "aggiudicarsi" il lavoro. Può essere il "prolungamento" del mestiere che già si fa oppure qualcosa che si fa per hobby e che invece si avrebbe intenzione di trasformare in qualcosa di redditizio. Interessante.
 
7. L'artigiano on line.
Etsy.com è un esempio eclatante: se siete capaci di fare qualcosa di manuale, siano gioielli, maglioni tricot, borse in pelle, T-shirt colorate, décor per la casa o quant'altro, qui potete metterli in vendita. Come volete e quanto volete. Chiaro che viene premiata la creatività e la bellezza del progetto. Non sono poche le storie di successo di persone che poi hanno deciso di fare di Etsy il loro lavoro principale.
 
8. Testare i software.
Provate con Passbrains.com, una società svizzera di software testing. Potete iscrivervi come tester e, in base al progetto, potete essere scelti come "cavie". Per iniziare a lavorare bisogna però avere qualche requisito necessario: non foss'altro conoscere bene l'inglese!
 
9. Mistery shopper.
Intanto, sapete che cos'è il "mystery shopping"? In italiano: “acquisti in incognito”. È una pratica di marketing messa a punto dalle grandi organizzazioni per tenere sotto controllo le proprie procedure e la sddisfazione dei propri clienti. Per provarci potete rivolgervi a Mystery Client che offre diverse opportunità sul campo.
 
10. Vendere le proprie foto.
Ora, tra Instagram, i selfie e le migliaia di app, sembra che tutti si sia diventati un po' fotografi. Alcuni, tra filtri e postproduzione creano immagini onestamente belle, quasi da professionisti. Bene, oltre a tenere le fotografie nel vostro smartphone, potete caricarle su Scoop Shot: lì verranno messe in vendita (a prezzi "democratici", sui 12 $). Viene indicato il nome dell'autore, la città e il mezzo con cui si è scattata l'immagine. Si guadagna in base ai download. Meritocratico.
 
Continua...

Il Mondo del lavoro: questo sconosciuto

Piccole considerazioni sulla condizione del precariato. 
 
Ebbene sì, molti ne parlano, altri preferiscono non nominarlo nemmeno, mantenendo un profilo basso per non farsi notare. Sicuramente  tutti lo temono.
Parliamo del mercato del lavoro, una realtà astratta che permea la vita quotidiana e- spesso- gli incubi di ognuno di noi.
Ah, i bei vecchi tempi in cui c’era lavoro per tutti, o per chi aveva voglia di lavorare... E ora? Che è successo? 

 
Un nemico sconosciuto ha invaso la nostra tranquillità, il nostro desiderio di acquisire indipendenza (o mantenerla!). Il sogno di costruirsi una famiglia, comprarsi una macchina, farsi una dannata vacanza, o, che diamine, anche solo ubriacarsi una sera per dimenticare i malumori della settimana! Perché, non so voi, ma ultimamente non posso permettermi nemmeno una bottiglia di grappa, e stiamo parlando di una bottiglia d’acquavite mista ad acqua piovana del discount, non di deliziose, sfrigolanti e frizzanti bollicine francesi (tra l’altro, non mi sono mai potuta permettere di assaggiarne neppure un ditale da cucito).
 
Di quale nemico sto parlando? 
Della CRISI, questo orribile virus che sta dilaniando, appunto, il mercato del lavoro.
Viviamo ormai in una realtà in cui il concetto di lavoro a tempo indeterminato è mistico. Esiste? Mi capiterà mai di constatarne l’esistenza?
Ormai anche le persone che hanno la fortuna di leggere sulla busta paga la voce «tempo indeterminato» tremano e studiano come fare a stare a galla. 
 
Cassa integrazione, riduzione di stipendi, ferie forzate… Sono in pochi coloro che non abbiano mai sentito aleggiare sulle loro testoline la presenza di questi esseri maligni. Mentre sono davvero in tanti quelli che vivono a botte di tirocini. Oh sì, vedo molti di voi grattarsi le braccia e la faccia, queste parole hanno il magico potere di far venire l’orticaria. 
Il tirocinio, soprattutto nelle nuove formule, è quel nuovo tipo di contratto atipico che permette ai giovani di “avere un’opportunità lavorativa che gli consenta di costruirsi l’esperienza che viene richiesta ad ogni colloquio”.
 
A volte questo è vero, in realtà la maggior parte delle volte il tirocinio è l’opportunità per il datore di lavoro di sfruttare senza nessuna pietà povere anime che l’esperienza già ce l’hanno, a spese dello stato o di chissà quali altri enti. Eh sì ragazzi, io stessa ho ricevuto un sacco di offerte di lavoro (ops, di tirocinio… non volevo scriverlo perché, sapete bene, fa venire l’orticaria! Grat grat!) proprio perché “avevo già l’esperienza necessaria!”
 
Sensato, no?
 
E se invece non è il tirocinio a lambire le nostre membra desiderose di lavorare, allora eccolo, arriva lui! Sin da bambina sono stata avvertita di stare attenta al temibile uomo nero, ma si sa, i ricordi che si hanno della propria infanzia spesso sono distorti dal passare del tempo, poiché ora ho capito che la minaccia non era riferita all’uomo nero, bensì al lavoro nero. Lui è l’atro scagnozzo. Non che ci piaccia, ma spesso ci viene offerto come se fosse qualcosa di allettante, anche a chi ha un contratto di poche ore: «Dai, non regolarizziamo le tue ore di lavoro. Ci guadagniamo sia io che te! Io risparmio sulle tasse e tu guadagni qualcosa in più!» 

E vogliamo parlare dei vouchers? No, questo non fa venire l’orticaria, questo fa partire direttamente l’embolo, quindi meglio che non li si nominino più! I v***** sono una forma di… Tickets? Che permettono di pagare l’IRPEF e la copertura per gli incidenti sul lavoro per chi si diletti con il lavoro occasionale. Potrebbe essere una cosa utile per coloro che vogliano arrotondare il proprio stipendio, non fosse che:
a) ma chi ha uno stipendio si abbassa ad accontentarsi dei v**** per due spicci in più? 
b) ma chi ha voglia di sorbirsi ore e ore di coda negli uffici postali per raccattare due monete in croce, quando è più facile sedersi davanti a una chiesa e aspettare comodamente la carità di qualche anima pia?
 
Ci sarebbero un sacco di altri tipi di contratti di cui parlare, ma è meglio fermarsi qui, ché tra orticaria ed embolia temo di aver già provocato qualche morte davanti ai pc.
Tutto questo con la scusa di farci fare esperienze lavorative. 
Non so voi, ma io ho un curriculum vitae dello spessore delle pagine gialle…
 
E l’indipendenza? Non so se mai arriverà, nel frattempo ho deciso di mettere in vendita su e-bay un rene, un polmone e una cornea (tanto ne ho due), un pezzo di fegato (tanto ricresce), il sangue (0 positivo, per chi fosse interessato), mentre su subito.it, se guardate tra gli affitti, vedrete che a una modica cifra viene affittato un utero. È il mio!
Buon precariato a tutti, e attenti al lavoro nero!

Di Mara Genotti Brat


Poveri ma belli. La seduzione ai tempi della crisi

Jobissea 


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Serve la laurea per avere successo?

Ci viene trasmesso che senza la laurea non si ha cultura e che non si può accedere ad alte cariche nel mondo del lavoro ed avere successo, ma è questa la realtà?
Forse dobbiamo per un attimo uscire fuori dagli schemi e pensare che innanzitutto la cultura è qualcosa che si desidera e di conseguenza costruisce indipendentemente dai banchi di scuola. Anche il successo non dipende da un pezzo di carta ma dalla grinta, determinazione e dalla passione che ci si mette nel lavoro.
 
Mi piace prendere ad esempio un personaggio italiano carismatico come Fabio Volo. Ebbene si, non solo non si è mai laureato ma non è neppure diplomato! Ha interrotto gli studi dopo la terza media. Ha iniziato a lavorare nella panetteria di famiglia, poi  ha tentato  una strada nel mondo della musica: batterista, cantante di dischi di sicuro insuccesso e, infine, la mossa vincente alla radio.
Oggi che è diventato addirittura scrittore di sei romanzi e nel campo del cinema ha fatto 11 film. Senza contare le otto trasmissioni televisive.  (più tutto il resto nel mondo radiofonico).
 
Egli stesso afferma :”non considero l’università l’unico sistema buono per acculturarsi. L’università non dà l’esclusività. Diritto al sapere e obbligo allo studio non vanno sempre di pari passo”.
E alla domanda “se studi” risponde:” Tutti i giorni. Leggo, mi informo, ho amici colti ai quali chiedo un sacco di cose, specie consigli sui libri da leggere. Sono curioso da morire. Da ragazzo avevo un amico, più grande, che mi dava le “dritte” giuste sui libri da comprare”.
 
Ma ci sono nomi importanti di uomini e donne di successo che confermano questo punto di vista e ne citiamo solo alcuni come esempi (vedi art. riv.Azuleia) come quello di: 
Richard Branson. Chi è? è il proprietario del marchio Virgin e di altre 360 aziende. Le sue aziende includono Virgin Megastore e Virgin Atlantic Airway.
Ha abbandonato la scuola all’età di 16 ed ha iniziato la sua prima avventura d’affari di successo, Student Magazine.
 
Coco Chanel. Orfana per molti anni, Gabrielle Coco Chanel si è “allenata” come sarta. Lanciò l’idea coraggiosa che il mondo della moda femminile si sarebbe reinventato usando il tessuto e gli stili normalmente riservati agli uomini.
Un profumo che porta il suo nome, Chanel No. 5 è famoso in tutto il mondo.
 
Walt Disney. Dopo aver abbandonato la scuole superiori a 16 anni, la carriera di Walt Disney e le sue realizzazioni sono sbalorditive. La casa di animazione più influente, Disney detiene il record per il maggior numero di premi e nomination. Nella sua immaginazione erano previsti cartoni animati Disney e parchi a tema. The Walt Disney Company ha oggi un fatturato annuo di $ 30 miliardi.
Henry Ford. A 16 anni, Henry Ford ha lasciato casa per fare l’apprendista come macchinista. In seguito avviato la “Ford Motor Company” per la produzione di automobili. Primo grande successo di Ford, il Modello T. Ford ha poi aperto una grande fabbrica per iniziare la produzione, utilizzando la catena di montaggio, rivoluzionando il processo industriale.
 
Bill Gates. Classificato come uomo più ricco del mondo dal 1995 al2006, Bill Gates ha abbandonato anche lui gli studi universitari. Ha avviato la più grande società di software, Microsoft Corporation. Gates e sua moglie sono filantropi, hanno una fondazione, “The Bill & Melinda Gates Foundation”, con un focus sulla salute globale e sull’apprendimento.
 
Steve Jobs. Dopo aver frequentato un semestre di college, Steve Jobs ha lavorato per Atari, prima di co-fondare 

Apple Computers. Ora Apple ha inventato prodotti innovativi come l’iPod, iTunes, i Phone e l’iPad. Steve Jobs è stato anche il CEO e co-fondatore di Pixar, che  è stata poi rilevata dalla Walt Disney. Steve con il suo Iphone ha cambiato per sempre il mondo!
 
Ultimo, ma non ultimo per successo, Mark Zuckemberg. Mai laureato, ma ha fondato il Social più famoso della storia dell'umanità! Adesso è il capo di una società che vale 240 miliardi di dollari!
 
Francamente, faccio fatica a trovare laureati che hanno cambiato il mondo e per sempre come questi ultimi. Forse Einstein, ma non credo l'abbia cambiato in meglio!
 
 
Continua...

 

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